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Parigi. E’ morto libero Enrico Villimburgo: comunista, rivoluzionario, brigatista

Si è suicidato, buttandosi dalla finestra, Enrico Villimburgo.

Certo, un essere umano non può mai essere riassunto in poche righe. In ogni caso, per partire da un inizio…

Compagno del comunismo ribelle, sovversivo, anni ’70, Centocelle, Roma.

In quella temperie, sulla scia di quella lunga onda d’urto, con numerosi altri ed altre era confluito nelle Brigate Rosse, ed area intorno.

Condannato all’ergastolo (non importa qui menzionare la “summa injuria” del “Summum Jus”, in particolare “l’Emergenza”), riparato in Francia, passato sul finire degli anni ’80 per un arresto per procedura estradizionale, le giurisdizioni preposte al vaglio dell’ ‘estradabilità’ in punto strettamente giuridico lo avevano decretato «estradabile». Ma non era seguito un decreto dell’Esecutivo, grazie alla politica della Francia in materia dal 1981 in avanti,di «rifiuto d’ogni estradizione politica».

Se vogliamo, in proposito, parlare di “dottrina” – o meglio di “principio attivo” – dovremmo dire “principio-Joinet”…

Louis Joinet, anche lui appena morto per aver scelto di non proseguire l’incubo insopportabile di una sopravvivenza forzata, ridotta dalla malattia alla non vita, e peggio ancora.

Enrico ha combattuto per anni contro un cancro che lo andava devastando. Confronto il suo gesto con quello di altri (penso a Gilles Deleuze, o a Bruno Sulak…) – il lanciarsi in quel volo dev’esser stato come una boccata d’aria, un kairos. Al contempo, mi affiora un lampo di pensiero implacabile.

Enrico faceva parte della manciata di persone le cui vite sono ora particolarmente in sospeso… Potranno ora essere felici gli ‘irriferibili’ dei “pubblici poteri costituiti”, che chiedevano con insistenza di poter ghermire ciò che resta di un pugno di vite ancora in corso, pretendendone riconsegna diretta o a mezzo estradizione, per un delirio predatorio di vendetta, una matassa di punizioni infinite.

Un potere oltretutto infinitamente vile, capace solo – o soprattutto – di infierire su chi non è più in condizione di combattere. Ma non è lo stesso riuscito a privarlo della estrema libertà di scegliere.

*****

POSCRITTO: lasciatemi riportare le prime ‘reazioni’ ricevute quasi in simultanea :

Colpito da tristezza. E da un pensiero. È andato via fedele a se stesso. Ha scelto lui. Lo ha fatto. E così. Rispetto. Massimo. (un altro Enrico) – – Un compagno, a noi così caro…Enrico, un ‘centocellaros’, comunista rivoluzionario, costretto ad andarsene, a causa innanzitutto dei mali da capitalismo e delle mille forme delle ingiustizie di Stato. Un altro, tantissimi, mostruosamente troppi : sempre più insopportabile. Ciao Enrico, sarai sempre con noi, con le nostre idee, le nostre lotte, nei nostri corpi. Con te, ieri, oggi, sempre resistenza! I rivoluzionari non muoiono, «chi ha compagni – come dice l’Internazionale di Fortini – non morirà»… (Luciano) S

trazianti queste parole. Autentiche. Ciao, Bro’ (Franco)

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3 Commenti


  • gabriel dionisi

    Ciao Enrico..


  • Oreste Scalzone

    Ringrazio la redazione per aver, intanto voluto riprendere le prime ‘parole a caldo’ — il dire in parole povere — che erano salite dalle viscere/discese da echi, ‘voci di dentro’, sovrappensieri… ‘Buttate giù’ (e per sovrammercato in improbabile e sempre improprio ”francese”) un po’ sotto una botta di… prim’ancora del dolore, di sgomento, un po’ attonito esterrefatto incredulo, come sempre in questi casi. E un po’ ”col sangue agli occhî”, come ‘scritte col proprio sangue’, prima del flusso di domande, interrogazioni, sempre inadeguate. E ringrazio per la rimessa a punto, in qualche dettaglio da ”correttori di bozze”, della rapida e globalmente precisa traduzione in italiano. Nonché per il poscritto con le prime reazioni scritte arrivate in ritorno. Dimenticavo le ‘voci’, quelle intercorse ‘via’…come si diceva un tempo, “telefono che scotta” — quelle di chi ti ha informato col pianto in gola, di chi hai chiamato tu…I/le, Claudio, Paolo, Robby, Giovanni, Lou, Marina, Elda, Luciano, Janie, Luigi, e ancora….. [salv’omissioni, ‘illusioni di memoria’, e chiamate a cui non potevi rispondere in diretta. Un tam-tam, in cui esce, nuda, primordiale, la vita, “senza qualità”, orpelli, ‘razionalizzazioni’, così, ‘con tutta la sua morte addosso’, la vita, di esseri totalmente singolari&comuni|| stop, per non ricominciare||. Ciao


  • mikis

    presente! sempre..

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