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Tutti quelli de “l’uomo del Monti”

Cominciano a circolare i nomi di coloro che andranno a sostituire nei vari ministeri gli uomini e le donne del Pdl e della Lega che sono riusciti a farsi odiare da almeno mezzo paese. Si tratta di tecnici di alto livello dell’economia come Bini Smaghi o Dell’Aringa, della magistratura come De Siervo e Mirabelli, delle gerarchie militari come i gen. Mosca Moschini. Secondo prime indiscrezioni a questi puntanoin pieno sintonia Napolitano e Monti, un esecutivo “presentabile” per i poteri forti e i mercati finanziari che metta in vendita al meglio l’Italia della crisi sullo scenario europeo e internazionale.

Al postodi Frattini alla Farnesina si ipotizza di mettere l’attuale segretario generale Giampiero Massolo. “Per il Ministero di Grazia e Giustizia, vero e proprio fortino berlusconiano, la soluzione ipotizzata è quella di un ex presidente della Corte costituzionale come Ugo De Siervo, che ha lasciato il palazzo antistante il Quirinale solo da pochi mesi. Altre fonti ipotizzano lo stesso incarico per Cesare Mirabelli, ex della Consulta e anche del Csm. Antonio Catricalà, oggi presidente dell’Antitrust, come candidato alle Attività produttive.Per il ministero della Difesa, di Rolando Mosca Moschini, oggi consigliere militare di Napolitano, ma anche ex comandante generale della Guardia di Finanza e soprattutto componente, per l’Italia, del comando militare dell’Unione Europea. Per il ministero del Welfare,si parla Carlo Dell’Aringa, noto economista della Cattolica. Si consolida il nome dell’oncologo Umberto Veronesi per la salute.

Al MInistero dellìEconomia non viene smentito che il futuro premier Monti potrebbe tenere per sé l’interim. Per legare qualsiasi decisione, anche impopolare, al prestigio del suo nome. In alternativa c’è la carta di Lorenzo Bini Smaghi, reduce dalla rinuncia al board della Bce, quella di Fabrizio Saccomanni, direttore generale di Bankitalia, e quella di Corrado Passera, amministratore delegato di Bancaintesa.

Restano in alto mare i nodi di più difficile soluzione, la vice presidenza e la poltrona di ministro dell’Interno. E qui si giocano le ultime carte di Gianni Letta, che però paiono ormai in scadenza, e di Giuliano Amato. Ma c’è chi, con una forte percentuale, li dà entrambi ormai fuori.

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