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Cosimo o Matteo? I servi(zi) della Rai

Cosimo o Matteo?

 

Ammetto che da vetero comunista, vedo sempre il male in molte cose connesse in qualche modo con il potere dominante, ma la serie della RAI sulla dinastia fiorentina dei Medici andata in onda martedì sera su Rai 1 ha una puzza di manipolazione molto acre.

La coincidenza con il viaggio di Matteo Renzi dal premio nobel per la guerra Obama, con al seguito Pinocchio-Benigni e i soliti nani e ballerine di craxiana memoria, è troppo smaccata.

Oltre l’impianto della narrazione stile “Grande bellezza”, risaltano alcune frasi ripetute dai protagonisti alquanto sospette.

La costruzione della cupola del Brunelleschi è spacciata come politica Keynesiana ante-litteram per dare lavoro ai fiorentini affamati e richiama troppo da vicino l’ideologia delle grandi opere (inutili) per cui Expò, Tav, Olimpiadi, Mose, Trivelle nell’Adriatico, eccetera, evidentemente sono solo una ricaduta nell’oggi di buone pratiche(?) passate.

C’è anche la frase ripetuta dai Medici ossessivamente che “il Male può portare un Bene”, per cui  parallelamente si dovrebbe pensare che Job act, “buona scuola”, stupro della costituzione,  ed altre amenità del governo Renzi andrebbero viste con occhi diversi e in prospettiva futura.

Da piccolo, però mi hanno insegnato di attenermi al bene e allontanarmi dal male, e per questo sono diventato comunista.

Sarà interessante vedere quali altre perle verranno date nelle prossime puntate della serie sui Medici, e come tratterà alcune nefandezze di tale dinastia, quali l’asservimento di Piero al re straniero Carlo VIII a cui cedette Pisa e Livorno con conseguente rivolta popolare, o Cosimo I che consegnò al Papa l’umanista Pietro Carnesecchi sotto la sua personale protezione, poi bruciato sul rogo dell’inquisizione romana a piazza di Ponte sant'Angelo.

Credo che da qui al 4 dicembre, oltre ai regali con la Finanziaria, vedremo ancora molti altri conigli uscire dal cappello del prestigiatore Renzi.

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1 Commento


  • Eli

    Anch'io ho notato le stesse cose!

    Addirittura, la promessa sposa di Cosimo, mentre sono a tavola con la famiglia e si parla della costruzione della cupola, gli dice: "Tu crei lavoro a Firenze…". Ho fatto un salto sulla poltrona!

    Mai una donna del Quattrocento si sarebbe espressa in quel modo, con quei termini.

    La cosa è dovuta all'ignoranza di chi ha scritto la sceneggiatura o ad una capziosità di fondo?

    Inoltre Cosimo è presentato come un "buono" che va spesso in chiesa a pregare, mentre era un uomo privo di scrupoli, spietato e corrotto, che solo in età avanzata, per paura della morte, fece ingenti donazioni alla chiesa con la speranza di salvarsi l'anima.

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