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Napoli, rifugiati di nuovo in piazza

Rifugiati di  nuovo in piazza quest’oggi a Napoli con il Comitato Immigrati di  Napoli e l’Unione Sindacale di Base. I motivi sono sempre i soliti degli ultimi tempi, ovvero gli ingiustificati ritardi della Questura di Napoli nel rilascio dei permessi di soggiorno. I 45 giorni che la legge indica quale massimo per il completamento dell’iter burocratico a Napoli diventano invece sei mesi per i più fortunati e per gli altri attese anche oltre i 2 anni.  I numeri d’altronde parlano chiaro: 1700 permessi di soggiorno bloccati da più di 8 mesi e con l’arrivo del bel tempo le cifre sono destinate evidentemente a salire.

Numerosi gli interventi che dalle casse del  furgoncino sindacale sottolineano come sia impossibile costruirsi una vita in mancanza di documenti. Casa, lavoro e diritto alla salute vengono di fatto negati.

I partecipanti alla manifestazione sono tutti africani sub sahariani con un’età oscillante tra i venti e i quaranta anni. Tutti maschi. La maggior parte di essi non vede l’ora di lasciare l’Italia. Per loro è solo la frontiera d’Europa. Eppure l’ Italia fa di tutto per  trattenerli qui  forzatamente. Viene quindi naturale il sospetto che l’allungamento esagerato dei tempi di rilascio dei permessi non sia soltanto frutto di inefficienze e incapacità ma il frutto invece di un preciso disegno che mira a preservare i  profitti gravitanti intorno all’emergenza rifugiati. Una montagna esagerata di denaro (Mafia capitale docet) da spartirsi tra albergatori, cooperative di nome ma non di fatto, associazioni di furboni e professionisti vari.

Viene anche il sospetto che gli input che spingono al rallentamento vengano direttamente dal ministero degli Interni per rispondere alle pressioni degli altri paesi europei. I paesi del nord dell’UE pare dicano a Italia e Grecia: i soldi per la gestione dei flussi migratori verso l’Europa li avete presi quindi adesso arrangiatevi voi e non rompeteci le scatole.

E invece qualcuno disposto a mettersi in gioco ancora c’è. Anche tra gli italiani. A  parte i sindacalisti dell’USB, gli unici di pelle bianca scesi in piazza sono i ragazzi dell’ex opg di Materdei che proprio in questi giorni sta ospitando la scuola per i bambini dello Sri Lanka. Si fa quel che si può insomma.

Il corteo parte da piazza Bovio e si conclude davanti la Prefettura.  Nel tragitto gli interventi al microfono sono intervallati dal rap freestyle di un ragazzo maliano che si è portato le basi in una chiavetta usb e ci rappa sopra. I rifugiati sembrano apprezzare, rispondono alle richieste di fare cori con entusiasmo. C’è rabbia e sconforto ma anche gioia di lottare, la consapevolezza che l’unione faccia la forza e che solo in questo modo si possono risolvere i problemi.

In prefettura sale una delegazione di 4 persone. La responsabile dell’ufficio immigrazione dell’Usb e tre rappresentanti delle comunità di rifugiati africani. Fra loro anche uno dei 10 sfrattati, stanotte alle 4 e mezza, dal centro di accoglienza di Ercolano. Il prefetto ha revocato per loro i benefici d’accoglienza per reati commessi durante una delle tante proteste contro la pessima qualità dei servizi  erogati dall’Hotel Belvedere dov’erano alloggiati. Buttati per strada. Si presentano al corteo a Napoli direttamente con i trolley da viaggio, tutti i loro averi. In piazza Plebiscito montano una tenda per dimostrare simbolicamente la loro precarietà.

La Prefettura all’incontro si mostra possibilista rispetto alle richieste di revoca dei provvedimenti emessi contro i 10 rifugiati di Ercolano. Ma vuole ulteriore tempo per esaminare la questione e una formale richiesta scritta e protocollata dal sindacato. La solita burocrazia…

Le forze in campo non permettono ulteriori irrigidimenti così i  manifestanti decidono di sciogliere il presidio sotto gli uffici prefettizi e di riconvocarsi in tempi brevi  per decidere le prossime mosse per obbligare il Prefetto a mantenere le promesse. Sono ormai quasi le 3 e un sole già estivo accompagna i ragazzi sulla via del ritorno a casa. Ma per i 10 rifugiati dell’Hotel Belvedere l’incubo comincia adesso.

Ivan Trocchia

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1 Commento


  • NICOLA VETRANO

    A disposizione anche per assistere i rifugiati contro il provvedimento prefettizio.

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