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“Cercasi schiavo”. Sabato a Rimini mobilitazione nazionale lavoratrici e lavoratori del turismo

Il coordinamento dei lavoratori e delle lavoratrici del turismo di USB ha lanciato una giornata di mobilitazione nazionale il 6 Luglio a Rimini.

Un momento importante, non solo per fare emergere la condizione specifica di un importante settore di classe, ma anche per denunciare le nefaste conseguenze di un peculiare modello di sviluppo non solo per chi ci lavora direttamente.

Il capoluogo romagnolo è, infatti, tra le città – insieme a Venezia e Firenze – che soffrono maggiormente di quel fenomeno chiamato “overturism” secondo una recente indagine realizzata dall’istituto di ricerca Demoskopika.

Le conseguenze del processo di saturazione turistica con un livello alto di “overturism” colpiscono anche le altre province romagnole, sempre secondo la ricerca, omogeneizzando sempre più le contraddizioni di quella che è la dorsale adriatica della regione.

Ma è chiaro che lungo tutte le città della via Emilia assistiamo, per gradi differenti, alle conseguenze di una relativamente recente trasformazione in chiave turistica anche dove non vi era questa vocazione ed una relativa mutazione della composizione di classe nei centri della “food Valley”.

I risultati sono particolarmente evidenti a Bologna: un traffico aereo sempre più impattante, l’esplosione del fenomeno degli affitti brevissimi attraverso le piattaforme digitali di cui beneficiano solo le multiproprietà a detrimento di tutti gli altri, lo sviluppo di settori – come la ristorazione – dove vige uno sfruttamento feroce e paghe da fame, la “curvatura” di quelli che sarebbero i servizi alla cittadinanza all’esigenze turistiche dai trasporti alla raccolta dei rifiuti.

Nelle città a più longeva “vocazione turistica” stagionale, come Rimini, si vuole stabilizzare l’afflusso di turisti non solo nel periodo estivo, rendendo sempre più “invivibile” la città a chi non gode di una rendita: sia una concessione balneare “a vita” o degli immobili da destinare agli affitti turistici, od attività economiche che da “imprese familiari” si sono trasformate sempre più in fucine di sfruttamento a basso costo come è avvenuto nel settore alberghiero e della ristorazione.

Questi processi, naturalmente sono il frutto di precise scelte politiche che nelle dinamiche di “sviluppo ineguale” dentro l’Unione Europea hanno la loro ragione d’essere e che producono territori che si devono caratterizzare per l’incidenza di settori “a basso valore aggiunto” – come il turismo – accanto a porzioni sempre più abbandonate al loro destino e che vedono nella possibilità di entrare in questa filiera la loro unica possibilità di sopravvivenza.

La “turistificazione senza filtri” è uno degli aspetti del modello emiliano avvallata dall’amministrazione regionale a guida PD che ha come propria base elettorale i “ceti medi prenditoraili”.

Bonaccini e la Shlein – come gli amministratori locali – non fatto nulla per mitigare gli aspetti più impattanti del fenomeno ormai sotto gli occhi di tutti: consumo di suolo attraverso la “cementificazione” selvaggia, una costante emergenza abitativa a causa di una mancanza “fittizia” di alloggi per un mercato drogato da affitti brevi e “seconde case” e non mitigato da alloggi pubblici residenziali, uno sfruttamento a condizioni schiavistiche che inizia già in età scolare.

Nel settore turistico la mano d’opera è prevalentemente giovanile e tendenzialmente femminile: un segmento della popolazione che vive una condizione di precarietà sociale che va “eternizzandosi” con sempre minori ammortizzatori.

A fine maggio SLANG-USB ha rilanciato la campagna “Cercasi Schiavo” che denuncia la condizione di chi lavoro nel comparato turistico, e la mobilitazione ha Rimini è nata dalla necessità di dare continuità ad una iniziativa che da un po’ di anni cerca di mettere il dito nella piaga di questo sistema di sfruttamento.

Per tutti questi motivi è necessario “aprire i riflettori sul retrobottega della città-vetrina” scrive Potere al Popolo che parteciperà alla mobilitazione. “Sabato 6 lo faremo” – scrive Pap – “a Rimini, durante la notte rosa in cui la città di riviera per eccellenza vende l’immagine della località turistica perfetta”.

Anche OSA e Cambiare Rotta promuovono e rilanciano l’iniziativa sottolineando come l’unica prospettiva che offre questo modello di sviluppo in regione: “l’unica prospettiva lavorativa per i giovani del nostro territorio è questa: tirare a campare sulle stagioni o andarsene”.

L’appuntamento è quindi in Piazzale Kennedy alle 18 a Rimini per la mobilitazione, mentre il giorno prima si svolgerà in città una conferenza stampa alle 11 in Viale Italia 9/11 di fronte alla Confcommercio e delle altre organizzazioni datoriali.

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1 Commento


  • Maurizio

    questa storia dello sfruttamento e della gentrificazione dei centri storici adda’ ferni’ !!! …altrimenti piovono molotov

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