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Roma. Quarantuno anni fa i fascisti uccidevano Walter Rossi e provocavano la morte di Elena Pacinelli

Il 29 Settembre del 1977 una Mini Minor bianca transita per Piazza Igea nella zona nord di Roma.  Dal suo interno vengono fatti esplodere numerosi colpi d’arma da fuoco, indirizzati verso un gruppo di ragazzi che stazionano nella piazza. Piazza Igea (oggi Piazza Walter Rossi), nel quartiere Trionfale di Roma, costituiva un ritrovo per i militanti della sinistra di Roma nord, grazie agli edifici occupati della “Casa Rossa”, ma allo stesso tempo, è geograficamente il crocevia tra le zone della Balduina, Monte Mario e Vigna Clara, quartieri di Roma nord storicamente in mano ai fascisti, con all’interno alcune delle sezioni del Movimento Sociale Italiano più attive della capitale, da dove partivano soventi raid contro i luoghi d’aggregazione della sinistra romana.


Di quei numerosi colpi, tre colpiscono Elena Pacinelli di 19 anni, che morirà prematuramente data la sua condizione di salute precaria, aggravata dalle complicanze innescate dall’attentato.
Scossi dall’accaduto e dai ripetuti attacchi che si verificavano quotidianamente nella capitale in quei pesanti anni, il giorno dopo, il 30 Settembre, con l’obiettivo di denunciare l’attentato fascista , viene organizzata una manifestazione antifascista de i ragazzi del “Pomponazzi”, palazzo popolare con all’interno un grande cortile, luogo di ritrovo per molti militanti e ragazzi di quartiere. La manifestazione risale via Delle Medagli D’Oro dove è situata una sede fascista.

Un gruppo di neofascisti uscirono dalla sezione romana del MSI in Viale delle Medaglie d’Oro e assaltano a colpi di pistola il corteo antifascista. Walter Rossi, giovane di vent’anni, impegnato nel volantinaggio durante il presidio, morì assassinato da un colpo di pistola alla nuca, mentre il benzinaio Giuseppe Marcel rimase ferito. 

Cristiano Fioravanti, militante fascista insieme al più noto fratello Giusva dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), confessò di aver partecipato all’azione, ma addossò su Alibrandi la responsabilità di aver aperto il fuoco, nonostante i giovani che erano presenti al volantinaggio con Walter avessero sempre indicato in Fioravanti colui che sparò il colpo omicida. Peraltro Alibrandi morì il 5 dicembre 1981 in uno scontro a fuoco con la polizia, pertanto il processo fu archiviato e Fioravanti se la cavò prima con nove mesi di carcere e 200.000 lire di ammenda, fino all’assoluzione definitiva nel 2001, con la contestuale incriminazione di tre compagni di Walter per falsa testimonianza. Cristiano Fioravanti oggi è libero e vive, sotto altro nome, sotto la protezione dallo stato.

Oggi 30 settembre, un corteo partirà da Piazza Walter Rossi e arriverà alla lapide che lo ricorda in via delle Medagli d’Oro.

 

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