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Trasporti. I lavoratori Atac e Tpl bocciano nuovo contratto. A livello nazionale il SI passa con il 40% dei voti

I lavoratori di Atac e Roma Tpl chiamati a pronunciarsi con un referendum hanno bocciato l’ipotesi di rinnovo del contratto di lavoro nazionale degli autoferotranvieri. Il dato emerge dai risultati del referendum di validazione che tenutosi nelle rimesse degli autobus il 15, 16 e 17 dicembre. All’Atac, su 5.940 votanti, i lavoratori contrari all’ipotesi di accordo sono stati 3.382, a fronte di 2.470 favorevoli, 26 le schede bianche e 62 le nulle. Tra i lavoratori di Roma Tpl, il consorzio privato che gestisce le linee in servizio nella periferia, su 711 votanti i contrari sono stati 481 e i favorevoli 205 (1 scheda bianca e 24 nulle). E’ andata diversamente al Contral, che gestisce le metropolitane e i trasporti su scala regionale, dove su 1.630 votanti hanno detto ‘sì’ al contratto 1.100 lavoratori e ‘no’ 520 (con 2 schede bianche e 8 nulle). Infine, nelle altre aziende private dei trasporti del Lazio, su 859 votanti i ‘sì’ sono stati 784, i ‘no’ 68 (2 schede bianche e 5 nulle). A livello regionale, hanno prevalso di strettissima misura i favorevoli all’accordo: sui 9.010 voti utili i si sono stati 4.559 a fronte di 4.451 ‘no’, mentre su Roma non c’è stata partita.

Qui di seguito un documento della Usb sul referendum tra i lavoratori dei trasporti a livello nazionale

Urne posticce, disinformazione, procedure fai da te, commissioni elettorali senza commissione, seggi senza rappresentanti dei comitati del SI e del NO; seggi privi di presidenti o scrutatori, privacy zero. I sindacati complici hanno gestito in tutta Italia la farsa del referendum “degli sciocchi”, con una leggerezza ed una mancanza totale di trasparenza da saltare agli occhi anche del più sprovveduto degli osservatori.

La “finta democrazia” degli amici dei padroni si concretizza in questa ennesima pagliacciata a danno dei lavoratori che chiedevano ben altro e, dopo otto anni di mancato rinnovo contrattuale, vengono ripagati con un CCNL bidone “santificato” da questa rappresentazione di volgare democrazia.

Nonostante tutto, in molte aziende, città e regioni, si è fortemente manifestato il NO, così nella società pubbliche e private della regione Lazio dove, su 9010 votanti sono 4451 i voto contrari a questa ipotesi di ccnl; così ad Arezzo dove su 197 votanti 189 hanno espresso il loro NO, così a Monza e Modena.

Nella società START Romagna, Bacino di Rimini, hanno votato NO 208 lavoratori su 409 degli aventi diritto, nella regione della Toscana circa il 60% dei lavoratori si è espressa per il no; nella regione Lombardia presso il gruppo ATM di Milano sono il 58,5 %, il 40% nella Regione Veneto e, altrettanto, in Friuli Venezia Giulia.

I risultati finali ci dicono che ha vinto l’astensionismo, infatti hanno votato solo 61303 autoferrotranvieri, pari a circa il 61% degli aventi diritto ed il “SI” passa con 39263 voti; di fatto siamo di fronte ad un CCNL approvato con solo il 40% dei voti favorevoli dell’intera categoria; una grossa sconfitta oggettiva di CGIL-CISL-UIL-UGL e FAISA CISAL.

In buona sostanza i dati oggettivi ci dicono che 21242 lavoratori hanno espresso parere contrario all’ipotesi di accordo, cifra che rappresenta il 20% degli autoferrotranvieri, mentre il dato dell’astensionismo, che arriva alla cifra record del 40%, è il simbolo della totale sfiducia nutrita sia verso le cinque O.O.S.S. firmatarie e sia verso lo strumento raffazzonato, per modalità antidemocratica, preparazione, organizzazione e svolgimento del referendum.

A tutti i lavoratori che hanno dimostrato, con grande determinazione, di non lasciarsi “prendere per i fondelli”esprimendo il proprio dissenso in ogni modo possibile a questa ipotesi contrattuale, diciamo che il passaggio successivo deve essere quella di togliere la delega a queste OO.SS. e dare forza a chi fino ad oggi ha scelto di battersi per i bisogni reali di chi lavora.

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