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Roma non è in vendita e vuole decidere. Ieri mobilitazioni territoriali “a tutto campo”

La città ribelle e mai domata anche ieri ha battuto un colpo. Proseguendo la mobilitazione contro i diktat del commissario Tronca iniziata con la grande manifestazione del 19 marzo, ieri l’intera coalizione nata intorno allo slogan: Roma non si vende, decide la città, ha dato vita ad una nuova giornata coordinata di azione. Diversi territori hanno visto manifestazioni, presidi, carovane attraversarli per dire stop alle privatizzazioni, agli sfratti, alla chiusura degli spazi sociali. Dalla mattina fino alla sera, soprattutto il quadrante est della città, quello più popolare, ha visto le strade e le piazze riempirsi di gente e di denunce.

La Carovana delle Periferie ha deciso la sperimentazione di una carovana itinerante vera e propria. Un corteo di macchine, motorini e furgoncino con sopra la ormai mitica sagoma di Jeeg Robot, è partita da Tor Bella Monaca alle 10.30 per snodarsi poi in diversi quartieri. TOR BELLA CAMION CON JEEG

Rapidi comizi volanti, volantinaggi, capannelli, hanno animato un percorso partito da via dell’Archeologia, uno dei comparti più degradati di Tor Bella Monaca con tappe nella piazza di San Basilio (zona Tiburtina), passando alle case popolari di via Morandi a Tor Sapienza (zona Prenestina) dove “tutto è cominciato”. I fattacci di Tor Sapienza, con l’assalto al centro di accoglienza di giovani immigrati, era stato il punto di rottura e di inizio della Carovana delle Periferie, nata proprio dopo una assemblea popolare a Tor Sapienza avvenuta mentre era esploso lo scandalo di Mafia Capitale che aveva disvelato il connubio tra i blitz razzisti e il business sull’accoglienza. Dopo un comizio-assemblea la Carovana è ripartita verso Cinecittà dove alla Tenda contro la crisi, installata da alcuni mesi in piazza dei Decemviri, è attiva una mensa popolare e un centro di assistenza sanitaria. Una breve pausa pranzo e la Carovana di macchine e camioncino è ripartita verso il quartiere di Ponte di Nona, all’estrema periferia est di Roma. Qui i diktat del commissario Tronca avevano portato alla chiusura del locale sportello popolare dell’Asia-Usb (riaperto il giorno stesso dagli abitanti e dagli attivisti). E a Ponte di Nona la palla è stata rilanciata nel campo avversario con una nuova occupazione di uno spazio associativo per il quartiere dedicato a Nino Moroni, un compagno e abitante deceduto recentemente. Se Tronca sgombera, la gente recupera e occupa quello che gli serve per migliorare la qualità della vita nei territori della periferia, insomma Jeeg Robot sta diventando qualcosa di più di una icona. CAROVANA A SAN BASILIOUn fatto importante, perché proprio a Ponte di Nona è ben visibile l’intreccio tra concessioni istituzionali e malaffare con una enorme sala giochi sorta sul terreno dato in concessione per i famigerati Punti Verde Qualità, l’asilo nido pronto ma ancora chiuso, il centro sportivo attivo che il commissario vorrebbe chiudere. Situazione analoga a Tor Bella Monaca dove gli uomini di Tronca hanno tentato di sgomberare – e ci proveranno di nuovo il 30 aprile – l’associazione degli invalidi. Insomma una esplicita manifestazione di “guerra contro i poveri” cominciata proprio dalla periferia. Minacce di sgombero incombono poi sulla Palestra Popolare a San Lorenzo, sul centro sociale Corto Circuito, su Esc e decine di altri spazi. Un tentativo, respinto, c’è stato contro il centro sociale Auro e Marco a Spinaceto (periferia ovest di Roma).

centocelle

Nel resto del territorio ci si è mossi per tutto il giorno a Centocelle e dintorni, con biciclettate la mattina a sostegno del SI al referendum  contro le trivelle e una assemblea popolare in piazza dei Mirti. Nel pomeriggio è poi partito un corteo da Largo Agosta che si è concluso al parco delle Energie (zona Pigneto). Un altro corteo si è snodato per San Lorenzo. Altre iniziative si sono tenute al Tufello e all’Ostiense.

11959979_1362976883789872_8657437789710686216_nUna giornata coordinata di azione, anche se qualche realtà tende ancora a giocare in proprio mettendo avanti preoccupazioni legittime verso possibili strumentalizzazioni da campagna elettorale. Ma lo scontro sulle priorità a Roma si gioca dentro questo contesto. Solo se ci si sente deboli si possono temere strumentalizzazioni. I veri nodi sul campo restano la capacità di stoppare il bulldozer messo in moto con il commissario Tronca – con l’esplicito obiettivo di ipotecare anche le amministrazioni future della città – e quello di ridare identità e coesione ad interessi sociali definiti da contrappore ad altri interessi sociali definiti che fino ad oggi – sia come mondo di sopra che come mondo di mezzo – hanno dominato su Roma. Il come dare rappresentanza politica e forza agli interessi popolari è una esigenza crescente, soprattutto a fronte della crisi della rappresentanza democratica così come è stata conosciuta dal dopoguerra a oggi. Che i prodotti elettorali messi a disposizione non coincidano appieno a con questa aspettativa è evidente, che occorra organizzarla e farla pesare in modo autonomo, lo è altrettanto.

Le foto sono di Patrizia Cortellessa

 

 

 

 

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