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Arresti in Francia, Jean-Luc Mélenchon denuncia “un atto di vendetta”

È un atto di vendetta piuttosto che un atto di giustizia“. Mercoledì, poche ore dopo l’arresto di sette italiani – tra cui ex membri delle “Brigate rosse” condannati dall’altra parte delle Alpi per atti di terrorismo commessi negli anni ’70 e ’80 – Jean-Luc Mélenchon si dice “angosciato nel vedere che non c’è memoria, né discernimento, né senno di poi, e che mettiamo segni di uguale tra tutto e niente“. “Questo non va bene per la Francia, sono dispiaciuto e angosciato“, ha insistito di nuovo.

Il deputato LFI di Bouches-du-Rhône si è detto “radicalmente ostile” alla scelta di Emmanuel Macron, acclamato dall’Italia. Per lui è “demagogia” ma anche “un duro colpo da quattro soldi” per soddisfare la destra.

Stiamo infrangendo la nostra parola data“, ha detto il candidato insoumis alle presidenziali, considerando che “il nostro onore ci impone di non dire oggi il contrario di quanto abbiamo detto quarant’anni fa”.

Jean-Luc Mélenchon afferma infine che parteciperà alla mobilitazione, se questa ci sarà.

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