Menu

Il governo stracciaculo

Fare campagna elettorale promettendo mari e monti è abbastanza facile, se hai gli spin doctor giusti, spazi mediatici rilevanti e una gestione dei social di buon livello. Governare un paese imbavagliato da interessi immondi, trasversali alle forze politiche, blocco dominante vero di tutti gli esecutivi fin qui avvicendatisi a Palazzo Chigi, è tutta un’altra cosa.

Non abbiamo neanche fatto in tempo a scrivere che il governicchio giallo-verde non avrebbe mai messo in discussione le “concessioni autostradali” – venendo subito attaccati da alcuni troll professionali al soldo dei due plenipotenziari – che la dura realtà si è incaricata di confermare che avevamo visto giusto.

Nel breve volgere di 24 ore il governo è passato dalla messa in stato d’accusa di Atlantia (la società che controlla buona parte della rete autostradale), proclamando di aver già avviato l’iter per il ritiro della concessione, alla solita melassa democristiana che annuncia la conserrvazione pura e semplice dello statu quo.

Anche un bambino capisce che c’è un’abissale differenza tra:

«Ritireremo le concessioni alla società e la multeremo» (Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture, 15 agosto);

«Per la prima volta c’è un governo che non ha preso soldi da Benetton, e siamo qui a dirvi che revochiamo i contratti e ci saranno multe per 150 milioni di euro. Autostrade ha poi la sede finanziaria in Lussemburgo, quindi manco pagano le tasse. Se il ponte era pericolante dovevano dire che andava chiuso» (Luigi Di Maio, 15 agosto);

«E’ chiaro che ci sono responsabilità e la giustizia dovrà fare il proprio corso per accertarle. Ma il nostro governo non può rimanere ad aspettare. Per questo abbiamo deciso di avviare le procedure di revoca della concessione alla società Autostrade, sulla quale incombeva l’obbligo e l’onere di curare la manutenzione del viadotto. Dovere del governo è di fare viaggiare i cittadini in sicurezza. Tragedie simili non devono ripetersi. Mai più» (Giuseppe Conte, figurativamente presidente del Consiglio, 15 agosto);

«Non è possibile che si possa morire pagando il pedaggio. Prima che il Governo annunciasse il ritiro della concessione, già la Borsa aveva condannato Atlantia. Se non sono in grado di gestire le autostrade, lo farà lo Stato. Tutti parlano oggi della penale da 20 miliardi per la revoca della concessione. Ma se la motivazione è giusta e 40 morti finora mi sembrano una buona motivazione, non credo che si dovranno pagare penali. Tutti chiedono giustizia a Genova. Ci sono tutte le ragioni per recedere dalla concessione senza pagare penali. Gli utili netti che fanno queste società, che hanno operato in monopolio, fanno arrabbiare tutti. I Benetton li incontreremo quando gli revocheremo la concessione» (Luigi Di Maio, ministro del lavoro e dello sviluppo economico, 15 agosto);

«Revocare le concessioni, dare le multe più alte possibili, far pagare civilmente e penalmente quelli che hanno questi morti e feriti sulla coscienza, è il minimo» (Matteo Salvini, ministro dell’interno e segretario della Lega, 15 agosto);

e:

«Il lavoro della Commissione ispettiva è il primo atto con cui questo Ministero intende fare luce sull’accaduto e avviare tutti gli accertamenti necessari, nel rispetto del contraddittorio con le parti interessate, per la contestazione di eventuali inadempienze del concessionario, soggetto su cui, ai sensi dell’art. 14 del Codice della strada, ricade la responsabilità di assicurare la sicurezza dell’infrastruttura. Le risultanze del lavoro svolto dalla Commissione entreranno nella valutazione per la procedura di un’eventuale revoca della concessione» (comunicato del governo, 16 agosto

«Da Autostrade puntiamo ad ottenere, nell’immediato, fondi e interventi a sostegno dei parenti delle vittime, dei feriti, dei seicento sfollati e della comunità di Genova tutta, anche in termini di esenzione dai pedaggi. Di tutto il resto parleremo soltanto dopo» (Matteo Salvini, 16 agosto).

In pratica, un rovesciamento a 180 gradi della posizione da tenere. Dal “togliamo ad Autostrade-Atlantia il business miliardario che gli avevano regalato i governi precedenti” (tutti, anche quelli in cui la Lega aveva affiancato Berlusconi), a “facciamo una commissione, indagheremo, vedremo, sentiremo, eventualmente…”. Abbiamo scherzato, via…

Tra qualche giorno i toni saranno ancora più sfumati. I funerali di Stato per le vittime saranno la solita occasione per recitare un dolore che nessuno di questi personaggi prova, la melassa di retorica raggiungerà il top, le questioni tecniche e giuridiche – compresa la concessione, le multe, i reati, ecc – torneranno sullo sfondo. Roba da far valutare ai tecnici, lontani da telecamere e riflettori…

Cos’è successo nel frattempo? Atlantia è ovviamente crollata in borsa (anche i broker sanno che un disastro come Genova comporterà comunque costi per la società e un “danno di immagine” rilevante, anche senza revoca della concessione), ha emesso un cinico comunicato in cui ricorda di avere contrattualmente il coltello dalla parte del manico, i media mainstream hanno battuto sul tasto delle “penali da pagare” (come se fosse lo Stato – il popolo di questo paese – a dover risarcire i Benetton e non il contrario), e devono esser corse telefonate di fuoco tra i vertici confindustriali, quelli dell’Unione Europea (che premono sempre per la “massima libertà d’azione per i capitali internazionali”) e i cellulari di questi scombiccherati personaggi seduti su poltrone ministeriali troppo grandi per la loro personalità.

Capita l’antifona, i feroci bastonatori di migranti, mendicanti, occupanti di case (e via elencando tra le figure sociali più deboli), si sono rapidissimamente calati nei panni dei soliti governanti italici: cautelosi chiacchieroni, pronti a baciare i piedi delle imprese e di chiunque abbia un potere solido, ben attenti a non disturbare il business da cui sgorga – o potrà sgorgare – qualche briciola di riconoscenza.

Stiamo infatti parlando di una società con 6 miliardi di fatturato che dichiara utili per 1,1, che pur vantando un margine operativo lordo di 1,9 miliardi fa investimenti per soli 340 milioni (le cifre si riferiscono ai primi nove mesi dello scorso anno). Diciamo che ben pochi imprenditori dell’economia reale possono vantare guadagni così alti facendo così poco. Meglio di loro, forse, solo pochi maghi della finanza internazionale.

Diciamo che, seguendo la retorica grillin-leghista, si potrebbe tranquillamente pensare che “il primo governo che non ha preso soldi da Benetton” stia cercando di colmare la lacuna…

L’unica cosa seria che uno Stato possa fare dopo una tragedia del genere è nazionalizzare la gestione di tutta la rete autostradale. Non servirebbe a nulla, infatti, “revocare la concessione” ad Atlantia (ma solo “eventualmente”…) per affidarla a qualcun altro. Un bene costruito con le tasse dei cittadini, un monopolio naturale senza possibile concorrenza, deve essere gestito bandendo la fame di profitto individuale (societario o di persone fisiche). Una nazionalizzazione senza indennizzo né penali, naturalmente, perché il danno provocato alle vittime e all’economia del paese è senza dubbio superiore ai pur rilevantissimi “profitti attesi”.

E’ possibile che un governo come questo – e tutta una classe politica come quella presente e passata (la “privatizzazione” delle autostrade è stata gestita da Prodi, D’Alema, Bersani…) – possa rivoltarsi contro i poteri economici che stanno distruggendo fisicamente questo paese? Che possa rimettere in discussione i “vincoli” interni ed esterni (Unione Europea, euro, Nato) che guidano lungo la via del degrado trasferendo ricchezza dal lavoro “ai mercati”?

Naturalmente no. “Il cambiamento” non è roba per gente che sbraca in 24 ore…

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

5 Commenti


  • fabrizio

    ottimo – lucido ed efficace come sempre!


  • Fabio

    Ci sta questo passaggio, nell’articolo, che mi fa inarcare tutt’e due le sopracciglia.

    “Una nazionalizzazione senza indennizzo né penali, naturalmente, perché il danno provocato alle vittime e all’economia del paese è senza dubbio superiore ai pur rilevantissimi “profitti attesi”.”

    Quel “senza dubbio” quali pezze d’appoggio ha? Sono stati fatti dei calcoli? Li si possono visionare? E come funzionerebbe, dal punto di vista legale? Si porta Atlantia in tribunale mentre Atlantia porta in in tribunale il governo, e si spera che i giudici dei due distinti processi si pronuncino per due somme che si annullino a vicenda? E se non succede, che succede? Chi paga? L’autore dell’articolo?


    • Redazione Contropiano

      Due cose:
      a. Secondo noi l’aspetto legale è il meno interessante; lo Stato può far valere il superiore interesse della popolazione e stracciare la concessione per manifesta incapacità di Atlantia di manutenerla; ovvio che ci sarebbe un contenzioso legale, ma i vertici della società sono certamente imputabili di disastro colposo e omicidio colposo plurimo, con una miriade di aggravanti che ha limite solo nella fantasia dei codici;
      b. Il calcolo non è stato ovviamente fatto, perché si dovrà vedere quanto e se l’infrastruttura logistica italiana riuscirà a fornire alternative di trasporto quasi altrettanto veloci e costose; questo “rallentamento”, già verificabile nella circolazione da e verso la Francia, oltre al flusso turistico di rientro da e per l’Africa, avrà certamente effetti per ora non quantificabili ma rilevanti sulla produzione e gli ordinativi delle industrie interessate; per non parlare dei danni più “politici” credibilità del paese, delle sue infrastrutture, ecc.
      Ribadiamo: in un paese serio i vertici di Atlantia sarebbero momentaneamente sotto chiave.


  • Fabio

    a) «Secondo noi l’aspetto legale è il meno interessante; lo Stato può far valere il superiore interesse della popolazione e stracciare la concessione per manifesta incapacità di Atlantia di manutenerla»

    Lo Stato può agire SOLO secondo la legge vigente; l’alternativa è uno Stato che vìola la legge, ovvero uno Stato che attenta a se stesso. L’idea di “stracciare la concessione per manifesta incapacità di Atlantia di manutenerla” presuppone che si sappia dimostrare che c’è questa “manifesta incapacità” e che la sussistenza di questa incapacità sia sufficiente a poter stracciare la concessione. Ciò in effetti è previsto dal contratto in essere e viene regolamentato dal combinato disposto degli artt. 8 e 9 della concessione. Esistono, quindi, i termini legali per poter stracciare il contratto – ma ad oggi non si sono ancora verificati: non è infatti sufficiente che cada un ponte, non è sufficiente che ne cadano 10 persino, ma bisogna che si avvii una procedura di “riparazione del torto” (art. 8) e che questa non abbia esito positivo, ovvero che “perdurino le gravi inadempienze” (art. 9). Ciò, come prima scritto, non è ancora accaduto.

    b) “Il calcolo non è stato ovviamente fatto”

    Perfettto, ed allora i dubbi ci sono, altro che “non c’è alcun dubbio”. Rimane inevasa la questione su come mai si potrebbe procedere a non pagare penali.

    Sotto chiave vi si finisce in base alle leggi vigenti, e mi sfugge quali siano quelle che “momentaneamente” metterebbero i vertici di Atlantia sotto chiave.


    • Redazione Contropiano

      Uno Stato è sovrano in quanto non ha nessuno al di sopra di sé.
      Dunque è dentro la tripartizione dei poteri dello Stato che le leggi vengono fatte (teoricamente in Parlamento, sede del potere legislativo).
      Dunque è lo Stato nel suo insieme che fa e cambia le leggi, restandovi subordinato nei comportamenti in periodi o in situazioni “normali”
      Ma uno Stato che deve affrontare problemi di palese emergenza (economica, civile, ecc) ha tutte le preogative per rompere tutti i contratti che gli pare. Altrimenti è come se si fosse impiccato con le proprie mani a “contratti” (che non sono leggi) sottoscritti da corrotti e/o incapaci (che certo non mancano, sia nella classe politica che nel funzionariato di alto e basso livello).
      Insomma: “l’emergenza” è una cosa seria… A meno di non ammetterla per liquidare l’opposizione rivoluzionaria e aborrirla quando si tratta di togliere un business a degli incapaci o criminali, ma che foraggiano le campagne elettorali di tutti i partiti…
      L’unica penale ammissibile, secondo noi, è il sequestro dei beni di ATlantia, e naturalmente di tutti i conti bancari riconducili agli azionisti principali…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *