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“L’Eredità”, crollando su Gerusalemme, ha mostrato una voragine

Il 27 luglio alla prima udienza del processo, “il giudice ci ha ascoltato con attenzione – ha dichiarato a InfoPal.it l’avv. Dario Rossi, legale dell’Abspp, insieme all’avv. Fausto Gianelli – e ha rivolto un invito alla RAI a divulgare un comunicato in cui si evidenzino i riferimenti al diritto internazionale in relazione allo status di Gerusalemme, non limitandosi a scrivere che si tratta di una ‘vicenda controversa’, come avvenuto nella rettifica del 5 giugno scorso.

L’episodio della trasmissione televisiva a quiz L’Eredità, della puntata del 21/5/2020, ha messo in luce “leggerezze” culturali e politiche che sembrano essere ormai permanenti vezzi italici, che in barba ai tanti proclami reiterati di “lotta all’illegalità”, mostrano in controluce la trama della forte propensione nazionale a concessioni proprio all’illegalità, quanto meno a quella internazionale.

Allarmanti segnali preconizzatori in tal senso accompagnarono l’infausta scelta del Giro d’Italia del 2018 di partire proprio da Gerusalemme, pretendendo che fosse Israele.

Una domanda chiedeva quale fosse la capitale di Israele, ma alla concorrente, che correttamente rispondeva “Tel Aviv”, veniva obiettato erroneamente che la risposta giusta sarebbe stata “Gerusalemme”. Seguirono proteste nei confronti della RAI, un sit in sotto la sede romana della RAI convocato dalla Comunità palestinese, una salve di tweet, post su facebook e lettere di privati alla RAI e alla Commissione parlamentare di Vigilanza RAI.

L’Eredità, il regno di una realtà liquida .

“…Ci preme sottolineare che non era nostra intenzione offendere le opinioni e la sensibilità dello Stato di Palestina…. Tuttavia teniamo a precisare che il nostro format è un gioco a quiz e le domande si basano su una consultazione di fonti autorevoli e accreditate in campo enciclopedico…. Ci riserviamo in una delle prossime puntate di segnalare  le vostre osservazioni nel segno che il servizio pubblico radiotelevisivo garantisce a tutte le voci e le posizioni” La risposta epistolare alla lettera di protesta dell’Ambasciatrice Abeer Odeh. Il linguaggio del direttore di Rai 1 Stefano Coletta contempla intenzioni opinioni e sensibilità, posizioni, non conoscenze certe, benché si aggrappi come un funambolo a giudizi garantiti … solo dall’autorevolezza delle fonti secondarie e dal loro credito enciclopedico (…che mai vorrà dire? Che hanno credito presso enciclopedie o che il loro sapere enciclopedico le rende meritevoli di credito?). Come se non esistessero istituti e istituzioni internazionali a cui rivolgersi per conoscenze circostanziate. Carina l’immagine dello Stato di Palestina che ha opinioni e sensibilità. Poesia.”

Una replica/scusa di stampo fortemente relativista è poi recitata dolorosamente da Insinna, il 5 giugno. Pochi minuti di un condensato di inaccettabili pressapochismo ed arroganza.

In partenza si stronca subito la “controparte”, che si sminuisce drasticamente non guardandola proprio, quello che la Scuola di psicologia di Palo Alto avrebbe definito una disconferma, il messaggio è “tu per me non esisti”.

Nessun riferimento al contenuto della domanda fatidica e delle conseguenti proteste, quella che viene presentata è solo una piccola insignificante domanda, goccia nell’oceano delle domande che la trasmissione produce, grandiosa montagna di quiz che impone rispetto.

Quel rispetto non tributato neanche in minima parte alla “questione controversa” e quindi irrilevante. Che poi persone ci abbiano perso la vita, l’abbiano avuta angustiata ed oppressa o anche impedita per essa, ne siano state cacciate, la sognino e vedano in essa il simbolo della loro unità e della loro speranza non costituisce motivo né di cautela né di correttezza né di curiosità.

Gerusalemme, che sarà mai Gerusalemme per l’enormità di domande magnificamente formulate dall’eroica trasmissione?! Bazzecole, quisquilie, pinzillacchere.

L’assenza di quelle che sarebbero dovute essere vere scuse, innanzitutto ai Palestinesi, ma anche a tutti gli utenti italiani che hanno subito una disinformazione e a quelli che pur non vedendo la trasmissione, ne sono comunque gli obbligati finanziatori attraverso l’assurda imposizione di pagare la RAI in automatico nella bolletta della luce, segna l’affermazione di valori ben diversi dalla cultura storica, della legalità , delle consapevolezze politiche e dall’attenzione per i popoli. E’ la quantità del prodotto, in questo caso domande, che s’impone come moloch.

La legalità internazionale l’ultimo dei pensieri: basta documentarsi su fonti secondarie… enciclopediche e autorevoli. Vediamo che cosa scrive sulla materia l’Enciclopedia Treccani.

Miracolo! Nella presentazione della voce “Gerusalemme” consultata il 29 luglio 2020, si legge: Dopo la guerra del giugno 1967, che estese il controllo di Tel Aviv all’intera Cisgiordania, G. fu riunificata sotto la sovranità israeliana e nel 1980 l’annessione fu solennemente sancita da una ‘legge fondamentale’ che proclamò G. capitale ‘unita e indivisibile’ dello Stato di Israele; censurando tale legge, nel 1980, il Consiglio di sicurezza dell’ONU invitò gli Stati a stabilire a Tel Aviv le rappresentanze diplomatiche in Israele. Malgrado le ripetute condanne da parte sia dell’Assemblea generale sia del Consiglio di sicurezza dell’ONU, l’opera di integrazione fra le due parti di G. e di quest’ultima nel territorio nazionale è proseguita, negli anni successivi, anche attraverso l’intervento sulle caratteristiche fisiche e demografiche della città (estensione dell’area municipale, trasformazioni urbanistiche, insediamenti ebraici ecc.); l’espansione degli insediamenti israeliani nella città e attorno a essa ha determinato una crescita imponente della popolazione israeliana a G. Est, che è giunta quasi a eguagliare la popolazione palestinese nella zona e che dal 2002 è stata praticamente isolata dalla Cisgiordania dalla costruzione di una barriera difensiva di sicurezza (fig. 2), mirata a ostacolare i violenti attentati terroristici palestinesi sferrati contro la popolazione civile di G. e di altre città israeliane. Poiché lo Stato di Palestina non rinuncia a considerare la città come sua capitale, la questione di G. continua a rappresentare un tema di particolare difficoltà nei tentativi di pace.

Tuttavia, la medesima Enciclopedia Treccani alla voce Israele riporta: “Gerusalemme è la capitale e la città più grande con i suoi quasi 773.000 abitanti residenti su un’area di 126 km

Sembra un’apertura ai palestinesi che alla stessa voce, nel paragrafo sulla “Legge del ritorno”, si faccia riferimento sia pur vago e sciatto al “Il diritto dei profughi arabi al ritorno, riconosciuto dall’ONU (1948), restò quasi del tutto inapplicato.”. Però non solo non vi è specificata la Risoluzione 194, ma lo stesso link porta a tutt’altro: alla voce che tratta di un giornale fondato il 1854 con questo titolo.

In conclusione, o la trasmissione non ha consultato l’Enciclopedia Treccani o, se l’ha fatto, la consultazione approfondita della voce Gerusalemme, si è limitata ai primi due righe: “Gerusalemme (ebr. Yĕrūshālayim; arabo Ūrushalīm o el-Quds «la città santa») Città della Palestina centrale, proclamata da Israele sua capitale”, dove l’iniziale erronea informazione è confermata dall’eventuale consultazione del link lì offerto su Israele. Oppure è stata vista direttamente e solo la voce Israele.

Queste considerazioni c’impongono di notare come l’Enciclopedia Treccani stessa, indubbiamente considerata “enciclopedicamente” autorevole, da questo sommario esame emerge piuttosto schizofrenica e ondeggiante nel fornire le necessarie informazioni su Gerusalemme. Non solo non sono sempre complete come nella voce Gerusalemme, ma a una consultazione superficiale anche questa risulta fuorviante.

Quanti, non messi sull’avviso, sono inclini a non considerare automaticamente il “proclamata” come un sinonimo, un po’ elegante magari, di “è”, invece di cogliere nella scelta di questo termine l’equivalente di un complemento di limitazione?

Bene ha fatto il presidente dell’ABSPP (Associazione Benefica di Solidarietà con il popolo palestinese), architetto Mohammad Hannoun, a rivolgersi al Tribunale di Roma per la dovuta e mancata rettifica della RAI alla falsa notizia diffusa dal programma L’Eredità sulla città santa.

Leggerezza estrema su di una simile questione non può essere accettata. Si spera che siano messe sull’avviso anche quelle case editrici di libri scolastici che, a segnalazione di alcuni docenti attenti e documentati, sin dalle scuole elementari, forniscono un’erronea identità politica della città, nella totale noncuranza del diritto internazionale, salvo poi proporre lezioni di “educazione alla legalità”!

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