Nella giornata di ieri 25 gennaio la guardia di Finanza ha perquisito la sede della cooperativa Edeco, i suoi uffici nel kampo di Cona, le abitazioni dei suoi dirigenti, e anche gli uffici della Prefettura di Venezia.
Risultano al momento indagati dalla Procura per associazione a delinquere quattro dirigenti della Edeco e due funzionari della Prefettura di Venezia.
L’oggetto delle indagini sono i rapporti tra la struttura di accoglienza e gli uffici pubblici deputati al controllo della corretta esecuzione del contratto di appalto di accoglienza dei migranti richiedenti asilo internazionale al centro di Cona.
Questa inchiesta è l’ennesima prova che quanto USB denuncia da anni è purtroppo vero: la logica emergenziale che domina il sistema di accoglienza gestito dal Ministero degli interni non solo porta a creare mostruosità come il kampo di Cona in cui sedicenti cooperative si arricchiscono sulla pelle dei richiedenti asilo, ma favorisce anche la criminalità organizzata, come aveva già dimostrato l’inchiesta Mafia capitale.
Da anni i richiedenti asilo ammassati in oltre un migliaio nell’ex base missilistica di Cona protestano contro le condizioni inumane in cui sono costretti a vivere, alloggiati in tendoni da sagra, al freddo d’inverno e in un caldo torrido d’estate, privi di assistenza sanitaria, senza corsi di italiano, senza percorsi di integrazione.
Tutti servizi che la struttura di Cona dovrebbe invece garantire in cambio delle decine di migliaia di euro che riceve quotidianamente.
Le proteste, le manifestazioni, le marce dei richiedenti asilo che denunciavano questa situazione indegna e incivile, hanno dovuto fare i conti da una parte con il razzismo di chi comunque non è disposto ad ascoltare la voce dei migranti e dall’altra con l’atteggiamento di chi li vorrebbe oggetti di carità muti e remissivi.
E invece le lotte dei richiedenti asilo di Cona erano tutte fondate e giustificate! Ed hanno molto da insegnare a chi è incapace di scandalizzarsi di fronte all’ingiustizia, a chi ha paura di organizzarsi per combatterla, a chi parla a vanvera di “strumentalizzazioni” per non riconoscere le ragioni della lotta.
Di fonte a questo ennesimo scandalo USB ribadisce che l’accoglienza deve essere gestita dal pubblico e non dal privato. Dai Comuni e dalle amministrazioni locali e non da pescecani e sfruttatori in cerca di facili profitti.
Le risorse per l’accoglienza devono essere spese a km zero, utilizzando le risorse presenti nel territorio, assumendo disoccupati, ripristinando scuole e servizi pubblici.
Per un’accoglienza dignitosa per i profughi e un lavoro dignitoso per gli operatori!
Contro la ghettizzazione, la discariche umane, il degrado dei territori!
Per una accoglienza diffusa gestita direttamente dai Comuni.
Per il rilascio di un permesso di soggiorno umanitario per tutti i profughi!
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