Lo spettacolo che sta dando Luca Zaia nel tentativo di intestarsi l’esclusiva del cosiddetto “modello veneto” e screditare la figura di Andrea Crisanti è tanto squallido e ridicolo quanto rivelatore di come stanno davvero le cose.
Già il fatto che l’ultima arma sfoderata sia stata una “rivelazione” contenuta tra le pagine dell’ultimo libro di Bruno Vespa, che riportano una lettera inviata alla redazione della rivista “Nature” (ma che pare non essere mai giunta a destinazione), dà l’idea del livello a cui sono dovuti arrivare questi fenomeni…
Ma il punto è il perché di tutto questo. Zaia ha bisogno di essere identificato come il padre del “modello veneto”. E soprattutto adesso. Se si incrinasse questa costruzione mediatica, i cui frutti si sono visti alle elezioni regionali, sarebbe infatti un bel guaio.
A maggior ragione se l’altra figura a cui si associa tale modello nel discorso pubblico, cioè il virologo Andrea Crisanti, non soltanto rivendica la regia scientifica della gestione della prima fase della pandemia in Veneto, ma anche interviene nel dibattito pubblico mettendo in luce i principali punti critici della gestione attuale (tutta in mano alla giunta): sistema di tracciamento saltato al primo vero aumento dei contagi, nuovi “test rapidi” non affidabili, tamponi non fatti più ad asintomatici, dati mai comunicati ad Immuni, carenza di strutture e soprattutto di personale.
Se finalmente scoppiasse come una bolla di sapone tutta la narrazione costruita intorno all’operato di Luca Zaia nella prima fase della pandemia, il nostro caro presidente non avrebbe più nulla a cui aggrapparsi e dovrebbe rendere conto di cosa (non) ha fatto veramente negli ultimi mesi e negli anni precedenti.
Com’è possibile che ci si trovi nuovamente, come a marzo, a dover chiudere 10 ospedali sul territorio veneto per trasformarli in “covid center”, paralizzando una seconda volta la sanità in regione? Com’è possibile che manchino più di 1300 medici (e innumerevoli altre figure professionali) per affrontare questa nuova fase critica, ampiamente prevista? Com’è possibile non avere uno straccio di piano??
Tra uno scaricabarile al governo e un “se solo avessimo l’autonomia…”, attaccare Crisanti è un modo come un altro per gettarci fumo negli occhi, mascherando la propria incompetenza con la vecchia solita arroganza.
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