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Perfluorurati, gli interferenti endocrini che minano la riproduzione

I composti perfluorurati (PFC), usati negli ultimi cinquanta anni, sono stati utilizzati non solo in campo industriale, ma anche in quello domestico quali a esempio, carta, polimeri plastici, fibre tessili, abiti sportivi e pellame, schiume antincendio, cosmetici, casalinghi, e via dicendo.

Sono numerose le classi chimiche che appartengono ai PFC e tra questi il Perfluorottano Sulfonato (PFOS) e l’Acido Perfluorottanoico (PFOA). Il primo, è il composto più importante tra i perfluorosulfonati (PFAS), mentre il secondo lo è nell’ambito dei perfluorocarbossilati (PFCA). Entrambi, però, non sono impiegati direttamente come tali, bensì sono i capostipiti di numerosi prodotti sia industriali che di largo consumo.

Purtroppo oggi queste molecole sono note, non per i loro impieghi, ma a causa della contaminazione ambientale che hanno prodotto.(1) Questi composti quindi hanno una grande capacità di stare nell’ambiente, e una elevata capacità di bioaccumolo in grado di provocare negli esseri umani gravi effetti sulla salute. I PFAS sono in quel gruppo di sostanze chiamate “INTERFERENTI ENDOCRINI” in grado di alterare gli equilibri ormonali.

Sono sostanze molto idrosolubili perciò possono essere presenti nell’acqua. In un rapporto sui derivati Perfluorurati (PFOA, PFOS) è scritto: “Le acque potabili che servono la popolazione generale di un’ampia area territoriale, utilizzate in alcune provincie del Veneto, erano risultate infatti inquinate da concentrazioni elevate di sostanze perfluorurate e le valutazioni su questo inquinamento suggerivano di ritenerlo associato ad un sito industriale che, insediato a Trissino (Vicenza), risultava averle prodotte industrialmente dal 1968 in avanti.“

Gli effetti possibili sulla salute dell’uomo determinati dall’esposizione e assorbimento di queste sostanze sono in discussione. Gli atti di un approfondimento su questo inquinamento ambientale prodotti da una Commissione Parlamentare di inchiesta (Commissione Parlamentare di inchiesta, 2017, pag. 34) sintetizzano quanto noto in questi termini: “Si è ampiamente riportata in questa relazione la esistenza di possibili (e, in alcuni casi molto probabili) correlazioni tra esposizione a queste sostanze perfluoroalchiliche (PFOA e PFOS in particolare) e l’insorgenza di numerose patologie in seguito ad esposizioni prolungate. Tra queste si possono qui brevemente ricordare: ipercolesterolemia, colite ulcerosa, malattie tiroidee, tumori del testicolo e del rene, ipertensione indotta dalla gravidanza e preeclampsia, nonché associazioni con varie patologie cardiovascolari come arteriosclerosi, ischemie cerebrali e cardiache, infarto miocardico acuto e diabete.

Queste considerazioni diventano tanto più gravi se si guarda ad alcuni studi che indicano anche dati quantitativi nell’ associazione tra insorgenza delle patologie e le concentrazioni di esposizione. Ad esempio, studi epidemiologici sull’uomo, e in particolare sugli operai esposti a composti perfluoroorganici, non mostrano correlazioni con epatotossicità solo per concentrazioni di PFOS al di sotto di 6 microgrammi/l (pari a 6.000 nanogranni/l) (Olsen GW 1999)”.

Relativamente al rischio cancerogeno, l’autorevole sintesi delle conoscenze è quella pubblicata dal Gruppo di Lavoro convocato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (International Agency for Research on Cancer, IARC) di Lione, nell’ambito del programma delle “Monografie sul rischio cancerogeno per l’uomo” si parla del solo acido perfluoroottanoico (PFOA) (IARC, 2017).

Il Gruppo di Lavoro ritiene che la letteratura scientifica disponibile e pubblicata suggerisca di ritenere l’acido perfluoroottanoico (PFOA) un “possibile cancerogeno per l’uomo” (Gruppo 2B), sulla base di queste conclusioni: “Cancro nell’uomo. Vi è limitata evidenza nell’uomo per la cancerogenicità dell’acido perfluoroottanoico (PFOA). E’ stata osservata una positiva associazione per i tumori del testicolo e rene…”(2) .

Sappiamo che l’elevata idrosolubilità di queste sostanze dà la ragione della loro presenza nell’acqua che è un importante veicolo di contaminazione ambientale. Occorre tenere presente la diffusione e l’applicazione dei PFOS (acido perfluorooctansulfonico) e PFOA (acido perfluorooctanoico) nell’industria, e facciamo riferimento al politetrafluoroetilene (PTFE), e al “Teflon”, e al “Goretex” per l’abbigliamento sportivo, ma anche per la produzione di detergenti, cere per lucidare i pavimenti, pitture, vernici, pesticidi e schiume antincendio.

L’Agenzia per la protezione dell’Ambiente Statunitense (EPA) nelle sue avvertenze informa che i PFOS, oltre ai problemi di tossicità epatica, hanno evidenziato che un feto in via di sviluppo è particolarmente sensibile a queste sostanze; inoltre, vi è una ridotta fertilità e fecondità (3). L’EPA ha istituito, per i PFOA e i PFOS, delle consulenze sanitarie per gli operatori del sistema idrico potabile statale, e non allo scopo di fornire informazioni riguardanti i rischi della salute dovute a queste sostanze chimiche, ma per prendere misure adatte per la tutela della popolazione (4).

Come abbiamo visto i composti chimici Perfluorurati (PFC) sono contaminanti ambientali e sono largamente diffusi e hanno gravi ripercussioni negative sulla salute degli esseri umani e degli animali.

L’international Journal of Endocrinology (6) ha pubblicato uno studio italiano che aveva lo scopo di dimostrare e valutare le concentrazioni di acido Perfluooctano sulfonato e acido Perfluoctanoico nei bambini e negli adolescenti, l’incidenza nell’insorgere del diabete di tipo 1 nei soggetti malati rispetto agli individui sani. Sono giunti alla conclusione che livelli elevati di queste sostanze sono da considerare biomarker per lo sviluppo del diabete di tipo 1 nei bambini e negli adolescenti.

Numerosi studi sperimentali indicano che I PFAS sono in grado di alterare sia il metabolismo del glucosio che la secrezione di insulina; un lavoro clinico ha dimostrato che elevate concentrazioni ambientali (inquinamento) di PFOA sono significativamente associate a un aumentato rischio di diabete gestazionale, e quindi vi è possibile eziologia ambientale di questa patologia (7). Appare evidente che la “situazione ambientale” è estremamente complessa e che la sua risoluzione non va ricercata solamente nella medicina, ma impone un cambiamento radicale.

(continua)

Prof. Roberto Suozzi

Farmacologo Clinico

(1) [PDF]I composti perfluorurati (PFC), sono molecole in cui tutti i legami …

www.iss.it/binary/rcca/cont/I_composti_perfluorurati.pdf

Studio dell’influenza della contaminazione ambientale da PFOS e PFOA del Mar Mediterraneo sui prodotti della pesca. I composti perfluorurati (PFC), sono …
(2) Valutazione degli effetti a lungo termine sulla salute … – Regione Veneto

repository.regione.veneto.it/public/ee9ba54d89c499264600f8c1bff85a83.php?…it…

20 mar 2017 – svolgere una valutazione retrospettica della mortalità e … relazione sia agli alti livelli di PFOA e PFOS rilevati nel siero degli addetti ….. della causa di decesso al Comune di decesso per i decessi avvenuti prima del 1995.

(3) [PDF]Drinking Water Health Advisory for Perfluorooctane Sulfonate (PFOS)

https://www.epa.gov/…/pfos_health_advisory_final-plain.pdf

Drinking Water Health Advisory for Perfluorooctane Sulfonate (PFOS) – May 2016. 3. ACKNOWLEDGMENTS. This document was prepared by the Health and ..

(4)]Drinking Water Health Advisories for PFOA and PFOS – EPAhttps://www.epa.gov/…/drinkingwaterhealthadvisories_pfoa_pf… PFOA & PFOS Drinking Water. Health Advisories. Overview. EPA has established health advisories for PFOA and PFOS based on the agency’s assessment of .

(5) Enviromental Chemicals Perfluorinated Compounds (PFCs)

(6) International Journal of Endocrinology Volume 2015 (2015), High Levels of Perfluorooctane Sulfonate in Children at the Onset of Diabetes Barbara Predieri,1 Lorenzo Iughetti,1 Cristiana Guerranti,2 Patrizia Bruzzi,1 Guido Perra,2 and Silvano E. Focardi2

Department of Medical and Surgical Sciences of the Mother, Children and Adults, University of Modena and Reggio Emilia, 41124 Modena, Italy

2Department of Environmental Sciences “G. Sarfatti”, University of Siena, 53100 Siena, Italy

(7) 2015 Jan;103(1):184-9. doi: 10.1016/j.fertnstert.2014.10.001. Epub 2014 Oct 22.

A prospective study of prepregnancy serum concentrations of perfluorochemicals and the risk of gestational diabetes.

Zhang C1, Sundaram R2, Maisog J2, Calafat AM3, Barr DB4, Buck Louis GM2 Author information

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