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A fianco del compagno presidente Evo Morales, con i popoli e i governi dell’ALBA

La Conferenza del Presidente Aymara è stata introdotta dal  compagno Luciano Vasapollo, che ha evidenziato la grande sfida economica e politica lanciata al capitalismo e all’imperialismo nord-americano dalla Bolivia e dagli altri paesi dell’ALBA e anche da altri paesi del Continente Rebelde a guida realmente democratica e progressista..

Il processo rivoluzionario dell’ALBA ,  e in altri casi di profonda trasformazione politico-sociale, in corso nel continente sud-americano ,va oltre la semplice resistenza delle forze di classe contro il capitalismo, poiché è proprio in quello che gli imperialisti USA consideravano il loro cortile di casa che oggi si sta giocando la partita al livello più alto del conflitto internazionale capitale-lavoro, ponendo basi concrete per il superamento del sistema capitalistico e la costruzione del socialismo nel XXI secolo.

E’ questa la portata strategica del percorso iniziato nella Nuestra America del secolo XXI, ed è un segnale forte che le organizzazioni sindacali conflittuali e i movimenti sociali anticapitalistici che operano nel nostro paese,  e nel cuore imperialista dell’Europa,pur tenendo conto delle differenze fa i diversi contesti, devono saper cogliere e sviluppare, come è emerso con grande forza e coerenza di principi e di percorsi reali di lotta in questo importante incontro con il compagno Evo.

La Rete dei Comunisti è da sempre al fianco della Rivoluzione cubana e dei processi rivoluzionari e di autodeterminazione, di indipendenza e di interscambio solidale in corso in Bolivia, in Venezuela e nei paesi dell’ALBA. 

Come insegna la storia rivoluzionaria di Cuba, il socialismo è un processo in divenire e come tutti i processi deve fare i conti con inevitabili  contraddizioni e momenti di difficoltà, ma sempre deve rapportarsi al reale contesto storico, economico e sociale, questo è anche il nostro senso del socialismo possibile. E’  la strada che Cuba  percorre decisamente , coraggiosamente da oltre cinquanta anni ,e che gli consente anche oggi di fronte a una profonda crisi del capitalismo di carattere sistemico di preservare  senza esitazioni tutte le conquiste sociali e di classe, politiche e  in tutti gli ambiti dei diritti civili e politico-economici.

La totale inadeguatezza, invece, di gran parte della sinistra europea e dei sindacati tradizionali, che continuano contro ogni evidenza a perseguire l’idea della riformabilità del capitalismo,magari pensando a riproporre inappropriate e inapplicabili ricette keynesiane sperando di attenuare così lo scontro di classe, sta  rafforzando i potentati economico-finanziari e ostacolando la ripresa del conflitto sociale dal basso, unica via possibile per contrastare la  crescita dello sfruttamento e delle diseguaglianze imposte dalla attuale fase della mondializzazione capitalistica.

Non stupisce quindi più di tanto che la smarrita sinistra eurocentrica, non avendo un progetto politico da contrapporre alla crisi del capitale,  avendo abdicato alla logica consociativa e delle compatibilità di sistema “possibili”,tardi a comprendere e sottovaluti i segnali che con grande chiarezza ci giungono dal continente latino-americano e riaffermate con forza  in questa entusiasmante conferenza dal Presidente Evo Morales, continuando invece a proporre politiche collaborative tentando di unire ciò che è inconciliabile, cioè l’austerità e il suo opposto, ovverosia le politiche espansive per la crescita.

“Dobbiamo  costruire con le lotte anche noi la nostra ALBA, perché questa Unione Europea è contro i popoli e contro i lavoratori”  ha  sottolineato Luciano Vasapollo, ricevendo il sentito consenso dalle centinaia di compagni presenti, espressione  proprio di quelle realtà dell’antagonismo sociale, delle  forze e associazioni della solidarietà politica internazionalista, dei movimenti e organizzazioni sindacali conflittuali e dei comitati territoriali, insomma di tutti i compagni  “che lottano ogni giorno per dare un futuro e una speranza ai nostri popoli”.

La Rete dei Comunisti condivide ve agisce politicamente in assoluta sintonia con la pratica rivoluzionaria attuata dai paesi dell’ALBA,  e più volte sottolineato nel discorso del compagno presidente Evo, poichè l’unica strada da intraprendere può essere solo quella  di riappropriarsi del protagonismo politico di classe, di rilanciare la politica del conflitto sociale per  la realizzazione di un’alternativa anticapitalista,  che attui politiche economiche di rottura radicale con le compatibilità del profitto e del capitale, a partire dal sostenere la nazionalizzazione delle banche, delle imprese e dei settori produttivi strategici,  dirottando i fondi destinati al pagamento del debito pubblico in investimenti nel sociale, nel lavoro, nei saperi , nella scienza e tecnologia a favore della sostenibilità sociale e ambientale, nell’edilizia pubblica per garantire il diritto all’abitare.

Ed è questa la via che stanno percorrendo la Bolivia e i paesi dell’ALBA, come ha  ben rimarcatoil Presidente Evo Morales nel suo chiaro e appassionato discorso  politico ma anche proponendo reali alternative economiche, a partire ad esempio dal destinare tutti gli introiti derivanti dalle nazionalizzazioni del gas, dell’energia elettrica e delle telecomunicazioni,  per realizzare opere pubbliche e investimenti nelle infrastrutture sociali, nelle spese sociali e negli aumenti salariali.

“Governare vuol dire sacrificarsi e impegnarsi per il bene comune” è stata la sua semplice quanto efficace e condivisibile conclusione.

La riposta del mondo del lavoro e del lavoro negato alla crisi sistemica del capitale, che hanno determinato i poteri forti economico-finanziari del polo imperialista europeo ,è per noi la creazione di un area politico-economica libera e di interscambio alternativo e solidale, in primo luogo tra i paesi dell’Europa mediterranea, sui quali più direttamente la Germania ha indirizzato la crisi per accrescere il suo potenziale  espansivo nella competizione internazionale. E’ per questo che pensiamo che le organizzazioni di classe qui in Europa debbano rispondere con radicalità anticapitalista al’attacco in atto contro i lavoratori , con proposte che riprendano fortemente dal programma di Evo morales e il suo governo e dei governi dell’ALBA, a partire

dal rifiuto e l’azzeramento di una parte consistente del debito pubblico, a partire da quello con le banche e le istituzioni finanziarie, e l’imposizione di una rinegoziazione dello stesso residuo; la nazionalizzazione delle banche e la la nazionalizzazione dei settori strategici (energia, trasporti, telecomunicazioni, ecc.).

L’esempio dell’ALBA dimostra che ciò che oggi può sembrare irraggiungibile è invece realizzabile, solo con la lotta e con la volontà e la tenacia rivoluzionaria, costruendo l’organizzazione di classe, per porsi sul cammino lungo ma irrinunciabile della prospettiva del socialismoa possibile nel XXI secolo.

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