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Contro Jalil e le Pantere Nere una vendetta lunga mezzo secolo

Jalil Abdul Muntaqim (Anthony Bottom, 18 ottobre 1951) è un ex membro del partito della Pantere Nere (Black Panther Party) e dell’Armata di Liberazione Nera (BLA). Il 21 maggio 1971, fu arrestato in California insieme a Albert “Nuh” Washington e Herman Bell e condannato per le uccisioni di due poliziotti di New York, senza che vi fossero prove convincenti a suo carico. Jalil, dopo quasi mezzo secolo, è ancora rinchiuso in prigione.

La sparatoria in cui morirono i due poliziotti avvenne dopo che George Jackson fu ucciso dalle guardie durante un tentativo di fuga nella prigione di San Quentin nel 1971.

L’avvocato di George Jackson, Stephen Bingham, fu accusato di aver armato Jackson in prigione con una pistola da 9 mm. Bingham, che era bianco, fuggì e andò in esilio fino a quando, nel 1984, venne ritenuto innocente. Chi ha portato la pistola a George Jackson non è stato mai identificato, ma molti attivisti suggeriscono che vi fu un “gioco sporco” da parte del governo dell’epoca.

In tutti questi anni di galera Muntaqim si è attivato nel sostenere i prigionieri politici e i loro diritti civili.  Nel 1976, fondò la campagna dei prigionieri nazionali per presentare petizioni alle Nazioni Unite e per riconoscere l’esistenza di prigionieri politici negli Stati Uniti. Jalil è anche coinvolto nel progetto nazionale dei prigionieri “Afrikan Studies”, un’organizzazione che educa i detenuti a riconoscere e rivendicare i propri diritti.

Jalil sta pagando le sue scelte politiche giovanili oltre ogni ragionevolezza e su di lui e sugli altri ex membri delle Pantere Nere si sta solo consumando una atroce vendetta.

E dopo mezzo secolo sono ancora in carcere Mumia Abu-Jamal, Leonard Peltier (delll’AIM, Movimento di Liberazione dei Nativi Americani) ed altri ex militanti meno noti del Black Panther Party.  Jalil, Mumia e Leonard erano considerati persone «da sorvegliare e internare in caso d’allerta nazionale» e con questa motivazione furono inseriti nel “Cointelpro”, un programma d’infiltrazione e di controspionaggio di cui sono state vittime anche altri membri delle Pantere Nere.

Nonostante l’appoggio del consigliere Charles Barron (anch’egli in passato militante nelle file del movimento rivoluzionario nero), la Commissione per la libertà vigilata, il 17 novembre del 2009, negò la libertà a Jalil che rimase così rinchiuso nel famigerato carcere di Attica, per poi essere trasferito a quello di Southport vicino a Elmira, New York, all’inizio di gennaio 2017.

E’ attiva una campagna per tirare fuori di galera Jalil e le altre pantere nere, ma negli USA di quel Donald Trump che ha appena ricevuto l’endorsement del Ku Klux Klan per le prossime elezioni presidenziali l’aria non sembra proprio tirare per il verso giusto.  Mentre molti chiedono il rilascio di Jalil e degli altri ex BPP, le autorità USA non pare abbiano alcuna intenzione di ascoltare i tanti appelli lanciati in loro favore.

L’ex sindaco di New York, Michael R. Bloomberg,  ha recentemente reso pubblica la sua contrarietà alla liberazione di Jalil Abdul Muntaqim con queste parole “il crimine di Anthony Bottom (Jalil) è imperdonabile, e le sue conseguenze rimarranno per sempre con le famiglie degli agenti di polizia, così come gli uomini e le donne del dipartimento di polizia di New York City.”.

Il video che segue è stato prodotto dallo storico quotidiano britannico The Guardian.

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