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Emergenza abitativa. Due giornate di mobilitazione in tutto il paese

Ieri e oggi in diverse città italiane sono in corso due giornate nazionali di mobilitazione per un piano casa che preveda 1.000.000 di case popolari per far fronte ad una emergenza abitativa esplosa negli ultimi anni soprattutto nelle aree metropolitane.
L’ ASIA-USB è in presidio in tutte le città in cui è presente, davanti alle sedi degli enti gestori del patrimonio abitativo pubblico, simbolo della svendita e della privatizzazione in atto da decenni e incrementata dagli ultimi governi.

Manifestazioni si sono svolte a Roma, Milano, Bologna, Firenze, Napoli, Teramo, Livorno, Frosinone, Benevento, Torino. Guarda il VIDEO
“Non ci accontentiamo di esprimere un dissenso a queste politiche antipopolari, vogliamo proporre un’alternativa: per questo lanciamo una piattaforma nazionale per il diritto all’abitare , basata sui bisogni reali della popolazione e sulla nostra esperienza concreta nei quartieri popolari, con l’unico obiettivo di rispettare il più elementare dei diritti, quello di ogni persona ad avere una casa” scrive l’Asia-Usb in un comunicato.

Le case popolari, ottenute dalle lotte dei lavoratori e finanziate da questi con la tassa ex-Gescal, sono oggi sotto attacco. Dopo decenni di svendite questa risorsa è stata ridotta al 3% del patrimonio abitativo (mentre nel resto dei paesi europei le case pubbliche superano il 20%), e centinaia di migliaia di richieste di aventi diritto sono in attesa da anni. Con l’introduzione delle leggi regionali in Emilia-Romagna, Toscana e Lombardia il governo Pd e quelli di centro-destra si preparano a compiere il passo decisivo verso la completa privatizzazione delle case popolari.

In molte città è in corso una campagna portata avanti dalle Amministrazioni comunali (di destra, Pd o M5S) basata sugli sgomberi e non sull’attivazione di una politica per il diritto all’abitare.

Dietro questa campagna contro gli inquilini delle case popolari, sostenuta da buona parte dei media, portata avanti anche da altre amministrazioni in molte città italiane, soprattutto al nord, c’è un disegno preciso, far crescere la rabbia contro gli immigrati.

Tutto questo mentre le nostre citta, dai quartieri popolari alle periferie, sono regno di case, palazzi o intere aree abbandonate o volutamente sfitte, come nel caso dei molti alloggi ERP vuoti.

Riqualificare questo patrimonio significa creare posti di lavoro pubblico e offrire soluzioni abitative e d’impiego ai molti che soffrono il peso degli affitti privati, spesso inarrivabili anche per chi lavora, o che subiscono l’ingiustizia dello sfratto (nel nostro paese 470.769 sono state le richieste di sfratto negli ultimi 7 anni, di cui 219.173 eseguiti, 290.000 sono le case messe all’asta nel solo 2018 per chi non può pagare i mutui).

Rilanciare un piano nazionale decennale per almeno raddoppiare il patrimonio abitativo destinato all’utilizzo pubblico è l’unica proposta seria per affrontare l’emergenza abitativa in Italia.

L’ASIA-USB lancia un appello a tutte le realtà associative, i movimenti urbani, il mondo dei comitati che animano le mille resistenze delle periferie, chi lotta per la casa, le realtà in difesa dei beni comuni, i movimenti di migranti, per indire un’assemblea di confronto per il 24 marzo prossimo per condividere la costruzione di una piattaforma generale centrata sul diritto alla casa e contro le disuguaglianze sociali.

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