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Nuova forte scossa in Nepal, decine di morti

Sono una sessantina i morti provocati in Nepal dal sisma di magnitudine 7.3 di ieri, tecnicamente un movimento di assestamento conseguenza del terremoto del 25 aprile.
Una nuova scossa, tuttavia, percepita con forza particolare e che, anche per la precarietà della situazione del territorio e delle costruzioni, ha segnato profondamente non solo le condizioni degli abitanti, ma soprattutto la loro psiche.
Alto anche il numero delle vittime nella confinante India, almeno 44 (42 nello Stato del Bihar e due nell’Uttar Pradesh). Un morto finora accertato nel Tibet cinese.
La maggior parte delle vittime accertate, tra cui almeno 1200 feriti, si trovano in aree a est della capitale Kathmandu già duramente colpite quasi tre settimane fa. L’emergenza si è dunque aggravata, anche se l’imponente macchina degli aiuti già presente sta contribuendo a reagire con prontezza e in prospettiva potrà rendere meno problematica per residenti e sfollati la vita nel prossimo futuro.
Impegnato in una operazione di soccorso, è scomparso a poche ore dalla scossa un elicottero militare statunitense con a bordo sei marine e due soldati nepalesi. Le ricerche in corso nella impervia area di Charikot, a oriente della capitale, sono condotte da 400 esperti e volontari attorno a un fiume dove il velivolo, un UH-1Y Huey, potrebbe essere caduto.
La rinnovata emergenza ha evidenziato però anche le carenze nei soccorsi, di cui in parte è responsabile il ridotto afflusso di finanziamenti che i paesi donatori dovrebbero stanziare. Sono circa 25 milioni di dollari, quelli già messi a disposizione, mentre i restanti di 423 milioni stimati necessari dalle Nazioni Unite restano a momento solo promessi.
Di particolare preoccupazione la condizione di 1,7 di milioni di bambini che l’Unicef stima colpiti direttamente dalla catastrofe e su cui incombono malattie e disagi, ma anche il rischio di diventare preda di bande di trafficanti e, alla fine, la difficoltà di ritornare nelle scuole il 29 maggio, come previsto, date le condizioni proibitive in diversi distretti.

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