Tutti assolti dalla Corte d’appello di Perugia i sei imputati, tra dirigenti e preposti alla produzione (all’epoca dei fatti) di Acciai speciali Terni, che erano stati condannati in primo grado dal gup di Terni a un anno e quattro mesi di reclusione.
La condanna era avvenuta mediante rito abbreviato, nell’ambito del procedimento aperto dopo la morte di Gianluca Menichino, l’operaio trentacinquenne deceduto il 9 gennaio 2018, a sei mesi da un incidente sul lavoro avvenuto in fabbrica il 10 luglio di un anno prima.
“Omicidio colposo” il reato che era contestato.
Menichino era stato travolto da un rotolo di acciaio pesante circa 20 tonnellate, mentre era impegnato a muoverlo con l’aiuto di un carroponte, all’interno del reparto a freddo Pix1 dell’acciaieria.
All’epoca l’Ast era ancora controllata da ThyssenKrupp. Come si vede, mentre il numero dei morti sul lavoro aumenta spaventosamente, una parte della magistratura si dà da fare per “non creare ostacoli” alle imprese assassine.
Con una legge che rende reato l’omicidio sul lavoro, al pari se non altro dell'”omicidio stradale”, sicuramente ci sarebbe da parte degli “imprenditori” molta attenzione in più per la sicurezza. Quella vera.
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