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Scuola. Dialogo finto, minacce vere

Essere presi per i fondelli da un truffatore, può capitare. Ma che tutti i giorni lo stesso identico truffatore pretenda di rifilarti una “sòla” nuova, è veramente intollerabile.

Sulla scuola Renzi e i suoi camerieri hanno già passato abbondantemente il limite. Per mercoledì la Camera dovebbe approvare il decreto, senza alcuna modifica seria, nonostante uno sciopero come non se ne vedevano da anni. E visto che i sindacati – anche quelli “complici” – hanno capito che il “dialogo” è un finta irridente, uno shignazzo infame in faccia chi lavora in condizioni assurde, e quindi sono obbligati a proseguire la mobilitazione fino a ipotizzare il blocco degli scrutini, il governo ha immediatamente mobilitato la presunta “autorità indipendente” sugli scioperi nei servizi pubblici.

L’impagabile “garante”, Roberto Alesse, ha addirittura inaugurato una prassi veramente “innovativa”: senza neanche aver ricevuto una comunicazione ufficiale, ha agito d’anticipo – sulla base delle notizie giornalistiche – dichiarando che l’eventualità di un blocco degli scrutini comporterenne “di necessità” la precettazione di tutto il personale della scuola.

Una follia burocratica al di fuori delle regole e della consuetudine. E spieghiamo perché. Il calendario deli scrutini vengono decisi autonomamente da ogni singolo istituto. Il giorno fissato, i docenti e gli Ata scioperano, e lo scrutinio viene calendarizzato in altra data.  Dunque non non c’è alcuna “paralisi” rispetto alla chiusura regolare dell’anno scolastico. Al massimo un rinvio, della durata dipendente dai tempi di risoluzione del “contenzioso”.

Solo un governo – e un “garante” – che dà per scontato che non ci sarà alcuna “risoluzione condivisa”, quindi nessun “dialogo”, può mettere sul tavolo la minaccia della precettazione.

Ma lo si poteva capire anche dai tempi decisi poer l’approvazione della legge. Il ddl scuola approda infatti alla Camera con la previsione, decisa dalla conferenza dei capigruppo, di tenere le votazioni da domani a mercoledì, quando – all’ora di prazo! – bisognerà aver finito. Dibattito zero, emendamenti zero, “dialogo” solo attraverso tweet che dicono cazzate.

Oggi pomeriggio alle 16.30 i sindacati “sedotti e abbandonati” (Cgil, Cisl. Uil, Gilda) terranno un presidio in piazza del Pantheon, cui hanno invitato i deputati. Ma a parte Fassina e i vendoliani, non si farà vedere nessun altro, per non rischiare i fulmini governativi.
Il ricatto, minacce di precettazione a parte, è stato esplicitato dallo stesso Renzi in modo netto:
“Il meccanismo di fare le assunzioni e poi vediamo è impossibile. Se accettiamo l’idea di assumere lo facciamo perchè abbiamo un modello di scuola diverso: non esiste che dal Ddl prendo le assunzioni e non cambio il modello scuola perchè questo trasformerebbe il provvedimento in un grande ammortizzatore per i precari”.

Insomma: se non passa il decreto, non regolarizziamo i precari. Vecchio gioco, quello divide et impera

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