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Regione Umbria, la privatizzazione del servizio di trasporto pubblico è un fallimento

È lo stesso assessorato ai trasporti della Regione Umbria, in un formale incontro con le organizzazioni sindacali presenti nella società Busitalia – Sita Nord srl, a confermare un notevole taglio al trasporto pubblico locale, privando ancora di più i cittadini di un servizio pubblico essenziale e prospettando sempre più palesemente una minaccia ai livelli occupazionali.

Dopo l’aggressione ai salari, ai carichi di lavoro, questa è l’ennesima dimostrazione del fallimento della scelta politica perseguita dall’ente Regione che ha portato alla totale privatizzazione del trasporto pubblico locale. Si è voluto consegnare nelle mani dei privati enormi risorse economiche pubbliche attraverso le quali si producono ampi profitti e ben pochi servizi; profitti che dovrebbero essere reinvestiti nei servizi per i cittadini e non per finanziare padroni e padroncini, appalti e subappalti che storicamente continuano a depredare risorse pubbliche.

Ancora oggi assistiamo al solito teatrino del cane che si morde la coda: il nuovo assessore che dà la colpa alla precedente amministrazione e, stavolta addirittura il segretario generale regionale della Cgil, che palesemente entra a difesa delle vecchie forze che hanno governato la Regione fino a poco tempo fa.

Fuori da questo penoso e innocuo scontro politico, sul piatto rimangono però i tre milioni in più richiesti da Busitalia per il servizio, la cancellazione di tre milioni e mezzo di km di corse, l’abbandono della ex FCU e l’innalzamento ulteriore del profitto, a discapito della mobilità pubblica che risulta essere sempre più necessaria e strategica, come dimostrato dalla impietosa classifica di Legambiente che vede i due capoluoghi regionali sempre più avvolti da un’aria irrespirabile.

L’Unione Sindacale di Base ribadisce la convinzione che l’unica via per garantire i lavoratori, gli utenti e la la qualità del servizio siano gli affidamenti in house, costituendo un azienda unica regionale a totale controllo pubblico ma, indipendentemente dalla nostra assoluta contrarietà alle gare, riteniamo necessario che sia definita una legge regionale sul trasporto pubblico locale o, in alternativa, una delibera di giunta regionale che introduca una norma che preveda l’obbligo per gli enti affidatari, prima della eventuale emissione dei bandi di gara, di sottoscrivere un accordo con le organizzazioni sindacali presenti nelle varie aziende a salvaguardia dei diritti dei lavoratori (economici, normativi e sindacali) in caso di cambio del soggetto gestore e che lo stesso sia inserito, obbligatoriamente, all’interno sia dei bandi che dei capitolati, sancendo che il non rispetto di questo obbligo (applicazione dei vecchi accordi vigenti) sia causa di decadenza dall’affidamento.

Il ricorso a strategie imprenditoriali diverse, che vedono lievitare i costi delle tariffe a danno dei cittadini e la messa in campo di proposte di appalti e subappalti, capaci di far lavorare personale senza contratti né tutele, sono deleterie e saranno motivo della nostra massima mobilitazione.

I lavoratori autoferrotranvieri non permetteranno che sulla loro pelle e su quella dei cittadini si continui a lucrare. È indispensabile che la tutela del bene comune, dei servizi pubblici essenziali diventi una vertenza ampia di patrimonio dei cittadini e dei lavoratori tutti.

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