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Europa. Uno studio rivela: crisi e disoccupazione uccidono

I suicidi causati dalla crisi in Inghilterra sono saliti ormai a un migliaio. Ad affermarlo è uno studio pubblicato dal British Medical Journal, secondo il quale c’è una stretta relazione tra l’aumento della disoccupazione e il numero delle persone che si tolgono la vita.
Lo studio ha utilizzato una “analisi tempo-tendenza”, attarverso la quale gli autori, alcuni ricercatori dell’università di Cambridge, hanno stimato quale sarebbe stato il numero dei suicidi con gli andamenti normali degli ultimi anni prima della crisi economica, confrontandolo con i dati reali.
Il risultato è stato che nella sola Inghilterra 846 uomini e 152 donne si sono tolti la vita in più rispetto al valore atteso, un aumento attribuito alle difficoltà economiche crescenti. Lo studio ha anche evidenziato come tra il 2000 e il 2010 ogni aumento del 10% della disoccupazione ha portato a una salita dell’1,4% del tasso di suicidi: “Questo é un fosco promemoria dopo l’euforia delle Olimpiadi – afferma David Stuckler, l’autore principale – dei problemi che dobbiamo affrontare e di cosa possono causare”.
Lo studio conferma i risultati di un’altra ricerca, pubblicata lo scorso anno dallo stesso ricercatore ma in quel caso sulla rivista Lancet. In quello studio Stuckler aveva esaminato i dati dell’Oms sui suicidi in dieci paesi europei, trovando un aumento medio dell’1% nei paesi della ‘vecchia’ Europa, che cresceva al 7% tra gli ultimi arrivati. Anche per Irlanda e Grecia, i due paesi più colpiti dalla crisi, c’era stata un’impennata, rispettivamente del 13% e del 17%: “Molta dell’identità personale degli uomini e’ legata al lavoro, che conferisce status – spiega il ricercatore – e questo spiega anche perche’ il fenomeno e’ maggiore negli uomini, mentre le donne tendono a sviluppare di più depressione e ansia”. Per quanto riguarda l’Italia la situazione é stata fotografata dal rapporto dell’Eures pubblicato lo scorso aprile: soltanto nel 2010 da noi sono stati 362 i suicidi dei disoccupati, superando i 357 casi registrati nel 2009, che già rappresentavano una forte impennata rispetto ai 270 accertati in media nel triennio precedente. 

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