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Fuori il Pd dalle nostre piazze

Oscillo costantemente tra la voglia di togliere Facebook, sfogatoio dei peggio istinti per alcuni e campo di battaglia e infamate anziché di analisi politica per altri – i più vicini (paradosso) – e provare invece a porre di nuovo elementi di analisi politica. D’altronde devo prendere atto che tanti, che si definiscano di sinistra o meno, non frequentano per nulla, se non raramente, un’assemblea, così solo in Facebook trovano luogo dove confrontarsi (anche se spero non si pensi di “fare politica”).

Però mi sono molto arrabbiata quando, dopo tutto quello che è successo a Catania, qualcuno si è permesso di aprire una aspra polemica contro l’ammainamento obbligato delle bandiere del Pd anzichè di ringraziare i compagni e le compagne generosamente in piazza a stroncarsi sotto il sole e i manganelli. Dinamica che potrebbe ripetersi oggi in piazza a Milano, nell’ennesima piazza mista dove l’unico collante con un certo mondo pare essere l’antirazzismo.

Vedete, c’è un piccolo aneddoto che secondo me può rendere meglio la situazione, contestualizzarla con un elemento politico, visto che il resto pare non contare (sembra inutile ricordare il Pd del Jobs act e della Buona Scuola o la Leu pro Israele e ogni guerra votata fino ad ora,che ce la vorrei vedere la Boldrini a parlarci coi rifugiati palestinesi…). Così lo racconto, perchè evidentemente in tanti sono smemorati su cosa sia stato il Pd e quindi l’elencazione dei danni provocati da questo partito non paiono efficaci.

Durante l’alluvione a Lentigione, piccolo paesino della “rosa sbiadito” Emilia Romagna, una signora alluvionata, evidentemente incuriosita dal logo delle Bsa (che di certo non nasconde l’orizzonte politico di appartenenza), ci ha detto una cosa molto semplice. Che noi eravamo bravissimi, lavoratori instancabili, davvero solidali e umili, ma che lì, in paese e non solo, tutti odiavano “i comunisti” e “la sinistra” perchè il Pd aveva solo reso tutti più poveri.

Il particolare mi aveva colpito che lo dicesse proprio lei, lei che si è adoperata più di tutti nell’organizzare un piano solidale e collettivo di pulizia del paese, pranzi collettivi e bar gratuito per rifocillare i volontari. Oltretutto neppure italiana di origine, ma fiera elettrice leghista. Questo ci ha detto: voi siete bravi, siete diversi, ma la sinistra fa schifo quindi fate meglio a non dirlo che siete di sinistra, perché ci passate male anche se fate bene.

La saggezza popolare mi ha tirato una roncolata sulla nuca quel giorno, così ho lungamente pensato a quanto ormai sia un fardello definirsi “di sinistra”, ma inizialmente l’ ho pensato quasi solo come problema comunicativo, di frame narrativo da opporre al frame dominante.

Poi no, poi ho pensato che qui il problema, la separazione, è nettamente e squisitamente politica. Perchè appunto mi sono resa conto che col Pd non condividiamo mai le piazze in difesa del lavoro, contro le privatizzazioni o in difesa della scuola e dell’ambiente, ma solo ed esclusivamente quelle antirazziste.

Il punto sta proprio qua: la “sinistra liberal” è antirazzista in solo in termini etici perchè violentemente antipopolare in termini di visione delle condizioni materiali (casa, lavoro, salute, istruzione), culturali e psicologiche della classe.

Son profondamente convinta che la svolta reazionaria sia frutto non di immediato razzismo (il razzismo è solo una delle molteplici forme che assume la paura), ma della paura generata da un forte senso di precarietà, assenza di prospettive, impoverimento generale, tensioni internazionali. Paura alla quale la stessa “sinistra liberal” (che lo scrivo tra virgolette perchè per me il neoliberismo è di destra e quindi anche il Pd è un partito di destra) ha risposto con ennesime dosi di mercato: riuscire a criticare da destra pure il “decreto Dignità” era una operazione che poteva riuscire veramente a pochi “geni”, ma noi ci pregiamo di avere il Pd e quindi tutto può succedere.

Così, a chi passa le giornate a condividere indignato i post di Salvini come se questo risolvesse qualcosa, ma poi si incazza se si obbliga ad ammainare le bandiere di una storia infame, mi sento di dire che ciò che ora ci è davvero utile è fornire risposte opposte a quelle che ha fornito la “sinistra liberal” alla paura generata dalla crisi.

Un piano di proposta che contestualizzi la paura come frutto generalizzato della crisi del capitale e della supremazia dei mercati su tutto, prodotta anche e principalmente dal Pd.

Un piano di risposta sulle condizioni materiali di vita, non su presunti gradi di umanità, perchè sfrattare famiglie senza alternative come si è pavoneggiato di aver fatto il buon Nardella (più della Lega ne abbiamo fatti, strepitava baldanzoso ai giornali) e ancor più spesso Minniti è altrettanto inumano.

Una risposta che dica, molto semplicemente, che allo strapotere del mercato e del profitto opponiamo il potere delle nostre lotte organizzate in difesa delle nostre vite.

Lo dico perchè, tornando al dibattito facebookiano, sentirsi ripetere le solite cazzate sul settarismo di chi non vuole il Pd in piazza, è solo la forma assunta sempre più spesso dal dibattito: sterili sfoghi di bassa lega, banalizzazione, superficialità, quel sapor di “centrosinistra” mai abbandonato che riappare a cicli (prima tutti insieme contro Silvio e gli effetti li abbiam visti tutti, poi tutti insieme contro Salvini… poi poi…).

Quindi spero, tornando al succo politico, che si capisca un punto: il Pd ad oggi è come un virus, che qualsiasi cosa tocca rovina. Ma non per causa nostra, per ostracizzazioni estremiste o irresponsabilità rispetto alla gravità della situazione, ma perchè responsabile del precipitare delle condizioni di vita di milioni di sfruttati, che lo sanno benissimo e lo ricordano ogni giorno.

Lo so che tanti si ritengono superiori alla massa di “incolti” grillini, leghisti, astensionisti di vario genere, ma va anche detto che il bello del popolo è che è schietto e diretto quando la propria vita peggiora, perchè forse non avrà studiato quanto molti cari intellettuali, ma la fame la patisce (al contrario degli intellettuali).

Se vogliamo davvero salvare questo paese da una svolta reazionaria pesantissima, sono fermamente convinta sia proprio allontanandosi dalla colpevole sinistra liberal che possiamo farcela. Segnando una separatezza netta da chi è stato, e continua ad essere, antipopolare. Separatezza che già vive ed esiste in tutte le piazze e mobilitazioni, salvo quando si parla di antirazzismo.

Quindi no, nessuno va fisicamente allontanato dalle piazza antirazziste e antifasciste se viene dalla base del Pd (invece vi prego, datemi in mano Minniti…), ma il vessillo dell’antipopolare Pd non deve svettare nelle nostre piazze: non mi assumo la responsabilità del loro essere avversari di classe, siamo stati sempre dalla parte opposta della barricata e la loro bandiera mi fa schifo come quella della Lega.

Se non si afferra questo punto, vi invito a farvi un bel giro nei quartieri a chiedere pareri sul Pd: forse vi aprirà gli occhi molto più di un politicista e sterile dibattito “sull’unità”.

Grazie infinite ai compagni e alle compagne di Catania, che non confondono l’etica moralista con la lotta politica concreta, la morale religiosa con la lotta di classe.

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16 Commenti


  • Daniele

    FUORI, FUORI, FUORI LA MAFIA PDCGILCISLUIL NON SOLO DAI CORTEI, MA OVUNQUE!!!!!!!


  • Enrico

    Purtroppo a Milano le bandiere del.pd c’erano eccome!! E anche esponenti di primo piano di quel partito


  • Fabrizio

    La Lega è il nuovo partito fascista (e come si vede va alla grande), a breve fagociterà mezzo eletttorato dei 5s e diventerà primo partito.
    Un grande ringraziamento a Renzi che ha cercato di trasformare il PD nella nuova DC, svuotando la sinistra di elettori e di contenuti, e lasciando campo libero a populismo e intolleranza che ormai sono santificati tutti i giorni nei telegiornali.
    Sono d’accordo che i Piddini vadano messi di fronte alle loro responsabilità senza sconti.

    Votare PAP è un dovere in questo momento, ma dubito che riusciremo a contrastare la marea nera in espansione 🙁


  • Marco

    Tutto bene ma non mi piace la distinzione tra popolo che ha fame e intellettuale che c ha sempre il culo parato, non è vera. A volte ci sono intellettuali che fanno la fame etc. Creare divisioni su questo mi sembrano giochini facili
    Vedi cit

    “..Lo so che tanti si ritengono superiori alla massa di “incolti” grillini, leghisti, astensionisti di vario genere, ma va anche detto che il bello del popolo è che è schietto e diretto quando la propria vita peggiora, perchè forse non avrà studiato quanto molti cari intellettuali, ma la fame la patisce (al contrario degli intellettuali)..”

    Bello e condivisibile il resto dell articolo


  • Ciccio

    Può essere un’idea per fargli capire “qualcosa” (ai militanti piddini): -accettarli- ma senza bandiere… Siamo buoni, noi.
    In ogni caso per Marco: gli intellettuali sono utili ma non fanno la Rivoluzione, non l’hanno mai fatta.


    • Redazione Contropiano

      Marx, Engels, Lenin, Mao, Fidel erano tutti degli intellettuali, comunque…


  • leonardo

    A Forlì potere al popolo ha sottoscritto il documento di convocazione di una fiaccolata “antirazzista” insieme al PD e sfilando insieme al PD…


    • Redazione Contropiano

      sì, dove c’è solo il Prc (l’ala contraria a Pap) avviene questo…


  • Vlad

    in pratica quelli del Pd sono “social-fascisti” che è quello che ai tempi il Comintern diceva dei soicialdemocratici, quella posizione non ha portato bene. In Italia c’è il governo più reazionario della storia della Repubblica (a pate Tambroni), le divisioni tra sinistra radicale e lieral non faranno che favorirlo


    • Redazione Contropiano

      non sono “socialfascisti”, sono neoliberisti puri, antipopolari fino al midollo, “partito delle banche” e/o dei Benetton…


  • Mic

    Non stupitevi di trovare il pidì alle «manifestazioni» convocate dai sentinelli e da radio popolare, alias l’ufficio stampa del pidì a Milano…


  • lia sophia

    Piccola riflessione.
    l’antiberlusconismo di ‘sinistra’ ‘embrassons nous’ (pd,rifognazione,leu) ci ha portato a renzi che ha realizzato il propgramma del nano. Non vorrei che l’antifascio5stalle finisse per divvenire così…
    Quindi; AVVISO AI NAVIGANTI: se alle manifestazioni vedete i dirigenti della questa sinistra finta e imbelle avete 2 possibilità:
    1 fategli capire con le maniere proletarie che non sono gradite le provocazioni (vale anche dai 15 a 40 giorni di prognosi)
    2 giratevi di spalle ed abbandonate la manifestazione di 4 gatti bandierati, ricominciate il lavoro politico dal basso.
    Buon lavoro Compagni.


  • Vlad

    ok sono neoliberisti, la sostanza di quello che ho detto non cambia: invece di unire tutti coloro che sono contro questo governo di ulradestra ci si divide.


    • Redazione Contropiano

      La sostanza è proprio quello che cambia tutto… Il Pd non è come i socialisti degli anni ’20 (tiepidi riformisti anziché rivoluzionari), ma l’interprete feroce delle politiche economiche e sociali che hanno devastato il nostro blocco sociale gettandolo in pasto alla destra per reazione… Unirsi con il Pd equivale a dire: siamo anche noi delle bestie che vi prenderanno per il sedere finché campate… Basta vedere che tipo di opposizione stanno facendo sul piano economico: di ultradestra…


  • Mic

    Dice bene la redazione, e invito chi parla in buona fede di «unirsi» a riflettere su un paio di cose:
    a) Il governo attuale è l’EFFETTO, i governi pidì sono la CAUSA. Sul piano sociale, il pidì ha condotto una politica ultrapadronale (tagli, privatizzazioni, celochiedeleuropa) che è oggettivamente di pura destra, tentando al tempo stesso di salvare la propria immagine di «sinistra» attraverso pseudo-provvedimenti di facciata e a costo zero sul fronte dei «diritti civili» (coppie di fatto ecc) e attraverso una linea ufficialmente «buonista» (ma in realtà repressiva) sul fronte dell’immigrazione. Ed è stato proprio questo «pacchetto pidì» a rendere credibile, per molti lavoratori, un Salvini che si presenta a un tempo come amico dei lavoratori e nemico delle minoranze e degli immigrati. Com’è possibile lottare contro l’effetto senza lottare contro la causa? Com’è possibile lottare contro la lega senza lottare contro il pidì?
    b) Nel caso di iniziative come quella di Milano (con buona pace delle realtà che hanno partecipato in buona fede), l’obiettivo politico-elettorale di «ricomporre tutta l’opposizione al governo… sotto la guida del pidì» è assolutamente manifesto: non a caso la Boldrini (che ha partecipato) ha parlato subito di «lista unica», e non a caso ieri sera un giornalista di Radio Popolare (grande sponsor dell’iniziativa) si rallegrava in onda con entusiasmo, insieme al portavoce dei Sentinelli (promotori dell’iniziativa), del fatto che i pidini non fossero stati cacciati dagli altri manifestanti…


  • Marc Yustin

    Secondo me non bastano le lotte, bisogna proporre alternative di autogestione economica immediata. La forza del movimento operaio dell’Ottocento era di avere alle spalle il movimento cooperativo e le mutue operaie.

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