Nelle perquisizioni richieste dalla magistratura nelle sedi di Atlantia e Autostrade per l’Italia, è stato rinvenuto un documento che inchioda i vertici delle due società. Da questo emergerebbe che sia Autostrade per l’Italia che Atlantia, la società capogruppo appartenente alla famiglia Benetton, sapevano già dal 2014 che il Ponte Morandi era a “rischio crollo”.
Il documento risulta stilato dall’Ufficio Rischio e segnalava che dal 2014 al 2016 si parlava di “rischio crollo”. Ma questa categoria, nei documenti del 2017 viene convertita in “rischio perdita stabilità“. Passa il tempo e soltanto nel febbraio 2018, al provveditorato alle Opere pubbliche viene presentato il progetto finalizzato al consolidamento del ponte. I lavori vengono stabiliti per l’autunno dello stesso anno ma il 14 agosto 2018 il ponte Morandi viene giù e muoiono 43 persone.
La società Autostrade per l’Italia a ottobre del 2018 si era trincerata dietro la versione secondo cui i risultati dei monitoraggi sul ponte Morandi “non avevano segnalato motivi di allarme o di urgenza”
Mario Bergamo, uno dei dirigenti della società interrogato dai magistrati di Genova a ottobre del 2018, racconta ai giudici che: “Nel 2015 ricevemmo dei dati sullo stato del viadotto che ci fecero avviare il progetto di retrofitting nello stesso anno. Quei dati mi fecero notare un problema importante. Andai via da Autostrade nel 2016, non so perché si bloccò il progetto“.
Il Financial Times riesce ad avere e pubblicare a luglio di quest’anno un rapporto interno ad Atlantia, commissionato dopo il crollo, dal quale emerge che gli allarmi sulla sicurezza del Ponte Morandi erano già stati segnalati negli anni precedenti. Ma la società rispose che: “L’audit citato dal Financial Times non ha evidenziato alcun problema di sicurezza del Ponte Morandi, come erroneamente riportato nell’articolo”.
Ma adesso è emerso il documento che smentisce la versione dei dirigenti di Atlantia e che, stando a quanto riporta Repubblica, sarebbe poi stato insabbiato. Secondo Repubblica il report era stato presentato ai consigli di amministrazione sia di Atlantia che di Autostrade, proprio per programmare interventi e chiedere consulenze esterne. Tanto che dal 2014 in poi sarebbero aumentate le polizze assicurative sul Ponte Morandi, ma i primi lavori vennero pianificati comunque solo 4 anni più tardi.
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Antonino
Tipica eterna storia all’italiana
Enrico Deplano
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