Il consigliere economico del governo tedesco Achim Truger, ieri mattina ha rilasciato un’intervista al Sole24Ore, in cui dice chiaramente che «l’Italia ha fatto molto per l’Unione Europea, ma proprio perché ha fatto così tanto ha anche perso molti strumenti economici per la gestione della crisi. La pressione e lo stress sulla popolazione italiana è stato troppo pesante troppo a lungo. Non si può mettere una popolazione in una situazione disperata per venti anni».
Tra le misure da adottare nell’immediato Truger propone la riduzione dell’orario di lavoro. Si tratta di una misura tampone, dice, valida nel breve periodo. Se la crisi dovesse perdurare, si dovrebbe passare a misure di stimolo per l’economia.
Truger è più che consapevole che il Coronavirus sta portando alla luce problemi vecchi nell’architettura della UEM. Problemi che non si risolvono con misure di emergenza, ma che richiedono interventi di ristrutturazione profonda dall’architettura comunitaria; ossia dei Trattati.
A questo riguardo propone 1) Bond europei che funzionino come Safe Asset rispetto a quei paesi che siano colpiti da crisi; 2) un fondo europeo che faccia credito agli Stati che ne hanno bisogno e 3) una politica industriale europea che rafforzi la convergenza e pervenga gli enormi squilibri che ci sono e che rischiano di diventare più grandi.
Si tratta di proposte ragionevoli. Anche se bisogna tenere alta la guardia, e considerare, di volta in volta, i pro e i contro di ogni proposta.
Prendiamo ad esempio la riduzione dell’orario di lavoro. Durante questi ultimi venti anni abbiamo assistito in Italia (man anche in Germania) ad una riduzione dell’orario di lavoro, ma con una conseguente e proporzionale riduzione della paga. Il riferimento è ai mini-job e al part-time involontario, molto diffuso nel nord Italia.
Per quanto riguarda i Safe Asset e il Fondo Europeo salva Stati, bisogna vigilare, soprattutto in questo periodo di confusione e distrazione. Le fregature sono sempre possibili, lo abbiamo visto quest’autunno a proposito del MES.
Infine, anche la proposta di una politica industriale europea deve essere considerata con la dovuta serietà, perché una programmazione politica che stabilisca principi di equilibrio, evitando surplus eccessivi delle partite correnti (la condizione pluridecennale della Germania), è più che necessaria.
Bisogna tenere alta la guardia, perché, contrariamente a quanto dice Truger, l’Italia è andata più che bene, con i suoi titoli pubblici con interessi positivi, con i suoi salari bassi, con il suo avanzo primario, e tutto il resto. L’Italia è stata una bella vacca da mungere, sia per le banche nostrane, sia per le banche e le istituzioni finanziaria estere.
Altro che Paese che ha sofferto! A soffrire sono stati sempre gli stessi, i lavoratori, i pensionati, i disoccupati.
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