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Toscana. Regione sotto inchiesta per appalti nel trasporto pubblico


Dopo la Campania, il Lazio, il Veneto adesso è anche la Regione Toscana ad essere sotto inchiesta per una sorta di parentopoli nei trasporti pubblici.

Giovedi scorso una trentina di agenti si sono presentati negli uffici della regione in via Bardazzi, a Firenze, per acquisire documentazione su incarichi professionali e appalti affidati negli ultimi anni nel settore del trasporto pubblico locale. La posta in palio è un appalto di 200 milioni l’anno per cinque anni (un miliardo di euro). Oggi, 31 ottobre, scade il termine per la presentazione delle dichiarazioni di interesse per la gestione nei prossimi cinque anni del trasporto urbano ed extraurbano. Ma nel mirino dell’inchiesta sembrano esserci anche le consulenze d’oro tra il 2000 e il 2010.

Il fatto avviene proprio in una regione – la Toscana – dove, appellandosi alla crisi economica e al taglio dei finanziamenti per il settore, si sta consumando uno degli attacchi più pesanti ai danni dei lavoratori autoferrotramvieri attraverso lo stravolgimento societario delle aziende di trasporto pubblico, “concertando” con i soliti sindacati complici una forte penalizzazione economica e la precarizzazione degli addetti al settore. In questi giorni si assiste ad un balletto di indagini sugli appalti, bandi, consulenze ed incarichi vari.

Anche in Toscana altro che “bene comune”; aziende ed istituzioni sembrano aver depredato ovunque risorse e, raschiato il barile” – denuncia la Usb – “si smantellano i servizi, si vendono le aziende, si costruiscono dei veri e propri mostri che demoliscono contratti, normative sulla sicurezza, limiti sui carichi di lavoro e ogni tipo di regola che possa impedire il massimo recupero del costo del lavoro”.

Per tutti gli autoferrotranvieri è in corso d’opera la trattativa per il rinnovo contrattuale che sembra seguire inesorabilmente il percorso del “Ccnl della mobilità/area contrattuale attività ferroviarie” che ha determinato un pesante peggioramento della normativa per il personale mobile, esubero del personale e mobilità, chiusura di impianti, smantellamento della cargo, aumento dell’orario di lavoro da 36 a 38 ore settimanali, revisione dell’organizzazione del lavoro, l’elevazione di tutti i limiti prestazionali, l’aumento delle notti, la riduzione dei riposi.

Da qui l’invito a schierarsi con determinazione per impedire che queste logiche seppelliscano la stessa dignità personale dei lavoratori e un appello alla “rottamazione” sul piano delle rappresentanze sindacali: “Buttiamo fuori dalle nostre aziende le politiche sindacali complici e colluse, le loro carriere, i loro interessi, i loro intrallazzi non hanno nulla a che fare con le esigenze dei lavoratori e dei cittadini” tuona l’Usb.

L’affidamento al nuovo gestore del sistema del trasporto pubblico locale, avrebbe dovuto scattare a gennaio di quest’anno, ma ci si era messo di mezzo – per fortuna – il referendum contro la privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali. Passato l’effetto referendum, la Regione Toscana è tornata alla carica accumulando un po’ di ritardo sulla tabella di marcia della privatizzazione. La fretta, forse, ha messo qualche buccia di banana sul percorso.

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