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Napoli. Massa Critica, un buon inizio anche se ostacoli ed agguati non mancheranno

L’estate sta finendo e un anno se ne va. E in effetti il clima a Napoli oggi è quello tipico di fine stagione. Con il cielo grigio e pioggia e grandine. Ma se l’estate volge a termine tornano invece a fare capolino i movimenti sociali e del variegato universo dell’attivismo politico e sociale della città.
Negli spazi occupati ed autogestito dell’ex Asilo Filangieri è stato chiamato un incontro denominato Massa Critica “per dare vita a un’agorà politica permanente, uno spazio dove costruire percorsi eterogenei, modelli logici ibridi, istanze politiche collettive”.
A breve ripartirà l’autunno, probabilmente ed auspicabilmente gravido di lotte, e riprenderà il tentativo di fare di Napoli un laboratorio politico-sociale dove possano interagire, in un percorso coerente e costruttivo, i collettivi, i comitati, i centri sociali e i sindacati conflittuali ossia coloro i quali hanno animato negli ultimi anni e mesi il conflitto sociale sul territorio metropolitano.
Dall’ Appello, diffuso nei giorni scorsi, si mette subito in chiaro che non si intende costruire l’ennesimo coordinamento. Il progetto di ibridazione e di connessione è più ambizioso e prevede di dotarsi di nuovi modi di agire e  di strumenti decisionali collettivi che vadano in discontinuità con il passato.
L’idea è che Napoli, a differenza di quasi tutte le città di Italia, ha tenuto invece accettabili livelli di conflitto lungo tutto l’arco delle principali contraddizioni sociali a dimostrazione che è possibile opporsi e reagire all’austerity e alle variegate conseguenze di queste politiche antisociali.
Anche la discussione tra le varie soggettività collettive operanti in città ha mantenuto bassi livelli di rissosità in confronto sempre ad altre realtà dove purtroppo, spesso, prevalgono settarismi e logiche gruppettare oramai fuori tempo massimo.
Addirittura, da queste parti, ciò che residua della sinistra istituzionale, nonostante i disastri politici di cu si è resa responsabile riesce comunque a mettere insieme il 5% ovvero molto più del doppio della misera media nazionale.
Tra i temi fondanti della discussione c’è il rapporto con le prossime elezioni comunali anche se nessuno, almeno formalmente, intende assumere il terreno elettorale come il sentiero fondante e prioritario della propria azione politica.
E’ evidente in questo la fascinazione subita dai recenti avvenimenti greci e spagnoli. E in effetti Syriza (almeno fino alla sciagurata accettazione del Terzo Memorandum) e le altre esperienze nei diversi paesi del Mediterraneo hanno dimostrato che si può far convivere forme di lotta e di organizzazione radicale e forme sperimentali di rappresentanza politica.
A capo dell’amministrazione comunale poi c’è Luigi De Magistris, da tutti qui ritenuto, a vario titolo, un elemento di garanzia/equilibrio e di oggettiva rottura con il cliché classico della governance.
Proprio in questi giorni De Magistris si sta opponendo, con coraggio, a Renzi e contro l’autoritario commissariamento di Bagnoli annuncia battaglia a tutto campo. Il sostegno al sindaco alla prossima tornata elettorale, quindi, dovrebbe essere, nei fatti, scontato. Nessuno vuole il ritorno del Pd e del vecchio blocco di potere che per decenni ha devastato l’area metropolitana napoletana.
Ma, come ribadito da molti nel corso del dibattito, la funzione dei movimenti non può essere quella dei portatori di consenso acefalo o di innaturali forme di compromissione tra soggetti ed istanze che, non formalisticamente ma veramente, devono essere distinti e distanti.
Sul piano sindacale e sociale poco si può imputare a De Magistris. L’amministrazione comunale ha tenuto i livelli occupazionali, addirittura incrementando la forza lavoro in alcuni settori, contravvenendo anche in questo caso alle disposizioni del governo nazionale e ai famigerati tetti di spesa.
Un sindaco così meglio tenerselo, insomma, preso atto dell’aria che spira in altre zone d’Italia a partire da quella Milano dove l’altro “arancione” Pisapia può, tranquillamente, annoverarsi tra i più fedeli seguaci del Renzi-pensiero.
Non è un caso che una delle parole più gettonate nell’incontro all’Asilo sia stata “autonomia e/o indipendenza”. Chi per ammonire che anche con un sindaco “amico” non deve comunque venire a mancare, chi per ribadirla con forza, chi dandola per scontata come elemento connaturato al conflitto.
Insomma i movimenti di lotta non vogliono, anche in un eventuale passaggio elettorale, smarrire il proprio profilo costruito in anni di vertenze, battaglie e tentativi di radicamento sociale.
Anzi, tutti gli interventi, hanno sottolineato che proprio l’implementazione del conflitto, l’articolazione e la generalizzazione delle vertenze sociali e sindacali sono la garanzia ed il propellente giusto per qualsivoglia processo di rottura, cambiamento ed alternativa.  
L’assemblea – articolata prima con una partecipatissima assemblea generale e continuata nel pomeriggio attraverso alcune commissioni tematiche – è scivolata in maniera leggera, non per i contenuti affrontati, ma per l’atmosfera generale che permeava l’incontro.
I toni sono stati tutti coinvolti dall’urgenza all’ unità anche se permangano problemi di approfondimento tematico e di necessaria definizione programmatica e progettuale anche in previsione dell’incrudimento dello scontro con il complesso degli interessi capitalistici che sono in gioco in città e, per molti aspetti, in Campania e nell’intero Meridione d’Italia.
Una nuova dimensione dello scontro che non potrà affrontarsi con una (consumata) logica municipalista o territorialista ma che dovrà fare i conti con questioni e tematiche che afferiscono non solo alle politiche del governo Renzi o agli appetiti di Confindustria ma anche ai diktat ed ai vincoli provenienti dall’Unione Europea.
L’assemblea di Massa Critica è stata, sicuramente, un buon inizio riscontrabile anche nella volontà di costruire, nel prossimo mese, un appuntamento di vari giorni di natura programmatica e di ulteriore allargamento/apertura alla società (meglio ancora ai settori popolari della città) di questa discussione pubblica.
Come sempre saranno i fatti veri e le dinamiche che si metteranno in campo i coefficienti politici ed organizzativi in grado di dare forza, corpo e voce a questo processo politico il quale – a determinate condizioni – potrà incarnare una possibile funzione di avanzamento e di riqualificazione delle forme del conflitto metropolitano e di rappresentanza politica degli interessi popolari autonoma ed indipendente da ogni sirena e suggestione narcotizzante e compatibilista. 

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