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Roma. Venerdi è sciopero nei trasporti, contro la logica del male minore

Venerdi 12 gennaio i lavoratori dell’Atac tornano a scioperare in assoluto dissenso nei confronti del Concordato e a conferma della tesi che con l’accordo sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Faisa Cisal il 27 novembre 2017, si affossa ineluttabilmente e definitivamente l’ATAC in una crisi complessiva e irreversibile, a danno della vita lavorativa dei dipendenti.
La messa all’asta degli immobili di proprietà al miglior offerente, senza nemmeno modificarne la destinazione d’uso, non contribuirà al risanamento del debito e sarà una goccia nel mare, mentre l’inserimento delle 39 ore aumenterà lo stress psicofisico del personale operativo, aggravandone le già precarie condizioni lavorative e non servirà né al risanamento economico societario, né migliorerà l’efficienza del servizio.
“Le scelte fatte dal Campidoglio sul Trasporto Pubblico Locale di Roma continuano a ricadere sui lavoratori, gli unici incolpevoli delle incapacità gestionali di ATAC e della Roma TPL SCARL, dove ci si avvia a delle gare che daranno in mano il servizio a più vettori senza dare certezze ai lavoratori che ancora oggi, ogni fine mese, devono elemosinare i propri stipendi” denuncia l’Usb che ha convocato lo sciopero dei trasporti pubblici nella Capitale.
Le istituzioni nazionali e territoriali devono politicamente farsi carico di riesaminare la gestione del trasporto pubblico locale, rilanciandone la funzione sociale in maniera imprescindibile, con gli adeguamenti necessari d’investimento sia in risorse umane, sia finanziarie.

La risposta che può sanare il trasporto è la creazione di un’unica azienda di Trasporto Pubblico Regionale, per una gestione più oculata del trasporto, evitando sovrapposizioni di linee, con meno dirigenti e garantendo gli stessi diritti a tutti i lavoratori del settore.
“Sollecitiamo i lavoratori di non adeguarsi alla cultura del male minore” scrive in una nota l’Usb “lottando per scongiurare un ulteriore arretramento dei propri diritti e la mortificazione della propria dignità”.
 

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4 Commenti


  • Angela

    Non capisco più la logica sindacale di questi scioperi. I soli a pagarne gli effetti sono i cittadini che li usano x andare a lavoro e gli scioperanti che perdono un giorno di paga. Trovare altre forme di lotta no? Magari aventi come bersagli i responsabili dei vostri problemi? Tipo picchetti, assedi agli uffici…. . Oppure preferite aumentare la già alta percentuale di cittadini romani che vedrebbero bene la privatizzazione, con conseguenti licenziamenti facili?


    • Redazione Contropiano

      Le alternative allo sciopero come forma di lotta e di pressione dei lavoratori sulle proprie controparti ancora non sono state individuate. Chi dice che gli scioperi non servono o sono dannosi non ha mai fornito una indicazione diversa altrettanto efficace. Ovviamente uno sciopero ha sempre delle ripercussioni sul resto della società, ma è bene ricordare che uno sciopero non è gratis per chi lo fa (costa più di una giornata di lavoro) e non è mai un divertimento. Quindi se uno è costretto a ricorrere ad una forma di lotta in cui perde anche dei soldi, deve avere delle ottime ragioni che meritano di essere ascoltate, comprese e magari condivise. Se c’è uno sciopero dei trasporti, tutti gli altri lavoratori e cittadini ne approfittino a loro volta per rallentare, ritardare, complicare le cose ai propri padroni, non a scapicollarsi per arrivare in orario comunque. E’ semplice da capire e da fare.


  • angela

    Le alternative allo sciopero non esistono? Sicuro? La tradizione del movimento operaio è ricchissima di forme di lotta: picchetti, blocchi degli uffici, occupazioni, senza parlare di gesti eclatanti come quelli a cui ci hanno abituato i lavoratori francesi, che infatti scioperano poco, ma in modo incisivo, e ottengono risultati.E’ semplice da capire e da fare.
    E a proposito di tutti noi altri, lavoratori precari, magari in nero, e cittadini che si scapicollano per usare i mezzi pubblici, lasciate a noi la libertà di scegliere se e come ribellarci ai nostri padroni, posto che nella gran parte dei casi noi questa libertà, e diritti, non li abbiamo, e se perdiamo la paga x colpa dei ritardi altrui sono solo cazzi nostri. E’ semplice da capire e da fare.
    I


  • Redazione Contropiano

    E’ piuttosto evidente che picchetti, blocchi, occupazioni sono sempre legati ad uno sciopero, programmato o spontaneo che sia. Diversamente non è ancora accaduto. Che i lavoratori francesi scioperino poco è smentito dalle tutte le statistiche sulle ore di sciopero. Semmai, e non è paradossale, è proprio l’Italia il paese in cui le ore di lavoro “perse” per conflitti sono diminuite. Sulla libertà di scegliere come farla pagare al padrone ognuno sappia dare il meglio di sè, magari insieme a quelli che si ritrovano nella stessa situazione.

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