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Migranti e Terra di lavoro. La memoria è una lancia!

In occasione della prossima mobilitazione il 16 dicembre prossimo, pensiamo sia importante ricordare quanto l’odissea dei migranti, dei sans papiers e di precari sia iniziata da tempo nel nostro paese e anche sul nostro territorio chiamato Terra di Lavoro.

Nell’agosto 1994 alcuni camorristi incendiarono il ghetto di Villa Literno, un’enorme bidonville ai margini del paese casertano. Attirati dalla raccolta del pomodoro quegli uomini erano diventati “troppi e fastidiosi”. Dopo una velenosa campagna contro i neri invadenti , sostenuta da un sindaco socialista, un ras locale, centinaia di uomini e donne persero il poco che avevano e furono costretti all’esodo forzato.

Parte con un lungo e inaspettato corteo domenicale ad Aversa il 19 novembre 1995 una mobilitazione di arabi, neri, rom sinti e antagonisti italiani, con la parola d’ordine “Senza frontiere senza padroni”per rispondere al decreto Dini.

Culminerà il 3 febbraio 1996 con 50.000 in piazza, la prima senza la CGIL, nel silenzio dei media appunto fino al 3 febbraio quando persino Il Manifesto troverà spazio per scriverne.

Il 3 dicembre del 1997 esplode una fabbrica di fuochi d’artificio nella campagne di Giugliano in Campania, muoiono due algerini, quindici sono feriti, alcuni gravi, tutti lavoratori al nero.

Il Commissariato di Giugliano il 24 dicembre, adducendo la motivazione di indagini, ferma otto lavoratori accompagnati solo da una militante antirazzista a loro sostegno, e li sequestra per quindici ore senza acqua né altro, tentando di fargli firmare deposizioni di comodo, per poi procedere all’espulsione, pur essendo loro vittime e testimoni dell’accaduto.

Un’interrogazione al Ministro degli Interni dell’allora parlamentare Mara Malavenda blocca il provvedimento mentre c’è un’attivazione di movimenti, gruppi antagonisti, del vescovo Nogaro che denunciano i fatti.

Il giorno 11 novembre 2017 a Gricignano di Aversa un profugo africano, Bobb Alagiee viene colpito da un proiettile in bocca esploso dal responsabile del Centro di Accoglienza Temporaneo, noto imprenditore e grande procacciatore di voti berlusconiano. Da giorni il giovane gambiano lotta tra la vita e la morte, abbandonato dalle istituzioni, all’ospedale Cardarelli di Napoli.

Da subito politicanti vari, il sindaco del paese in concerto con l’opera di un noto avvocato, legale che spesso difende sindaci e soggetti simili all’imprenditore, stanno tessendo una rete di complicità e sostegno che potrebbe portare in libertà lo “sparatore” ed espulsa la vittima.

Noi oggi abbiamo pensato di scrivere di questi fatti brevemente perché la manifestazione del 16 “FIGHT RIGHT” ricorderà anche questi altri momenti dell’odissea dei “dannati della globalizzazione” senza dimenticare le ignobili selezioni subite dai nostri migranti a New Haven, i morti di Marcinelle, i linciati di Aigues Mortes in Francia nel 1883.

Pezzi di memoria che servono agli attuali migranti e a noi.

 

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