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Sud Africa: l’ANC sceglie di governare con i liberalconservatori

Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa è stato rieletto dai deputati del parlamento del Sud Africa venerdì, per un secondo mandato, dopo che il suo partito ha stretto un inedito accordo di coalizione con uno dei suoi, ormai ex, avversari politici – almeno fino a poche ore prima del voto – la Democratic Alliance che ha ottenuto la vice-presidenza dell’Assemblea Nazionale.

Ramaphosa, leader dell’African National Congress, ha vinto in modo ampio in Parlamento contro un candidato “a sorpresa”, Julius Malema della sinistra radicale dell’Economic Freedom Fighters. Ramaphosa ha ricevuto 283 voti contro i 44 di Malema nei 400 membri del Parlamento.

Il 71enne Ramaphosa si è quindi assicurato il suo secondo mandato con l’aiuto dei deputati del partito liberista e conservatore espressione della minoranza bianca benestante – l’Alleanza Democratica – e di alcuni partiti minori tra cui l’Inkatha, tradizionale formazione “tribalista” degli Zulu. Questi ultimi lo hanno sostenuto nel voto e gli hanno fatto superare il traguardo dopo che l’ANC ha perso la maggioranza assoluta in una storica elezione di due settimane fa che l’ha ridotta a 159 seggi in Parlamento, e a “raccattare” malamente i voti alla sua destra per un governo di unità nazionale dal futuro più che mai incerto, ancora prima di essere formato.

Una situazione, quella del “crollo” elettorale dell’ANC prevista a grandi linee dai sondaggi https://contropiano.org/news/internazionale-news/2024/06/01/elezioni-in-sud-africa-uno-scenario-incerto-0173043 al di là dell’ottimismo di maniera del suo leader.

Durante una pausa di quella che si è rivelata una maratona parlamentare, l’ANC ha firmato l’accordo dell’ultimo minuto con il DA, garantendo di fatto a Ramaphosa di rimanere alla guida dell’economia più industrializzata dell’Africa ed uno dei paesi dei BRICS. I partiti governeranno ora il Sudafrica nella sua prima coalizione nazionale in cui nessun partito ha la maggioranza in Parlamento ma con l’ala liberar-conservatrice e filo-occidentale che avrà un immenso potere di ricatto.

Ramaphosa ha definito l’accordo – che ha mandato il Sudafrica in acque inesplorate – una “nuova nascita, una nuova era per il nostro Paese” e ha detto che è giunto il momento per i partiti “di superare le loro differenze e di lavorare insieme“. Questo è ciò che faremo e questo è ciò che mi impegno a realizzare come presidente“, ha dichiarato.

L’ANC ha governato il Sudafrica con una solida maggioranza dalla fine del sistema dell’apartheid. Ma ha perso la sua maggioranza trentennale nelle elezioni nazionali del 29 maggio, un punto di svolta per il Paese.

Molti analisti avvertono però che potrebbero esserci delle complicazioni, date le visioni contrastanti dell’ANC e la DA, che ha ottenuto il 21% dei voti alle elezioni nazionali, qualificandosi come seconda forza politica nazionale.

Il DA, per esempio si è trovata in disaccordo con l’iniziativa del governo dell’ANC di accusare Israele di genocidio a Gaza presso la massima corte delle Nazioni Unite https://contropiano.org/altro/2024/01/15/lazione-del-sudafrica-e-una-sconfitta-delloccidente-0168422 .

Il leader del DA John Steenhuisen è stato il primo a confermare l’accordo. Da oggi, il DA governerà la Repubblica sudafricana in uno spirito di unità e collaborazione“, ha dichiarato Steenhuisen, che si è allontanato dai lavori di venerdì per un discorso trasmesso in diretta televisiva in cui ha affermato che l’accordo è stato firmato e che i legislatori del DA avrebbero votato per Ramaphosa come presidente.

La sessione del Parlamento è iniziata alle 10 del mattino nell’insolita cornice di un centro congressi vicino al lungomare di Città del Capo, dopo che lo storico edificio dell’Assemblea Nazionale della città è stato sventrato da un incendio nel 2022. L’Assemblea per ore ha visto prestare il giuramento da parte di centinaia di nuovi legislatori, infine ha eletto uno speaker e un vice speaker.

La votazione per il presidente è iniziata a tarda notte, con i risultati annunciati ben oltre le 22. Ramaphosa ha terminato il suo discorso di accettazione mentre l’orologio superava la mezzanotte e arrivava a sabato.

Il partito MK dell’ex presidente Jacob Zuma ha boicottato la sessione, ma ciò non ha influito sul voto, poiché è necessario solo un terzo dell’Assemblea per raggiungere il quorum.

Il segretario generale dell’ANC, Fikile Mbalula, ha dichiarato che il partito è aperto a dialogare con chiunque voglia entrare nel governo di unità. Ci sono 18 partiti politici rappresentati in Parlamento e ha affermato che l’accordo multipartitico “darà priorità al Paese al di là delle divisioni politiche e ideologiche“.

Alcuni partiti, tra cui l’EFF di Malema, hanno rifiutato di aderire ed ha usato toni asprissimi nei confronti dell’ANC che ha fatto questo tipo di scelta.

Gli altri due partiti che hanno aderito all’accordo di coalizione sono il Partito Inkatha per la Libertà e l’Alleanza Patriottica, che ha attirato l’attenzione anche perché il suo leader, Gayton McKenzie, ha scontato una condanna per rapina in banca.

McKenzie ha detto che gli è stata data una seconda possibilità nella vita e che anche il Sudafrica ne ha una ora, una possibilità di risolvere i suoi profondi problemi socio-economici.

L’ANC aveva una scadenza per trovare un accordo di coalizione, dato che il Parlamento doveva votare il presidente entro 14 giorni dalla proclamazione dei risultati elettorali il 2 giugno. L’ANC ha cercato di trovare un accordo di coalizione per due settimane e le trattative finali sono andate avanti nella notte tra giovedì e venerdì, hanno dichiarato i funzionari del partito.

Il Sudafrica non ha affrontato un tale livello di incertezza politica da quando l’ANC è salito al potere nelle prime elezioni del 1994, che hanno posto fine a quasi mezzo secolo di segregazione razziale. Da allora, ogni leader sudafricano proviene dall’ANC, a partire da Mandela.

Il nuovo governo di unità ha anche ricordato il modo in cui Mandela – ma vogliamo sottolineare in tutt’altro contesto di transizione – il primo presidente Nero del Sudafrica, invitò gli avversari politici a far parte di un governo di unità nel 1994, in un atto di riconciliazione quando l’ANC aveva la maggioranza. Ramaphosa, da giovane politico, aveva svolto un ruolo chiave in quei negoziati.

É un vero e proprio terremoto politico che potrebbe mettere in discussione la storica alleanza con il Partito Comunista Sud Africano (SACP) e la Confederazione sindacale COSATU che avevano dato indicazione di voto e fatto propaganda, anche questa volta, per l’ANC.

La dirigenza comunista aveva dichiarato che avrebbe fatto pressioni per scongiurare l’accordo con la DA e la neo-formazione di Zuma, di fatto aprendo implicitamente la strada ad una possibile coalizione con la sinistra radicale di Malema che ha aveva sostanzialmente confermato, in leggero ribasso, il proprio consenso https://contropiano.org/news/internazionale-news/2024/06/07/il-sud-africa-ad-un-bivio-lanc-costretto-a-governo-di-coalizione-0173192 .

Cyril Ramaphosa dovrà ora prestare giuramento la prossima settimana e dovrà formare un governo inclusivo con almeno i due partiti citati maggiormente rappresentativi. Resta da vedere se quello che viene descritto come un governo di unità nazionale diventerà più inclusivo, visto che nell’Assemblea nazionale sono rappresentati 18 partiti e alcuni stanno già bussando alla porta.

Dobbiamo essere onesti sulla portata delle sfide che ci attendono“, ha dichiarato John Steenhuisen, leader del DA, che si rallegra di vedere il suo partito finalmente co-governare. “È un giorno storico, pieno di speranza“, ha detto. “Il Sudafrica è un Paese migliore. Un Paese che sta entrando nell’era senza precedenti delle coalizioni nazionali, nel bene e nel male, come già avviene nei Comuni“.

Il partito di sinistra radicale di Julius Malema e MK, il partito dell’ex presidente Jacob Zuma, si oppongono a un governo di coalizione. I loro rappresentanti hanno boicottato l’apertura della sessione parlamentare di venerdì. “Saremo l’opposizione migliore e più efficace, che garantirà che voi e l’Alleanza Democratica siate ritenuti responsabili. La storia vi giudicherà duramente“, ha dichiarato Julius Malema, deciso a incarnare l’opposizione allo scivolamento a destra. Per il partner di coalizione John Steenhuisen, tuttavia, si sta scrivendo un nuovo capitolo. “L’Alleanza Democratica e io non vediamo l’ora di lavorare con lei, signor Presidente, per rendere il servizio al Paese una priorità“, ha dichiarato.

Priorità diverse, anzi antagoniste, a quelle fissate dalla “Freedom Chart”, soprattutto quelle che non sono riuscite a realizzare in questi 30 anni.

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