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Ilaria Salis in tribunale a Budapest, senza catene ma non ancora libera

L’attivista antifascista Ilaria Salis è in aula questa mattina, al tribunale di Budapest per la prima volta senza manette e catene alle caviglie. All’arrivo è stata accolta da giornalisti e solidali, tra cui Zerocalcare, che l’attendevano all’esterno del tribunale.

Presente in aula anche una delegazione del Centro di Ricerca ed Elaborazione per la Democrazia, formata dagli avvocati Michela Arricale, Fabio Marcelli e Francesca Trasatti e dalla dottoressa Margherita Cantelli.

Oggi infatti è prevista la terza udienza del processo a suo carico l’accusa di aver malmenato un neonazista ungherese.

Ilaria Salis da due giorni ha ottenuto il permesso di passare la detenzione dal carcere gli arresti domiciliari, pagando una cauzione di 160 milioni di fiorini, circa 41mila euro, ma con l’obbligo di una cavigliera elettronica. Aveva trascorso un lungo periodo di detenzione nel carcere di massima sicurezza di Gyorskocsi. Con una mossa decisamente inopportuna e pericolosa, in aula è stato rivelato l’indirizzo della casa in cui Ilaria Salis è agli arresti domiciliari.

Nonostante il passaggio agli arresti domiciliari, il percorso legale dell’attivista antifascista Ilaria Salis appare tutt’altro che concluso. Il suo obiettivo principale rimane quello di tornare in Italia. A tale scopo ha accettato la candidatura come indipendente nelle liste dell’Alleanza Verdi Sinistra alle prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno nelle circoscrizioni del Nord Ovest e Sicilia e Sardegna.

La campagna elettorale rappresenta dunque un’ulteriore sfida, Ilaria Salis anche se candidata al parlamento europeo e agli arresti domiciliari a Budapest non è ancora libera e non è ancora tornata a casa.

In una nota diffusa in giornata il Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia (CRED), così ha commentato la terza udienza del processo a Ilaria Salis:
“Prende nota della totale assenza di elementi concreti a carico dell’imputata emersi dall’esame dei testimoni e dalla proiezione dei filmati relativi all’aggressione dell’11 febbraio 2023;
– ⁠prende del pari nota dell’assenza di elementi suscettibili di ravvisare nelle lesioni arrecate all’aggredito le caratteristiche richieste della norma invocata dall’accusa, e che cioè si sia trattato di lesioni suscettibili di provocare la morte;
– ⁠chiede l’immediata applicazione senza riserve delle norme europee ed ungheresi relative al giusto processo e alla tutela dei diritti dell’imputato, in particolare per quanto riguarda la traduzione in italiano degli atti processuali, tuttora largamente incompleta;
– ⁠al riguardo rileva che è stata respinta la richiesta della difesa di ottenere il rinvio dell’udienza tenendo conto dei tempi necessari per ottenere la traduzione e che tale respingimento e stato adottato con decisione definita inappellabile;
– ⁠rileva altresì che oggi il giudice ha ammesso la costituzione palesemente tardiva della parte civile;
– ⁠rileva inoltre l’inesplicabile ripetizione del referto medico sull’aggredito, reiterato a tre mesi di distanza dai fatti in un ospedale diverso da quello nel quale era stato attuato il primo referto;
– ⁠rileva ancora l’anomalia consistente nel fatto che il giudice del dibattimento sia a conoscenza di tutti gli atti delle indagini preliminari e interroghi i testimoni sulla base del fascicolo della procura;
– ⁠chiede di conoscere i criteri coi quali il giudice ha proceduto all’individuazione e selezione del materiale filmato;
– ⁠nel prendere atto con soddisfazione della concessione degli arresti domiciliari in Ungheria, esprime la propria preoccupazione che sia stato reso noto dal giudice nel corso dell’udienza l’indirizzo dove l’imputata, più volte minacciata dalle locali organizzazioni neonaziste, sconterà tali arresti domiciliari;
– ⁠chiede al governo italiano di intensificare il proprio impegno per riportare a casa Ilaria, anche alla luce della pericolosità della sua permanenza in Ungheria, dell’assenza di concreti elementi di colpevolezza e del molto maggiore attivismo dispiegato in altri casi”.

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