Gli ultimi dati pubblicati dall’Inail mostrano la realtà che il Partito Democratico e la Giunta Giani nascondono sotto al tappeto: il mondo del lavoro in Toscana è sempre più fucina di morti e feriti sul lavoro.
Nel 2024 i lavoratori e le lavoratrici usciti di casa per andare a guadagnare il salario senza farvi più ritorno sono stati 67, 16 in più del 2023; 47.177 gli infortuni non mortali, in aumento anch’essi rispetto ai 46.784 del 2023.
Una strage silenziosa e costante su cui l’attenzione mediatica si concentra solo quando non è possibile fare altrimenti, come nel caso del crollo del cantiere Esselunga in via Mariti a Firenze o dell’esplosione del deposito Eni a Calenzano.
Da questa classe politica, dal Governo Meloni alla falsa opposizione che governa la Regione Toscana, possiamo aspettarci soltanto le solite lacrime di coccodrillo. Di fronte alla mattanza sul lavoro, nessuno di questi prenderà provvedimenti volti a contrastarla concretamente, per non mettere i bastoni tra le ruote a una classe padronale assassina che costruisce il suo profitto soprattutto nel risparmio nella sicurezza sul lavoro e nel ricatto costante dei lavoratori con salari da fame.
Anzi, il nuovo codice degli appalti approvato dal Governo prevede anche la possibilità del subappalto a cascata, foriero di precarietà strutturale e scarsa sicurezza sul lavoro.
Il “Patto per il lavoro” di Giani ne è un altro esempio, capace di elargire soltanto milioni di euro dalle casse pubbliche in sgravi per assunzioni iper precarie alle imprese, senza minimamente vincolarle a stabilità e sicurezza lavorativa.
Come Potere al Popolo sosteniamo da sempre la necessità di un’alternativa a tutto tondo di fronte ad un modello basato esclusivamente sul profitto e gli interessi della Confindustria, che qui in Toscana sono pienamente rappresentati dal Partito Democratico e da Giani a cui abbiamo la necessità di dare una spallata. Continuiamo a batterci per l’introduzione di un salario minimo a 10€/h, la fine del sistema degli appalti e ogni forma di precarizzazione del lavoro, diminuzione dell’orario di lavoro a parità salario e l’introduzione del reato d’omicidio sul lavoro.
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