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Paese Basco: appuntamento con la storia. Forte attesa per Amaiur

Urne aperte nello Stato Spagnolo; con i sondaggi che prevedono una vittoria schiacciante della destra del PP e un crollo storico dei socialisti. Ma il panorama elettorale così come oggi lo vedono i baschi è tutt’altro, sicuramente meno asfissiante. Il quotidiano basco Gara, nel suo editoriale di oggi, così riassume la giornata: nei Paesi Baschi dalle urne ci si aspetta un forte cambiamento dello scenario politico, a fronte di un semplice cambiamento di facce, di una alternanza formale a Madrid.
Così come a Madrid, anche nelle quattro province basche del sud le elezioni odierne avranno un carattere storico e, come si dice in questi casi, ‘entreranno negli annali’. Ma per un motivo diverso e opposto rispetto alla cosiddetta ‘Spagna profonda’.
Dai sondaggi emerge che anche qui i socialisti perderanno parecchio terreno, a vantaggio dei popolari. Ma soprattutto che l’inedita alleanza tra tutti i partiti della sinistra indipendentista – Amaiur – potrebbe giungere in testa o comunque tra i primi. Quali che siano i risultati esatti del voto – li sapremo già stasera a poche ore dalla chiusura dei seggi – spicca che per la prima volta i baschi – e di rimando gli spagnoli – vanno oggi alle urne senza che sullo sfondo ci sia lo spettro dell’attività armata dell’ETA. Esattamente un mese fa, il 20 ottobre, l’organizzazione attiva dal 1958 ha annunciato, attraverso un video, la fine definitiva della lotta armata, come contributo al raggiungimento di uno scenario di assenza di violenza all’interno del quale tutte le opzioni politiche possano godere delle stesse opportunità e quindi battagliare sul piano delle idee e delle proposte.

La dichiarazione è giunta in anticipo, a sorpresa. La si attendeva dopo le elezioni. Ma è arrivata giusto in tempo per permettere alle varie forze della sinistra indipendentista di potersi coalizzare anche a livello statale dopo l’ottimo risultato di Bildu alle amministrative. In tempo, forse, per dare un segnale all’elettorato spagnolo ed incidere così sugli equilibri elettorali tra i due maggiori partiti statali. Alcuni analisti scommettono che ETA, visti i sondaggi che vedevano assegnare una maggioranza assoluta al Partido Popular, abbia voluto concedere ai socialisti di giocarsi la carta della ‘sconfitta del terrorismo’. Un tentativo di fornire qualche argomento a Rubalcaba e ai suoi, in modo da sottrarre al PP qualche seggio ed evitare che Rajoy spadroneggi a Madrid. Cinicamente, che a governare la smobilitazione dell’ETA sia la destra è una prospettiva auspicabile per gli indipendentisti. I socialisti all’opposizione potranno sì criticare i popolari per aver ‘ceduto alla trattativa coi terroristi’. Ma Rajoy non avrebbe problemi a destra, e quindi potrebbe contare su un margine di manovra più ampio di Rubalcaba. Ma una maggioranza troppo ampia ai popolari sarebbe controproducente per i baschi.
I socialisti, e Zapatero in particolare, ebbero l’occasione di chiudere definitivamente la partita con ‘il problema basco’ alcuni anni fa. Ma l’eroe che oggi abbandona la scena con la coda tra le gambe si fece sfuggire, colpevolmente, l’occasione e tutto è stato rimandato. Comportando una inutile e dolorosa dose di ulteriori sofferenze da una parte e dall’altra.

Tornando alla mossa dell’ETA, non sembra che abbia avuto un grande effetto sugli equilibri elettorali. Lo vedremo stasera se i socialisti recupereranno qualche punto in modo da sottrarre al PP la maggioranza assoluta. Certo è che la gravità della crisi economica e sociale che investe la Spagna, oltre al resto dell’Europa, ha tolto importanza al tradizionale argomento elettorale della ‘lotta al terrorismo’…

Oggi uno scenario alla nordirlandese sembra assai più vicino, e il risultato elettorale di stasera potrebbe rappresentare un elemento importante della road map verso la normalizzazione. I sondaggi prevedono un ulteriore calo dei socialisti, che perderebbero consensi non tanto verso la destra quanto proprio nei confronti della coalizione della sinistra indipendentista Amaiur. Già alle amministrative del maggio scorso Bildu (formata dagli indipendentisti, dai socialdemocratici nazionalisti di EA e dalla scissione di Izquierda Unida ‘Alternatiba’) aveva ottenuto un risultato straordinario, attraendo voti socialisti nella cintura operaia di Donostia e in alcuni centri industriali della costa bilbaina. Per la prima volta gli indipendentisti si sono aggiudicati la città e la provincia di Donostia-San Sebastian. Entrati nelle stanze dei bottoni gli ex di Batasuna – sui quali pende la spada di Damocle della messa fuori legge e della inabilitazione – hanno cominciato a intervenire sui temi cari all’opinione pubblica locale: l’Alta Velocità, i servizi pubblici, gli inceneritori e la differenziata, i porti turistici, la cultura. Conquistando nuovi consensi.

La dichiarazione dell’ETA del 20 ottobre ha reso possibile l’impensabile: la rimozione della lotta armata dal tavolo ha permesso a Bildu di attrarre a sé anche i moderati di Aralar, formazione nata da una scissione ‘pacifista’ e socialdemocratica di Batasuna e negli anni consumatasi nel tentativo di entrare nell’orbita del PNV e di Izquierda Unida. La scomparsa dell’elemento discriminante – la condanna o meno dell’attività armata – permette oggi a tutta la sinistra indipendentista e nazionalista di presentarsi unita per la prima volta nella storia. E di tornare in pompa magna all’odiato parlamento di Madrid. I sondaggi prevedono dai 5 ai 7 seggi per Amaiur, un risultato straordinario. ‘Porteremo alle Cortes la voce e le aspirazioni del popolo basco’, hanno ripetuto i suoi portavoce in queste due settimane di campagna elettorale. La creazione di questa inedita coalizione ha già avuto degli effetti significativi: ha fatto saltare in Navarra la coalizione ‘Nafarroa Bai’ tra Aralar e i democristiani del PNV. Ma soprattutto sta stringendo ad un angolo proprio questi ultimi, abituati a fare l’en plein e a giocarsi a Madrid – e soprattutto nei consigli di amministrazione di banche ed enti pubblici – il proprio ruolo di ago della bilancia tra i nazionalisti spagnoli e gli ‘indipendentisti violenti’. Il giocattolo si è rotto e anche per il PNV i sondaggi annunciano una perdita netta di consensi. Domani la distribuzione dei seggi per le 4 province basche spagnole potrebbe vedere una ripartizione relativamente equa, ed inedita, tra 4 grandi blocchi: PP e PSOE per quanto riguarda il voto ‘spagnolista’, PNV e Amaiur sul fronte del nazionalismo basco.

Un’affermazione in grande stile di Amaiur – e della destra – obbligherebbe socialisti e democristiani baschi a farsi da parte. A fronte di un cambiamento così radicale dello scenario elettorale sarebbero spinti a sciogliere il Parlamento regionale basco e ad indire elezioni anticipate. 

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