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Amnesie parallele su migranti e ius soli, tra Renzi e i Cinque Stelle

Venerdì scorso Matteo Renzi ha accusato il PD di “[…] aver esasperato il tema degli sbarchi”, considerati “minaccia alla democrazia” e di “[…] non aver posto la fiducia sullo ius soli”.

Ma Renzi pare essersi completamente dimenticato (gli succede spesso) che la missione che salvava vite nel mar Mediterraneo si chiamava “Mare Nostrum”, e fu interrotta proprio dal suo Governo che la sostituì, il 18 maggio 2015, con la “Missione Sophia”.

La nuova operazione era in linea con le indicazioni provenienti dall’Unione Europea che, nel giugno 2015, ufficializzò la Missione Sophia fornendo la seguente motivazione: “ […] si tratta di un necessario avvio di sforzi sistematici per individuare, catturare e distruggere le navi ed attrezzature utilizzate o sospettate di essere utilizzate da contrabbandieri e trafficanti di migranti.

La Commissione Juncker, in particolare l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, presentò la “Missione Sophia” come “un contributo fondamentale alla lotta contro l’instabilità nella regione mediterranea e come un modo per ridurre la perdita di vite umane in mare e aumentare la sicurezza dei cittadini europei.

Ma, in buona sostanza, la nuova missione aveva il mero scopo di fermare gli sbarchi e rimandare i migranti in Libia, nelle condizioni che sappiamo e che sapevamo anche allora.

Nulla di molto diverso, dunque, da ciò che sta facendo Salvini il quale, però, ha pensato bene di trarre profitto dalle contraddizioni ed ambiguità europee per costruire, intorno ad una tragedia di dimensioni epocali, un’impressionante macchina propagandistica che è riuscita, in pochissimo tempo, a moltiplicare i suoi consensi attraverso una campagna permanente fondata sul razzismo e sulla retorica neonazionalista del “prima gli italiani”.

D’altronde Renzi, anche quando passò la mano dopo la batosta al referendum costituzionale, appoggiò entusiasticamente la linea Minniti-Gentiloni tanto che, il 12 febbraio del 2018, ancora segretario del Partito democratico, dal palco di Firenze affermò: “[…] Se gli sbarchi sono venuti meno è grazie alla intelligente azione di contrasto di questo periodo. Il PD non ha alcuna remora a dire grazie a Minniti e al governo (Gentiloni) per il lavoro straordinario che è stato fatto!“.

Quanto alla mancata approvazione dello ius soli, la legge non fu approvata per mancanza del numero legale al Senato (mancarono 33 senatori). Il 23 dicembre 2017, nell’ultima seduta prima della pausa natalizia, per la votazione dello ius soli (il disegno di legge che prevedeva di concedere la cittadinanza italiana alle persone nate in Italia o che sono arrivate qui molto presto, alla presenza di alcune condizioni) erano assenti tutti i 35 senatori del Movimento 5 Stelle (alcuni erano in realtà presenti in aula, ma hanno deciso di non rispondere), così come tutti i senatori di Gal, Ala, Alternativa Popolare e Lega, quasi tutta Forza Italia, 29 senatori del PD (su 89) e 3 (su 16) di Mdp.

Erano dunque assenti non solo i rappresentanti dei partiti contrari alla legge, ma anche una buona parte di quelli teoricamente favorevoli.

Ma era stato proprio Renzi a buttare la palla in là quando il 17 ottobre 2017 dichiarò di non condividere l’approccio dei parlamentari perché, secondo lui “[…] ne avevano fatto la loro unica battaglia di principio” e che, pertanto, “la legge avrebbe potuto essere rimandata alla prossima legislatura”.

Le elezioni del 4 marzo 2018, come sapete, ebbero poi come vincitori la Lega di Salvini ed il Movimento 5 Stelle che dopo essere stati avversari in campagna elettorale si unirono per fare il “contratto di governo”.

Nel famigerato “contratto” non v’era più nessuna traccia dello ius soli: il Movimento 5 Stelle, che nel giugno del 2013 lo aveva proposto, se lo rimangiò, per fare il governo con la Lega.

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1 Commento


  • Manlio Padovan

    Non so cosa scrivere se non che io a 83 anni ne ho le palle piene non della politica, bensì dei politici che mi paiono, senza dubbio alcuno e per la più parte, dei veri e propri cialtroni. Qualcuno dice che la politica serve ad apparire ed è il motivo per cui tanti imbecilli ci si dedicano.
    E chi ci rimette è la politica.

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