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Savona. Piaggio, tra preoccupazione e dolore

Con preoccupazione e dolore (quasi fisico) abbiamo letto questa nota riguardante Piaggio.

Nota ufficiale dell’azienda aeronautica: “Nonostante l’impegno e il duro lavoro di tutti i dipendenti di Piaggio Aerospace, così come il significativo supporto finanziario sostenuto dal socio nel corso degli anni, le assunzioni fondamentali del piano di risanamento approvato nel 2017 non si sono concretizzate. La continua incertezza e le attuali condizioni di mercato fanno sì che la società non sia più finanziariamente sostenibile. Il Consiglio di Amministrazione di Piaggio Aerospace ha pertanto assunto la difficile decisione di presentare istanza al Ministero per lo Sviluppo Economico per accedere alla procedura di amministrazione straordinaria (cosiddetta Legge Marzano), considerato lo stato d’insolvenza della società”.

 Ricordato che la proprietà di Piaggio Aerospace è del fondo sovrano del Qatar (effetti della globalizzazione o colonizzazione?) l’interrogativo che si pone è questo : quale può essere l’esito di questa vicenda che sta assumendo elementi drammatici, essendo in gioco oltre 1.500 posti di lavoro, considerato anche l’indotto ?

Anche oltre i posti di lavoro c’è da considerare il ruolo di Piaggio, ultimo baluardo tecnologicamente e produttivamente avanzato nella provincia di Savona.

Nell’ipotesi peggiore saremmo al deserto industriale.

L’altro ieri, nell’incontro al Ministero, si era verificato l’ennesimo nulla di fatto circa l’assegnazione di commesse all’azienda:nulla di fatto accettato da tutti in cambio di una generica attestazione, da parte del governo, della “importanza strategica dell’azienda” .

Affermazione condita dalla generica promessa di un piano “ a lungo termine” e la convocazione di un ulteriore incontro, senza che se ne fosse indicata la data. Una sorta di “convocazione a domicilio”.

Una genericità, questa emersa al termine dell’incontro al MISE, accettata dopo che erano state dismesse le azioni di lotta al fine di “non esacerbare la situazione”.

Ci rendiamo conto della problematicità dello stato di cose in atto e non intendiamo ipotizzare esiti catastrofici e neppure pensiamo che una forte mobilitazione unitaria delle istituzioni e del sindacato della nostra Provincia possa rappresentare la panacea di tutti i mali.

Pur tuttavia ci troviamo a dover insistere nell’indicare la necessità di una mobilitazione straordinaria in difesa di questa realtà nell’auspicio che si presentino margini e possibilità di salvezza.

Tralasciando il richiamo all’assenza di una strategia industriale che, da tempo, sta condannando Savona e la sua provincia all’irrilevanza economica, a un numero elevato di disoccupati, al ridursi al lumicino delle prospettive per il futuro.

Con preoccupazione e dolore ma senza rassegnazione.

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