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Quando Cremaschi si alza e giustamente se ne va…

Non sempre si deve restare in una trasmissione televisiva… Qui di seguito la ricostruzione de Il Fatto Quotidiano:

Bagarre a L’Aria che Tira (La7) tra il sindacalista Giorgio Cremaschi (Potere al Popolo), l’europarlamentare del Ppe, Alessandra Mussolini, e il deputato di Fratelli d’Italia, Andrea Delmastro. Cremaschi, in collegamento, esordisce: “Non farei paragoni tra la ricostruzione del ponte a Genova e quella post-terremoto a L’Aquila, perché porterebbe sfortuna. Dopo il varo del decreto per la ricostruzione della città, ci sono voluti 5 anni prima che si mettesse in campo la prima cazzuola col cemento”. Insorgono Alessandra Mussolini e Delmastro, che accusa: “Questa è una menzogna. Mussolini aggiunge: “Hanno dato anche le case coi balconi”. Cremaschi protesta: “Io vorrei che non ci fosse il pollaio in studio, se possibile”. E si scatena la polemica. L’ex esponente di Forza Italia ironizza: “Ma quale pollaio? Gallinaio. Delmastro alza i toni: “Lei ha raccontato menzogne clamorose! Cento giorni dopo il terremoto c’erano le prime case a L’Aquila. Noi qui non facciamo il pollaio e lei non faccia il galletto.
Il conduttore, Francesco Magnani, cerca di sedare gli animi. Il sindacalista prosegue il suo intervento e spiega: “Sono stato pochi giorni fa a L’Aquila e quindi posso ben raccontarlo: la ricostruzione vera è cominciata 5 anni dopo e si è ricostruita metà città, ma gli abitanti non ci sono”. Qualche minuto dopo, a proposito della tragedia di Genova, menziona un convegno di Potere al popolo, suscitando il caustico commento di Mussolini: “Sta facendo lo spot.
L’europarlamentare ribadisce la sua precedente replica sul “gallinaio”: “Il termine ‘pollaio’ no, perché è maschilista. Rivendico il mio ruolo di gallina, perché la gallina fa le uova, loro, che sono polli, manco quelle fanno. Certe uova così faccio io, Cremaschi”.
Le fa eco il giornalista del Foglio, Roberto Arditti, che aggiunge: “Approvo totalmente l’osservazione dell’onorevole Mussolini. E qui dal pollaio vorrei dire a Cremaschi che, se facciamo anche convegni di carattere politico nei quali proviamo a sostituirci agli ingegneri e ragioniamo anche sul tipo di ponte, ho la sensazione che il ponte ricostruito lo vederemo tra 20 o 30 anni”.
Delmastro rincara: “Tra i 4 iscritti che sono rimasti a Cremaschi 3 sono ingegneri strutturalisti di fama mondiale. “Lasciamo perdere queste facili ironie”, commenta il conduttore.
Diversi minuti dopo, Cremaschi viene interpellato dal conduttore per rispondere a una domanda, ma il sindacalista replica: “Cosa vuole che dica? Non lo so. Mi scusi, ma io non riesco a seguire il dibattito. Sono una persona anziana, capisce? Siete passati dal ponte di Genova alla felicità del lavoro agli sgomberi”.
Ma voi di sinistra c’avete il compartimento stagno nel cervello, commenta Mussolini.
Il conduttore ribatte al sindacalista: “Se non ha niente da dire, allora passo a Marco Furfaro. Ha avuto il suo tempo per rispondere ma ha ritenuto più opportuno contestare la nostra scaletta.
Alla fine, Cremaschi abbandona la trasmissione, anche se il conduttore lo prega di restare. E su twitter spiega: ” Mi dispiace, ho lasciato la trasmissione perché non accetto più un modo di discutere dove si passa dal ponte di Genova alla felicità del lavoro ai ghetti dei migranti, alle ruspe di Salvini e tu devi dare un commento su tutto in 15 secondi tra le interruzioni. Basta così”

Dietro i numeri dello spread, i ricatti dei mercati, ci sono le voci del paese reale, i drammi del lavoro: noi vogliamo rimetterli sempre al centro! Giorgio Cremaschi oggi su vertenza Bekaert, pensioni e festivi a lavoro obbligatori. Ascoltate e se vi va diffondete!

Pubblicato da Potere al Popolo su Giovedì 4 ottobre 2018

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