A fine mattinata all’università di Torino, la polizia ha caricato un centinaio di studenti che da giorni continuano a protestare contro la privatizzazione degli spazi dell’ateneo finiti in gestione ad un fast food che impedisce agli studenti di poterlo utilizzare anche come luogo di incontro e studio. La logica del mangia e fuggi infatti non prevede tempi e spazi di socialità che non siano funzionali alla vendita. In un luogo di studio un fast food diventa decisamente fuori luogo. Guarda il VIDEO
“La giornata di oggi ha visto nuovamente l’università sorda e i privati difesi da un ingente numero di poliziotti che, forti del consenso della dirigenza universitaria, ci ha caricato difronte le porte del Rettorato” denunciano gli studenti della rete Noi Restiamo in un post su facebook.
Qui di seguito il comunicato emerso dall’assemblea all’ateneo di Torino dopo le cariche. Lunedi prossimo di nuovo mobilitazione degli studenti:
L’assemblea si è riunita dopo aver raggiunto un risultato: oggi il McDonald’s non ha aperto, non ha fatto profitti sulla pelle degli studenti mentre il Burger King all’ora di pranzo non ha visto clienti ma studenti con una testa pensante. Tuttavia, non abbiamo avuto modo di parlare con il rettore o con chi per lui, nonostante ci fosse stato promesso un incontro neppure oggi ci hanno ascoltato. Le forze dell’ordine però erano numerose, ben schierate e pronte a manganellare gli studenti su via Po.
L’ assemblea è compatta sui contenuti, alcuni interventi hanno sottolineato quanto il problema non sia solo di UniTo ma dell’intero sistema di finanziamenti al pubblico e nello specifico all’università. All’interno di un contesto in cui i tagli si susseguono da trent’anni e costringono le università a far cassa tramite i privati, quei pochi finanziamenti che arrivano sono rivolti ad accentuare le contraddizioni di questo sistema aumentando la polarizzazione tra gli atenei e rendendo l’università sempre meno alla portata di tutti. Altri hanno espresso la necessità di approfondimenti tematici che coinvolgano i professori e i ricercatori dell’Università, oltre che gli studenti che in questi giorni non hanno partecipato ai flash mob. L’allargamento della protesta è la priorità.
Com’è naturale all’interno dell’assemblea si è dibattuto sui mezzi da utilizzare nella lotta, questo ha scoperto nervi più profondi legati allo stato di repressione che il nostro paese sta vivendo e che con il decreto Salvini si concretizza ancor di più nei confronti degli attivisti e delle attiviste coinvolte in proteste come la nostra. Ricordiamo solo l’infame pena per chi provoca un blocco stradale anche solo sedendosi pacificamente per terra che arriva fino a 4 anni di carcere.
Un pranzo sociale di fronte al Burger King è stata la proposta che ha convinto sia chi vuole continuare, giustamente, il boicottaggio dei privati nell’università con chi invece pensa che bisogna coinvolgere quanti più studenti possibili.
Siamo completamente in accordo con l’assemblea, partecipiamo convinti alla prossima assemblea organizzativa di lunedì alle 12.30 a Palazzo Nuovo in vista dell’#AttoIII.
MARCEREMO SULLA TESTA DEI (BURGER)KING!
Atto III Pranzo Sociale davanti al Burger King
Palazzina Cheeseburger- Aldo Moro
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