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Russiagate: spunta anche Assange, ed è in arrivo una “tempesta”.

Potrebbe essere il copione di una serie tv ben fatta, articolata, piena di colpi di scena, con decine di personaggi che improvvisamente irrompono, facendo crescere la suspence e l’attesa di un epilogo che al momento non appare chiarissimo. Anche se per molti la tempesta è ormai in arrivo…

Parliamo di Russiagate, l’inchiesta sulle presunte interferenze russe a sostegno di Donald Trump nel corso della campagna elettorale e poi durante le elezioni del 2016, che videro il tycoon trionfare – un po’ a sorpresa – su Hillary Clinton.

Quella che all’inizio sembrava una indiscrezione giornalistica pompata in modo un po’ sensazionalistico, nei mesi è diventata una inchiesta ampia, approfondita e molto “reale” nei suoi sviluppi.

Il procuratore speciale Robert Muller, settimana dopo settimana, ha stretto sempre più il cerchio intorno a Trump e al suo entourage, dando sostanza ad una indagine che ormai è impossibile ignorare, come di fatto sta tentando di fare il presidente Usa.

L’ultimo colpo di scena riguarda il coinvolgimento di Julian Assange, il fondatore di Wikileaks: secondo il Wall Street Journal, all’interno di uno scambio di e-mail tra Roger Stone e Sam Nunberg – due collaboratori di Trump durante la campagna elettorale – verrebbe fuori la notizia di un incontro (una cena) tra lo stesso Stone ed Assange. C’è anche una data: 3 agosto 2016. In una mail del 4, infatti, era descritto l’incontro, poi smentito dallo stesso Stone con tanto di “prove ed evidenze” di una sua presenza a Los Angeles nel giorno in cui si sarebbe incontrato con Assange.

Ma evidentemente qualcosa di possibile c’è, per Mueller ed il suo staff di investigatori: ad insospettire gli inquirenti, sempre secondo il WSJ, la pubblicazione da parte di Wikileaks di migliaia di mail sottratte allo staff della Clinton che, sempre secondo l’ipotesi di accusa, sarebbero state ottenute dall’attività di alcuni hacker russi.

Questo, in breve, il quadro investigativo. Un altro tassello di un puzzle che – sebbene a volte appaia un po’ “forzato” nel voler trovare connivenze tra Trump e Putin – più passa il tempo e più appare quantomeno plausibile, ed utilizzabile anche strumentalmente per attaccare l’attuale amministrazione americana.

Ma la “notizia di giornata” – o quantomeno la previsione – peggiore per Trump arriva da una intervista rilasciata alla rete Abc da Alex Castellanos, “spin doctor” repubblicano che ha lavorato alle campagne per Jeb Bush e Mitt Romney (senza grandi successi – ndr).

Secondo lui, Trump dovrebbe iniziare a “rinforzare il team legale” in attesa delle elezioni di Midterm, quando secondo molti analisti i repubblicani potrebbero perdere anche in modo significativo. Per Castellanos è probabile che Muller possa andare a mettere le mani anche nella complessa storia finanziaria di Trump, ed i risultati di un ulteriore allargamento dell’indagine, uniti al risultato elettorale avverso, potrebbero voler significare impeachment.

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