Una delle caratteristiche dell’ultima programmazione regionale in ambito sanitario, è lo spostamento dei posti letto dall’ospedale al territorio, presso strutture intermedie.
Negli ultimi anni, sono stati dismessi dagli ospedali del Veneto, 1.227 posti letto per acuti, mentre ne dovrebbero essere istituiti 1.263 presso idonee strutture intermedie, ovvero gli Ospedali di Comunità.
Nel territorio del Veneto orientale, sono stati ridotti i posti letto per acuti di 25 unità (i letti di lungodegenza e geriatria sono spariti dagli ospedali) e sono stati autorizzati 72 posti letto negli Ospedali di Comunità. A questo scopo dovevano essere individuate le strutture idonee da accreditare all’esercizio per svolgere la funzione di Ospedale di Comunità, dove allocare i posti letto, attraverso il coinvolgimento diretto della Conferenza dei Sindaci.
È verosimile affermare che queste strutture avranno caratteristiche pressoché simili alle Residenze Sanitarie Assistite e le patologie da curare saranno perlopiù, riferibili a pazienti anziani.
Si può anche affermare, che una parte del costo dell’assistenza socio sanitaria ricade sui cittadini mediante forme di compartecipazione, attraverso il pagamento di una quota alberghiera.
La quota a carico dell’assistito è di 25,00 Euro dal 31^ al 60^ giorno per l’ODC (ospedale di comunità) e di 25,00 Euro dal 16^ al 60^ giorno per l’URT (unità riabilitativa territoriale); per entrambe le strutture la quota a carico dell’assistito è di 45,00 Euro a partire dal 61^ giorno; tutte le prestazioni di riabilitazione sono erogate in regime di esenzione dalla compartecipazione alla spesa (Ticket), mentre le prestazioni ambulatoriali sono erogate in regime di esenzione solo fino al 30^ giorno di degenza sia per l’ODC che per l’URT.
Trattandosi di pazienti lungodegenti queste soglie temporali verranno spesso superate.
Non vi è dubbio che gli oneri graveranno, nelle tasche dei cittadini-ricoverati, ma anche nelle casse dei Comuni che per legge (328 del 2000), dovranno farsi carico di integrare la retta, quota alberghiera, per chi non potrà permettersi di pagare l’intero costo di compartecipazione e\o dei ticket di eventuali prestazioni ambulatoriali e diagnostiche, proprio come avviene per le strutture di assistenza Socio Sanitaria (case di riposo) accreditate.
Con questo indirizzo politico, la Regione Veneto mina sempre più la tutela della salute pubblica. In un tessuto sociale sempre più fragile, con una popolazione sempre più anziana e con una maggiore aspettativa di vita, una riforma di queste dimensioni, non garantirà di certo equità di accesso e universalità delle cure!
Di recente la Regione Veneto con la deliberazione della Giunta Regionale n. 433 del 06 aprile 2017 “Ospedale di Comunità e Unità Riabilitativa Territoriale: modifica del profilo assistenziale ed economico delle prestazioni mediche, e definizione dei criteri volti al superamento della sospensione del rilascio di nuovi accreditamenti disposta con DGR n. 2174 del 23 dicembre 2016”, ha atteso che a livello nazionale venissero predisposti i nuovi Lea, per poter garantirsi la copertura istituzionale della compartecipazione alla spesa, del pz ricoverato.
Infatti, il Decreto del Min. Della Salute sui Lea, è un atto amministrativo che introduce sostanziali riduzioni nella tutela dei malati, in particolare di quelli cronici e non autosufficienti, poiché estende a tutti costoro (non solo anziani e disabili, ma malati di qualunque tipo) il regime socio-sanitario, che comporta (passato un certo numero di giorni) la copertura del solo 50% dei costi a carico del Servizio Sanitario Nazionale, restando l’altra metà a carico dell’utente oppure dei servizi sociali nel caso lo stesso non fosse in grado di coprirla (qui si applica l’ISEE sociosanitario, particolarmente sfavorevole almeno per alcune fasce di utenti). Considerato che qui si tratta di malati, e non di persone in stato di povertà o emarginazione sociale, questo significa spostare l’onere delle cure dall’ambito sanitario a quello socioassistenziale, per il quale oltretutto non sono state messe a disposizione corrispondenti risorse aggiuntive.
Quindi, in modo trasversale, il Partito democratico a livello nazionale e la Lega nord al governo regionale, portano l’attacco al diritto alla salute, istituzionalizzando per legge la compartecipazione su ricoveri e prestazioni sanitarie che fino a pochi anni fa erano completamente garantite e coperte dal Ssn.
Contemporaneamente la Regione Veneto, su indirizzo politico della Lega Nord, oltre a non sbloccare i posti letto per ospedale di comunità, non aggiorna nemmeno il numero di impegnative di rilievo sanitario e così facendo, garantisce solo posti letto di casa di riposo a libero mercato, alimentando il business che si sta consolidando in questo settore, andando contro l’art.32 della Costituzione!
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