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Chi è il ministro dell’interno Cancellieri

Chi è il neo ministro Cancellieri?

Anna Maria Cancellieri oggi è ministro degli Interni e le dichiarazioni di ieri ci fanno capire quale siano le sue funzioni. Ma che cosa ha fatto la Lady ferro, così definita dalla stampa e dai cittadini che l’hanno conosciuta come commissario prefettizio a Bologna?. Nel suo programma di governo si legge la volontà di adempiere i compiti a lei affidatasi nel pieno rispetto dell’autorità parlamentare. Lei, che si dichiara senza un partito alle spalle, inizia il suo mandato da ministro con le sole intenzioni di far rispettare la legge e far applicare ciò che sarà necessario, come aveva già dichiarato all’inizio del suo mandato da commissario: fino a maggio 2011 è stata infatti Commissario nominato del governo Berlusconi della città di Bologna, allora rimasta orfana del suo sindaco Del Bono (PD) a pochi mesi dalle elezioni a causa di uno scandalo che lo aveva costretto a dimettersi. Prima di lasciare Bologna, il commissario dichiarava alla stampa che si era sempre trovata bene in città, e ben accolta da tutti.. e che gli unici con cui aveva avuto rapporti difficili erano stati gli attivisti e sindacalisti dell’allora RdB (oggi USB).

Abbiamo raccolto in merito alcune impressioni sull’ex commissario, neo-ministro, da parte di alcuni sindacalisti di USB e nello specifico di As.I.A USB, la quale ha avuto modo di verificare l’operato del commissario Cancellieri durante il suo mandato:

L. Marinelli (USB): quali sono stati i lati positivi e i lati negativi di un commissariamento a Bologna?

All’inizio del suo incarico la commissaria si è presentata come una sorta di “tecnica”, che avrebbe dato ascolto alle varie istanze, che aveva come primo compito affrontare l’emergenza casa, che si sarebbe limitata a fare scelte che non avrebbero avuto un impatto oltre il suo mandato: invece non è stato cosi,
vi è stato interventismo e decisionismo con una applicazione anticipata e netta dei tagli alle voci di bilancio e una accelerazione sui processi di smantellamento dei servizi del welfare cittadino, in più durante il suo mandato è intervenuta pesantemente nelle nomine e nella ristrutturazione di società collegate al Comune di Bologna, basti pensare, ad esempio al nuovo statuto della Fondazione Aldini Valeriani (che si occupa di formazione professionale) dove la Confindustria pur avendo una quota di minoranza esprime la presidenza e dirige la stessa Fondazione. Quindi un commissariamento largo e invasivo nelle scelte della città, per semplificare abbiamo sempre denunciato che lei faceva il lavoro sporco (dei tagli e del resto) al posto della futura amministrazione.

infatti nonostante non abbiate cambiato modalità di interlocuzione  con il comune, l’attuale sindaco Merola ha stracciato il protocollo delle relazioni sindacali con USB mentre la Cancellieri, pur negandosi svariate volte, non l ha fatto..

La Cancellieri, ha sempre dichiarato la propria “antipatia” per la USB, rinfacciando, anche durante le sue dichiarazioni di commiato, il fatto che è andata sempre d’accordo con cgil-cisl-uil e mai con la USB; comunque le trattative con lei le abbiamo rotte noi alla luce delle scelte  che voleva imporre mentre non si è mai sognata di strappare il protocollo delle relazioni come a fatto il Sindaco eletto successivamente Merola.

Come sono stati applicati e spalmati i 60 milioni di tagli che la cancellieri ha effettuato durante il suo mandato?

La Cancellieri è intervenuta sul precariato riducendo gli incarichi e le riassunzioni (di fatto dei licenziamenti), ha proposto la decurtazione del salario accessorio e l’aumento spropositato dei carichi di lavoro, ha operato un taglio dei servizi e ha aumentato le tariffe dei servizi comunali. In Particolare, tramite un accordo con cgil-cisl-uil poi respinto dai lavoratori, ha programmato la vendita del patrimonio immobiliare del Comune e delle ASP, aumento della TARSU (rifiuti) del 5%, aumento delle tariffe dei servizi
educativi e scolastici (nidi, refezione scolastica ecc), privatizzazione dei nidi comunali tramite “project financing” (privatizzazione dei servizi alle coop), riduzione e modifiche degli orari dei servizi per l’infanzia, con riduzione del personale. E poi taglio all’assistenza anziani, ristrutturazione del personale comunale con taglio delle indennità di turno e nessuna garanzia sul salario accessorio.

F. Orlandini (As.I.A. USB) : Nel periodo in cui Bologna è stata commissariata vi siete mobilitati come Movimento di Lotta per la Casa in almeno 2 occupazioni (in via S. Vitale, una tendopoli sotto al comune e una ex scuola a Borgo Panigale). Qual è stato a lato pratico il margine di discussione col commissario?

Le mobilitazioni rispondevano a un bisogno oggettivo “nuovo” per la città di Bologna. Il problema casa, e in particolare gli sfratti per morosità iniziavano a investire quote sempre più grandi di lavoratori. L’allora commissario Cancellieri promise interventi specifici il giorno dell’insediamento, giorno in cui delle famiglie avevano occupato in via San Vitale a seguito di uno sgombero. Da quel momento in poi è venuto meno qualsiasi confronto. Ad Aprile 2010 iniziammo una tendopoli sotto una sede del Comune e un’occupazione. Il Commissario non ha mai dato la disponibilità a un confronto, anzi ha sempre minacciato lo sgombero come unica soluzione. Anche durante un assemblea pubblica chiamata dalla Cancellieri e dal Presidente del Quartiere Borgo Panigale, di fronte alla presa di parola degli occupanti che avevano partecipato per esporre le loro posizioni, la Cancellieri ha chiesto che venisse loro tolto il microfono.

Riguardo agli sfratti e all’emergenza abitativa cosa ha fatto il commissario Cancellieri?

L’unica misura adottata dal Commissario è stata una truffa mediatica. Si trattava di un protocollo, firmato dalla Prefettura, da alcune associazioni dei proprietari e dai sindacati inquilini di CGIL CISL e UIL. Concedeva un prestito in banca per ripagare la morosità. Come AS.I.A. abbiamo subito denunciato il fatto che la misura fosse inutile perchè non toccava i veri problemi: la carenza di alloggi pubblici, gli stipendi in calo e perdita di posti di lavoro, il caro affitto. Con la solita formula di cedere soldi pubblici a tutela di interessi privati(i proprietari di casa).
Il protocollo in un anno non ha evitato nemmeno uno sfratto, ma è servito alla Cancellieri per prendersi l’elogio di Napolitano e di varie testate giornalistiche, che lo definirono “blocco degli sfratti

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