In occasione delle esternazioni del sindaco di Terni, che non sentiamo affatto nostro, sulla fontana di Piazza Tacito, a proposito delle sue fantasie nostalgiche, che ci riportarono indietro di circa un secolo, sui famosi cecchini che avrebbero dovuto sparare da un palazzo della piazza ai nostri concittadini che non erano troppo rispettosi dei monumenti, ci trovammo a denunciare il linguaggio del “primo cittadino”.
Un linguaggio che istigava alla violenza, che dava un pessimo esempio alle generazioni future.
Abbiamo assistito inoltre al deprecabile spettacolo dell’aggressione al responsabile dell’ufficio stampa del comune di Terni, adesso torniamo alla ribalta, nella cronaca nazionale, con la tentata aggressione ad un consigliere comunale.
Vedere un uomo seduto al posto del primo cittadino che pieno di rabbia si lancia sui consiglieri, vedere un vicesindaco/badante che tenta di trattenerlo, lui che sbraita come fosse un novello duce, intimando agli agenti che tentavano di fermarlo che lui é il loro capo e, da ultimo, vedere una giunta comunale totalmente impassibile, é stato triste per tutt* noi.
Della giunta immobile, tra gli altri, fa parte anche la dottoressa Altamura, una docente e referente di plesso. Ci chiediamo come potrà spiegare l’accaduto ai ragazzi della sua scuola. Viene da pensare che alla dottoressa non interesserà spiegare, ma a noi sì, lo riteniamo importante.
Come si può provare a spiegare a dei ragazzi che la politica non é quello che abbiamo visto nell’aula del consiglio comunale l’altro ieri, come possiamo trasmettere loro quel fervore rivoluzionario che vede la politica come mezzo di trasformazione della società, lo strumento nobile per creare una società che sappia ascoltare, che sappia correggere senza punire, che sappia opporre alla violenza e all’aggressione, l’ascolto e il dialogo?
Diventa sicuramente sempre più difficile.
Ma anche difronte a questa pagina buia della storia cittadina, non ci sentiamo di tirarci indietro e ci sentiamo di denunciare.
Denunciamo quindi non solo la violenza a cui questo sindaco vorrebbe abituarci, denunciamo chi ha permesso di farlo arrivare dov’è ora: una classe politica di inetti, che gli ha concesso la cittadinanza onoraria e che ha portato quelli che erano i suoi interessi economici fino in regione, che invece di difendere una sanità pubblica allo sbando, faceva a gara a chi lo sosteneva di più nel suo progetto di clinica privata convenzionata, che ci ha portato nella condizione attuale di dissesto economico.
Denunciamo che in politica non può vincere chi é più ricco, chi più spende, chi fa beneficenza per poi avere indietro un tornaconto economico o in termini di immagine.
Denunciamo che l’ultima opera di “beneficenza” portata avanti dal sindaco, attraverso la sua università Niccolò Cusano, sul progetto di sicurezza, non ci piace. Pretendiamo che il comune faccia le sue scelte, ma utilizzando le sue risorse.
Vogliamo ricordare che la sicurezza é un bene comune e non può essere affidata alla polizia privata. Non si possono utilizzare le risorse di un sindaco e della sua università, che tra le altre cose é ancora sotto inchiesta della guardia di finanza.
Per prima cosa, la statistica ci dice che Terni non é una città con un tasso di episodi di violenza allarmante, quindi perché la Niccolò Cusano dovrebbe investire dei soldi per fare uno studio di sicurezza proprio in questa città?
Se non sa come spenderli, facesse la ricerca in un territorio che può essere più significativo ai fini dello studio che vuole portare avanti.
Seconda cosa, é vero che tutta l’operazione, che abbiamo appreso dai giornali costare 800 mila euro all’anno, non va ad incidere sul bilancio del comune, e viene pagata dalla Niccolò Cusano, ma siamo difronte comunque ad un’operazione economica, perché qualcuno ne trarrà dei vantaggi. Chi? Il sindaco! che attraverso i soldi spesi dalla sua università potrà avere un tornaconto di immagine e, di conseguenza, accrescere il suo potere politico nella città.
È da anni, in realtà, che Bandecchi utilizza la sua “beneficenza” per accrescere il suo potere a Terni, con la differenza che ora, purtroppo, ne é il sindaco.
Quello che vorremmo dire ai nostri concittadini, e ai nostri giovani in particolare, é che Potere al Popolo si impegnerà affinché la nostra città smetta di essere un prolungamento delle aziende del sindaco, e affinché la politica smetta di presentarsi come un reality show di basso livello, ma ritorni ad essere il mezzo per analizzare il passato, per trasformare il presente e dare dignità al futuro di tutte e tutti.
E, come ci disse il nostro portavoce Giuliano Granato, “il nostro compito é di aprire porte al futuro e che l’ora più buia è quella che precede il sorgere del sole”.
Diamo potere al popolo, togliamolo agli arroganti.
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