Menu

Stop alle nuove basi della guerra in Toscana. Tutti in piazza a Pisa e Firenze

Fermare i nuovi insediamenti militari a Pisa e a Firenze, trampolini di lancio delle guerre euroatlantiche. Contro le basi della guerra imperialista, pensare globalmente per agire localmente. Il 13 settembre a Pisa e il 21 settembre a Firenze, tutti in piazza!!

La base militare a Coltano, Pisa e Pontedera ha trovato definitivamente la sua collocazione nel progetto di sviluppo del sistema militare – industriale italiano ed europeo. Il Decreto Legge del 2022 e’ divenuto recentemente Legge dello Stato, passando dagli iniziali 190 milioni di euro a 520 per la sua costruzione, a chiarire l’importanza di questo nuovo insediamento per il sistema di guerra e di repressione interna. L’avamposto militare dei Gruppi di Intervento Speciale (GIS) dei carabinieri a Pisa, così come il comando NATO che si intende installare a Rovezzano (FI) diverranno ulteriori tasselli del mosaico di guerra che contraddistingue la Toscana e tutta la penisola.

Il consenso bipartisan di governi, Regione Toscana e Giunte comunali conferma a livello locale un chiaro orientamento politico dell’Unione Europea, che fomenta ed utilizza i conflitti in corso per dare fiato all’unico settore industriale che produce profitti: quello militare. Il rapporto di Mario Draghi del giugno scorso sul complesso militare industriale europeo, il recente monito del ministro della difesa Crosetto alle aziende belliche italiane per produrre sempre di più, evidenziano un salto di qualità in Europa dell’economia di guerra e del keynesismo militare in questa fase storica.

Ancor più dell’imperialismo statunitense, l’europeo spinge quotidianamente per rinfocolare la guerra in Ucraina. Non e’ da meno l’amministrazione USA nello scenario mediorientale, dove la mano sionista nel genocidio del popolo palestinese e’ armata e protetta da Washington.

L’euroatlantismo NATO ha le sue sfere di influenza, nelle quali i vertici politici ed economici di USA ed UE si giocano le proprie partite egemoniche, contro un multipolarismo a guida BRICS che contende alle multinazionali occidentali mercati, materie prime, mano d’opera, tecnologie, interi Stati e immensi territori.

In forme relativamente originali rispetto al secolo scorso, l’imperialismo occidentale utilizza di nuovo la guerra come volano per dare fiato ad un sistema economico che non e’ più in grado di produrre profitti adeguati all’immenso sviluppo delle forze produttive e tecnologiche.

Venute progressivamente meno le leve tradizionali del consenso a queste politiche belliciste, basate su una certa redistribuzione della ricchezza che dava soddisfazione ad ampie fasce di popolazione, da tempo la crisi sistemica nella quale e’ attanagliato il capitalismo occidentale costringe i governi che si succedono alla guida dei paesi europei a stringere la cinghia intorno al collo dei settori popolari, tagliando salari, pensioni e Stato sociale a favore dei padroni. Le classi popolari occidentali stanno così subendo una progressiva guerra economica e sociale, che costa migliaia di morti sul lavoro, invalidi, senza casa, carenza di assistenza sociale e sanitaria, precarietà, disoccupazione.

L’arma più contundente utilizzata dall’Occidente per giustificare il piano inclinato che ci sta portando verso la terza guerra mondiale e’ la grancassa ideologica, diffusa ossessivamente attraverso i potentissimi strumenti informativi di regime. La parola d’ordine è la difesa delle “democrazie occidentali” contro le autocrazie, il “giardino” contro la “giungla”. Una narrazione che sta sempre meno in piedi, di fronte ai doppi standard utilizzati per giustificare aggressioni, massacri, genocidi. La distruzione della Palestina ne e’ un terrificante esempio.

In questo contesto di competizione internazionale e di guerra, le basi militari che si intendono costruire a Pisa, Pontedera e Firenze amplierebbero e qualificherebbero l’offerta militare di un territorio dal quale quotidianamente già partono – da Camp Darby, dalla 46° brigata aerea e da altre basi – armi, logistica e truppe verso l’Ucraina, la Palestina occupata e decine di altri fronti di tensione e guerra. Se non bloccheremo la costruzione di queste basi, diverranno un ulteriore supporto sia alle aggressioni esterne e alla guerra interna, a proteggere le scelte antipopolari del governo Meloni e degli ex governanti del centrosinistra, intenti ora a rifarsi una impossibile verginità con il “campo largo”.

La Rete dei Comunisti si impegnerà con tutte le sue energie contro la costruzione di queste basi di morte, contro l’imperialismo e la guerra, per costruire una alternativa di sistema al capitalismo, il Socialismo del XXI secolo.

Venerdì 13 settembre tutti in piazza XX settembre a Pisa con il Movimento No Base

Sabato 21 settembre tutti alla manifestazione di Firenze piazza Gino Bartali in Gavinana

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *