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A Perugia CGIL e Partito Democratico all’attacco degli Operatori Sociali Autorganizzati

L’inchiesta del secolo: 130 pagine di perizie e indagini per una scritta. A finire sotto processo è un nostro militante ma è chiaro l’intento di colpire l’attività politica dell’intero collettivo OSA.

A fine Dicembre ad un nostro militante è stata consegnata negli uffici della Questura di Perugia l’avviso di fine delle indagini preliminari riguardanti delle scritte che sono state fatte ad Aprile scorso da qualche ignoto sulle vetrine della sede provinciale della CGIL e di alcune sezioni del Partito Democratico perugino e per le quali lo stesso risulta attualmente indagato.

Fin qui niente di impressionante, una denuncia per imbrattamento e un processo a carico di un nostro compagno, fine della storia, forse.

La cosa invece che ci ha realmente meravigliato e in parte sorpreso è quello che abbiamo trovato all’interno del fascicolo di indagine riguardante queste due scritte.

Prima di entrare nel merito della questione, è utile precisare che il periodo di riferimento è quello dello scoppio del caso Sanitopoli che vedeva coinvolti, come è noto, pezzi grossi del Pd locale – tra cui la ex presidente della Regione Catiuscia Marini – i sindacati confederali e i manager pubblici di riferimento.

Tornando ai fatti, la Procura perugina sulla base delle denunce presentate da CGIL e PD, ha prodotto oltre 130 pagine di indagini, note e perizie. Decine di agenti e periti (stipendiati con i soldi dei contribuenti, vorremmo ricordare) per mesi hanno lavorato in maniera maniacale, per poter individuare il “pericolosissimo imbrattatore” che avrebbe osato scrivere “Nemici dei Lavoratori” sulle vetrate CGIL e “Nemici del Popolo” su quelle del PD.

Nel faldone ci sono perizie calligrafiche e biometriche, analisi dei contenuti social della nostra pagina Facebook, tabulati telefonici e celle agganciate. Insomma un’attenzione che reputiamo, quantomeno, spropositata in correlazione al reato contestato.

Un altro aspetto di questa storia, veramente vergognoso, è rappresentato dal ruolo che ha rivestito un funzionario della CGIL, il quale si è prodigato in fantasiosi riconoscimenti personali e che abbiamo scoperto essere tra i maggiori follower della nostra pagina facebook.

Scopriamo che lo Sherlock Holmes della CGIL visiona meticolosamente tutto ciò che scriviamo, dai post su facebook ai comunicati ufficiali e che si è addirittura preso la briga e il tempo di visionare decine di foto del nostro compagno su Facebook pur di trovare la “prova schiacciante” che lo incastrerebbe, ovvero, tenetevi forte, un “inconfondibile” paio di scarpe Adidas ed alcuni post – sui social network – di critica nei confronti del “grande sindacato”. Tutto questo denota un sorta di ossessione dei funzionari Cgil nei confronti di chi osa fronteggiarli politicamente, oltre al totale disprezzo nei riguardi dei lavoratori di un’organizzazione sindacale che nello stesso momento in cui non batteva ciglio di fronte allo scandalo Sanitopoli, si è adoperata in maniera ossessiva per denunciare l’imbrattamento di una vetrina.

Chissà cosa sarebbe successo se tutto l’impegno mostrato in questa vicenda dalla CGIL fosse stato messo in campo quando chiedemmo anni fa di prendere una posizione nei confronti di Arci (nostro ex datore di lavoro)?! Probabilmente avremmo ottenuto un contratto a tempo indeterminato anziché i vergognosi co.co.co e le prestazioni occasionali con cui abbiamo lavorato per mesi senza diritti e tutele e con salari da fame. Invece, nella nostra vertenza, che vedeva noi lavoratori precari come parte lesa, non abbiamo potuto far altro che denotare l’assordante silenzio di quel sedicente “più forte sindacato d’Europa”.

La vicenda processuale sarebbe di per sé di scarsa importanza anche per noi, ma abbiamo deciso che è necessario far capire come certi soggetti si muovano e per chi ancora avesse dei dubbi, quanto sia necessario tracciare una linea netta tra Noi e loro.

Considerare le nostre critiche (manifestate sempre pubblicamente) il movente per un imbrattamento lo riteniamo un tentativo di rappresaglia bello e buono; PD e CGIL non hanno mai accettato un confronto a viso aperto sulle questioni puramente politiche che abbiamo sollevato nel tempo e ora tentano, attraverso dei vili strumenti, di farcela pagare.

La ciliegina sulla torta che serve a chiudere il cerchio di quella rete consociativa che denunciamo sin dalla nostra nascita è rappresentata dal ruolo svolto dal Presidente di Arci Perugia. Quest’ultimo – durante le indagini su richiesta della Procura – ha consegnato alcuni manoscritti redatti dal nostro compagno (quando lavorava per Arci prima della nostra vertenza) per poter rendere possibile una perizia calligrafica. Insomma ci siamo ritrovati nuovamente di fronte CGIL, Arci e Partito Democratico stavolta tutti uniti contro il nostro collettivo. Come OSA, a prescindere dall’individuazione dell’autore delle scritte incriminate, politicamente non prendiamo le distanze dal senso e dalla sostanza del messaggio che qualcuno ha lasciato sulle sedi della Cgil e del Pd. Come abbiamo scritto nei nostri comunicati più volte, noi consideriamo questi due soggetti come i principali responsabili di una politica di devastazione sociale, economica e ambientale della nostra regione e dell’Italia. Lo abbiamo ribadito con la nostra vertenza, in cui abbiamo denunciato il consociativismo di una presunta sinistra locale il cui unico scopo è la spartizione delle poltrone, del potere e delle risorse pubbliche. Tutto questo mentre la disoccupazione, la povertà, la deprivazione materiale e sociale, la precarietà lavorativa sono diventati dei fenomeni crescenti nella nostra terra. In questo contesto nasce il nostro collettivo e per questo non abbiamo mai fatto sconti a nessuno. Siamo andati avanti a muso duro, rompendo – seppur limitatamente alle nostre energie – degli equilibri politici locali. Abbiamo provato a indicare una strada assente in città, quella dell’autorganizzazione degli sfruttati intorno a delle proposte concrete. Abbiamo sempre criticato e attaccato il ruolo dei sindacati confederali concertativi, in particolare della Cgil, che a nostro avviso ha rappresentato un pezzo importante degli ingranaggi di potere umbri.

Cara Cgil, caro Pd
Non ci intimorite.

Anzi, ci date più energia.

D’altra parte questa vicenda dimostra a tutti gli effetti la vostra crisi, in particolare quella della Cgil, ormai diventata una Spa, un’azienda che vende servizi tramite i Caf e che da oggi svolge anche servizi di riconoscimento per conto dell’autorità giudiziaria.

Non vi preoccupate non vi denunceremo per stalking, ci pensa già la gente per strada a riconoscervi per quello che siete: NEMICI DEI LAVORATORI.

Seguiranno aggiornamenti e iniziative solidali!

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