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Germania. La rilocalizzazione? Si fa coi robot…

La parola delocalizzazione è divenuta negli ultimi decenni di utilizzo quasi comune: moltissime imprese hanno spostato infatti parte (quando non tutta) della propria produzione all’estero, alla ricerca di costi di produzione infinitamente più bassi, leggi sul lavoro semi inesistenti e sistemi di tassazione spesso compiacenti.

Da qualche tempo però sta diventando di interesse il fenomeno opposto, quello della rilocalizzazione (reshoring) in patria delle attività produttive. Le ragioni di questo fenomeno sono molteplici e un gruppo di ricercatori di alcune università italiane (che hanno fondato l’osservatorio Uni-CLUB MoRe Back-reshoring) sta provando ad evidenziarne alcune. Fra questi si citano il progressivo aumento del costo dei lavoro in paesi tipicamente sede di delocalizzazioni (come la Cina), i costi della logistica difficili da gestire, l’effetto made in, la necessità di modificare la produzione velocemente per rispondere a nuove esigenze di mercato.

Prima di esultare per i possibili effetti positivi sulla nostra economia stagnante è bene leggere con attenzione una notizia pubblicata qualche giorno fa dal “Guardian”: la Adidas, nota produttrice tedesca di scarpe e abbigliamento sportivo, tornerà a produrre in Germania dopo aver delocalizzato più di 20 anni fa la sua produzione in Cina. Peccato che le decine di migliaia di operai cinesi che attualmente Adidas impiega non verranno rimpiazzati da altrettanti tedeschi, ma da robot.

Effetto dei crescenti costi di produzione in oriente, tant’è che anche la concorrente Nike sta pensando di fare altrettanto, mentre altre grandi imprese operanti in Cina come Foxconn si stanno dotando anch’esse di robot per abbattere nuovamente i costi di lavoro e continuare a produrre in loco. In futuro Adidas conta di creare fabbriche automatizzate in Francia o in Gran Bretagna. L’ennesimo dimostrazione di come la bilancia di posti di lavoro guadagnati e quelli persi a causa delle innovazioni tecnologiche e dell’automazione rischi di essere paurosamente sbilanciata a favore dei secondi.

 

Panofsky

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