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Braccio di ferro tra Usb e Fiat

Il Tribunale di Lanciano tre giorni fa ha disposto il reintegro di Annarita Persiani operaia della Sevel ,iscritta alla USB . Il licenziamento ritenuto illegittimo risale all’aprile 2008 a seguito di provvedimenti disciplinari ripetuti ed ingiustificati. Il dispositivo emesso dal giudice del lavoro pone fine ad lungo periodo di disagi morali ed economici della dipendente. Nella sentenza inoltre viene condannata la Sevel S.p.a. al risarcimento delle mensilità pregresse a partire dal mese di gennaio 2011 fino alla effettiva reintegra ed al pagamento degli oneri legali. Alcuni mesi or sono altre due sentenze(n°62/12 e n°63/12) sono state emesse dal medesimo Tribunale a favore di altri lavoratori Sevel iscritti USB, per sanzioni disciplinari spropositate ed illegittime comminate ai ricorrenti senza che venisse data loro la possibilità di rendere le giustificazioni assistiti dai nostri rappresentanti sindacali come contemplato dall’art.7 legge 300 (Statuto dei Lavoratori).
A Roma invece la Corte di Cassazione ha respinto, con sentenza definitiva, il ricorso di Fiat Group. Tutte le eccezioni sollevate dai legali dell’azienda in merito al pagamento delle quote sindacali alla USB, sono miseramente crollate come un castello di carta risultando in modo chiaro e ineccepibile per quello che in realtà erano: appigli e pretesti volti a negare il diritto dei lavoratori a iscriversi al sindacato da essi stessi scelto e che ritenevano più rappresentativo. Inoltre è stato ribadito, in modo chiaro e definitivo, che il carattere nazionale della confederazione USB non può essere messa in discussione nel modo più assoluto! “La Usb e’ un’organizzazione diffusa su tutto il territorio nazionale sia nel settore pubblico che nel privato” commenta una nota dalla Usb che ha accolto con soddisfazione il pronunciamento della Corte di Cassazione.

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