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Bologna verso la mobilitazione nazionale contro il governo Meloni

Mercoledì 22 maggio a Bologna, presso Costerna, al 48 di via Azzo Giardino, si è svolta l’assemblea verso la manifestazione del primo giugno contro il governo.

Una buona partecipazione ed un discreto numero di interventi – Potere al Popolo, Cambiare Rotta, USB, OSA e Rete dei Comunisti, oltre all’introduzione e alle conclusioni a cura di un compagno del comitato promotore 1 giugno – hanno caratterizzato l’assemblea che, oltre fare un quadro del percorso di costruzione della manifestazione, è servita a raccogliere la partecipazione di chi vorrà scendere a Roma il primo giugno.

Gli organizzatori infatti, come nel resto d’Italia, mettono a disposizione posti in bus a “costi agevolati” per garantire il massimo della partecipazione a chi desidera recarsi quel giorno nella capitale, dove – tra l’altro – la leader di Fratelli d’Italia ha deciso di convocare (lo stesso giorno) una manifestazione.

La mobilitazione del 1 giugno è senz’altro una scommessa politica impegnativa che ha fatto irruzione nella campagna per le elezioni europee, fin qui  caratterizzate più dagli scandali di una classe politica trasversalmente corrotta – dalla Puglia alla Liguria – che da un vero e proprio dibattito politico.

Questo anche in virtù del fatto che sulle questioni di sostanza ci sono più sfumature che vere e proprie differenze tra le forze che sostengono l’attuale esecutivo e il campo largo della sinistra.

Una scommessa politica che, come è stato ribadito, da più interventi, ha alcune carte da giocare sia sui contenuti che sulle modalità d’approccio nel costruire l’opposizione, prediligendo la piazza ai salotti televisivi e cercando di consolidare quell’asse tra studenti e lavoratori che anche in città ha visto un fronte comune schierarsi contro gli omicidi sul lavoro ed il rifiuto delle complicità con la filiera della formazione/ricerca nel genocidio palestinese ed in generale nella macchina bellica, ed esprimersi con una certa forza anche contro le devastazioni ambientali in corso.

Tutti gli interventi hanno coniugato l’esigenza di creare un’opposizione all’attuale esecutivo con il lavoro fatto in questi mesi su scala locale: dalle occupazioni degli istituti delle medie superiori alle singole vertenze sindacali contro la repressione padronale ed alle battaglie più generali del movimento dei lavoratori, dalle mobilitazioni contro la complicità accademica con la macchina bellica israeliana fino alle lotte ecologiste, che hanno trovato un primo momento di sintesi a Bologna il 17 giugno, con la marcia ambientalista nell’anniversario dell’alluvione in Emilia-Romagna.

Sono state testimonianze vive di come vi siano, anche a livello locale, vari percorsi di lotta che oltre a scontrarsi con il clima liberticida imposto da questo governo – soprattutto come conseguenza della sua politica guerrafondaia e della sua filiazione politica – si confrontano con un’amministrazione locale di comune e regione, senz’altro complementare – se non a volte speculare – all’attuale esecutivo e di cui il patto Lepore-Piantedosi ne è forse l’esempio più evidente.

Fin dall’introduzione è stato ricordato che, nell’imminenza delle elezioni europee, le élite politiche continentali non disdegnano l’ipotesi di collaborare con le formazioni dell’estrema destra fin qui state tenute fino ad ora ai margini della “stanza dei bottoni” di Bruxelles.

Il cordone sanitario nei loro confronti è però saltato da tempo in numerosi paesi e la geografia politica che probabilmente uscirà dalle urne costringerà le forze conservatrici a cooptare nei meccanismi di governance altre figure oltre quelle della Meloni, che Draghi aveva ben “introdotto” nelle cerchie di potere che comandano l’Unione Europea.

Insomma, l’Unione Europea sta gettando nuovamente la maschera mostrandosi disposta a collaborare con tutti e tutte coloro che assecondano i suoi parametri politici centrali, per quanto venissero fino a poco tempo fa ritenuti “non frequentabili”.

Una ragione in più per costruire una vera opposizione politico-sociale a partire anche dai percorsi di lotta territoriali e dalle concrete esperienze di conflitto orfane spesso di una prospettiva e di un campo in cui riconoscersi.

Il primo giugno sarà una prima occasione.

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Per chi desiderasse avere informazioni su come recarsi collettivamente a Roma da Bologna: 3342093052

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