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Il programma della Nouvelle Union Popoulaire Écologique et Sociale (NUPES)

Giovedì 19 maggio alle 11 la Nouvelle Union Popoulaire Écologique et Sociale (NUPES) ha presentato il suo programma condiviso, che qui abbiamo tradotto integralmente.

Una esposizione che integra e sviluppa i punti comuni che già erano emersi in precedenza nel corso della prima iniziativa pubblica unitaria a ridosso dell’accordo, e che mette in evidenza la comunità di vedute e le differenze tra le varie formazioni che la integrano.

La NUPES è nata da un accordo del campo progressista per le imminenti elezioni politiche, dopo che il ballottaggio per le elezioni presidenziali avevano visto riconfermato il presidente uscente Emmanuel Macron, grazie al barrage contro Marine Le Pen fatto proprio da tutte le forze politiche che hanno poi composto quest’alleanza.

La vittoria di Macron è stata raggiunta in un contesto in cui tutti sapevano che tale tipo opzione presente al ballottaggio portava a scegliere “tra la peste ed il colera”, come si esprimevano letteralmente i francesi, costretti a quell’opzione in cui si poteva scegliere di fatto solo per il “meno peggio” e l’astensione, come ha fatto quasi sotto il 30% degli aventi diritto.

Tra tre settimane, il 12 giugno, si svolgerà il primo turno delle elezioni politiche con candidati unici dei differenti raggruppamenti che si erano presentati in ordine sparso alle elezioni: la LFI di Jean-Luc Mélénchon che con il suo progetto politico per le presidenziali – l’Union Populaire – aveva ottenuto il 22% dei voti, sfiorando per la seconda volta il ballottaggio, il “polo ecologista” con EELV come perno insieme ai socialisti di Génération di Hamon che avevano ottenuto il 4,7%, i comunisti del PCF di Fabien Roussel – con il 2,3% delle preferenze -, ed i socialisti del PS di Oliver Faure, che non avevano raggiunto il 2%.

Questi ultimi hanno votato a maggioranza per l’accordo elettorale con gli insoumis/es, contro la volontà degli elefanti del partito ancorati alla politica neoliberista e clientelare della nomenklatura vicina all’ex presidente Hollande.

Le opzioni politiche sul campo in Francia per le elezioni si riducono sostanzialmente a tre: la continuità neo-liberista con il voto ai candidati macroniani, l’alternativa neo-liberista e neo-conservativa con il voto ai candidati del RN (ex-FN) della Marine Le Pen, e la NUPES coagulatasi attorno alla LFI, il cui il successo sarà dovuto fondamentalmente dalla capacità di mobilitare, oltre la sommatoria del proprio bacino di consenso, circa quel quarto di francesi che non si è recato alle urne al primo turno delle presidenziali.

Gollisti, la galassia dell’estrema-destra e l’NPA, avranno un ruolo più che marginale, come la fronda socialista contraria al NUPES.

Tre sono gli elementi di novità di questa coalizione rispetto ad esperienze francesi simili, come il Fronte Popolare del 1936, il Programma in Comune di Governo sottoscritto nel 1972 da PS, PCF e “radicali” che aprì la strada alla Presidenza di Mitterand ad inizio Anni Ottanta; e l’ultima e più recente esperienza di coagulo delle forze “progressiste”, concepita più che altro come coalizione elettorale con il governo di Lionel Jospin dal 1997 al 2002.

Il primo dato è che il perno di questo raggruppamento è la LFI, di cui la NUPES è il prodotto della volontà di fare delle elezioni politiche una sorta di “terzo turno” in grado di ribaltare l’esito delle elezioni presidenziali, o quanto meno contro-bilanciare gli esiti, scongiurando l’ipotesi di un parlamento “blindato” da una maggioranza del partito del Presidente.

Per fare questo la LFI ha dovuto rinunciare, in ambito del programma comune condiviso di governo per i prossimi 5 anni, a due punti essenziali: l’uscita dalla NATO e lo sviluppo di un “Piano B” per l’Unione Europea che prevedesse l’uscita dell’Esagono dall’edificio politico continentale e l’abbandono della moneta unica, come exit strategy ultimativa in caso di incapacità di realizzare il proprio programma. Sia detto per inciso: la revisione dei trattati è però nelle facoltà del presidente.

Questa è la concessione più sostanziale, rispetto a verdi e socialisti, che ha messo probabilmente sull’altro piatto della bilancia l’accettazione – non scontata – della candidatura di Mélénchon a capo dell’Esecutivo, nel caso in cui la NUPES ottenga la maggioranza al secondo turno delle politiche il 19 giugno.

Se era già identificabile un cambiamento d’approccio “tattico” nella LFI, tra queste elezioni presidenziali e le precedenti del 2017, ora dal programma viene espressa una filosofia per cui si prevede “la disobbedienza” dei trattati della UE – nel linguaggio degli insoumis/es – qualora impediscano la realizzazione di un ampio programma.

Il quale prevede la nazionalizzazione dei settori strategici (tra cui una parte del settore bancario), la pianificazione della transizione ecologica, l’inversione di tendenza complessiva rispetto allo smantellamento del welfare state e delle garanzie dei lavoratori, il raggiungimento della parità di genere, la reintroduzione di una fiscalità progressiva che permetta di reperire le risorse verso un miglioramento complessivo della qualità della vitae che metta il “pubblico” e “l’eco-sostenibile” al centro delle propria strategia, e permetta a tutti e tutte il soddisfacimento dei bisogni basici.

In cima a tutto c’è la lotta al carovita attraverso l’innalzamento di salari, pensioni e il blocco dei prezzi dei beni di prima necessità.

Impossibile farne una sintesi.

Nell’ottavo capitolo del programma dedicato all’Unione europea e all’Internazionale dopo avere specificato le rivendicazioni che si vuole portare avanti a livello UE, si arriva a tale conclusione:

Siamo lucidi. Alcune di queste battaglie richiedono la rinegoziazione degli attuali trattati e regole europee. Infatti, se alcune norme europee sono punti di appoggio, oggi tutti possono constatare quanto altre, e non ultime, non siano al passo con gli imperativi dell’emergenza ecologica e sociale e costituiscano seri ostacoli all’attuazione del nostro programma”.

L’Unione Europea, così com’è, costituisce quindi un limite entro  le cui compatibilità è impossibile la realizzazione degli obiettivi progressisti, dentro e fuori i confini dell’Esagono. Per questo, se la NUPES otterrà la maggioranza e governerà il Paese, si porrà come “polo” per un cambiamento complessivo dell’edificio così com’è stato costruito.

Come è scritto chiaramente nel programma, né la LFI né il PCF rinunceranno alla proposta di uscita dalla NATO per ciò che concerne l’attività dei propri gruppi parlamentare, cosa che vede i socialisti contrari.

PS e EEVL sono invece per un rafforzamento della strategia militare in ambito UE, cioè: “sosterranno il rafforzamento dei rafforzamento militare in ambito UE, la creazione di un comando operativo militare europeo, nonché l’intensificazione delle forniture di armi all’Ucraina e l’attuazione di un embargo totale e immediato sulle importazioni russe di petrolio, carbone, combustibile nucleare e gas.

Rispetto alla UE è chiara la volontà di “ri-orientare” complessivamente le politica dell’Unione, per così dire “riformandola dall’interno” ed ingaggiando delle battaglie difficilmente compatibili con la natura di questo edifico politico-sociale sin dal suo nascere.

Finora, dopo le scelte “catastrofiche” del secondo governo Syriza, l’unica cosa che è riuscita a fare la “sinistra radicale” che ha scelto di appoggiare un esecutivo (come in Portogallo) o di entrare – come in Spagna – organicamente nelle compagine governativa, è stato mitigare gli effetti della crisi all’interno del proprio paese, ma senza modificare sostanzialmente gli orientamenti continentali.

Certo, la Francia avrebbe un peso diverso, specie se l’azione del governo fosse affiancata da una spinta popolare incessante.

Il secondo elemento di novità riguarda la tempistica inedita con cui si è trovato l’accordo. Frutto senz’altro di un bilanciamento tra la spinta di un blocco sociale coagulatosi in questi anni di lotte su un orizzonte comune – di cui l’Union Populaire alle presidenziali aveva dato la sintesi più avanzata e maggiormente consensuale -, e le strette tempistiche legate alle modalità di accesso al secondo turno, previsto – solo per quelle formazioni che raggiungano almeno il 12,5% delle preferenze degli iscritti, e non dei voti – alle liste elettorali nei singoli collegi.

La spinta “dal basso” e la necessità di proporre una alternativa che non dilapidasse il consenso avuto dall’arco di queste forze al primo turno, ha costituito un oggettiva spinta all’unità di fronte alla prospettiva di una competizione elettorale esclusiva tra Macron e Le Pen alla politiche.

Il terzo aspetto di novità è dato proprio da un programma condiviso con 650 punti comuni, in cui emergono “sfumature”, ma anche differenze sostanziali, solo in 33 casi per cui i singoli gruppi parlamentari autonomi, anche se riuniti in un inter-gruppo comune, potranno proporre provvedimenti legislativi differenti, come per esempio sul nucleare.

La NUPES ha deciso di non “nascondere la polvere sotto il tappeto” occultando le differenze, ma di renderle trasparenti nel programma su cui per alcuni punti essenziali di politica interna c’è una convergenza di fondo, così come su una revisione abbastanza sostanziale delle regole della UE.

Si tratta in sostanza di un programma di rottura nei contenuti, che vuole trasformare l’assetto politico della V Repubblica e la monarchia repubblicana imposta da Macron al recente corso politico francese, ma che – anche per il valore che avranno le elezioni politiche – non metterà in discussione la cornice complessiva in cui è inserita la Francia (NATO e UE).

Potrebbe però creare non pochi rompicapi al perpetuamento delle politiche neo-liberiste, “ecocide” e guerrafondai delle oligarchie europee specie se le classi popolari continuassero ad essere protagoniste.

Allora si aprirebbero scenari importanti e per certi versi “inediti”.

Buona Lettura

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Il programma di governo condiviso qui presentato è il risultato di uno sforzo collettivo che coinvolge diverse organizzazioni politiche, sulla base di programmi a loro volta elaborati coinvolgendo migliaia di cittadini, associazioni, sindacati, ambientalisti e politici.

Contenuti

Introduzione di Jean-Luc Mélenchon

Un programma di governo condiviso

Capitolo 1: Progresso sociale, lavoro e pensioni

Capitolo 2: Ecologia, biodiversità, clima, beni comuni ed energia

Capitolo 3: Condivisione della ricchezza e giustizia fiscale

Capitolo 4: Servizi pubblici: sanità, istruzione, cultura, sport

Capitolo 5: Sesta Repubblica e democrazia

Capitolo 6: Sicurezza e giustizia

Capitolo 7: Uguaglianza e lotta alla discriminazione

Capitolo 8: Unione Europea e Internazionale

Il testo completo

Introduzione di Jean-Luc Mélenchon

Un nuovo giorno è di nuovo possibile.

Un giorno in cui regnerà il desiderio di armonia tra gli esseri umani e con la natura.

Un giorno in cui si dia priorità alle rotture ecologiche e sociali che la nostra epoca impone quando il cambiamento climatico sta prendendo piede e le disuguaglianze di ricchezza si diffondono in modo tale che venti persone possiedono quanto tre miliardi dei loro simili.

Un giorno che pone fine al maltrattamento delle politiche liberali e riduce la presa dell’estrema destra. Se la Francia lo vuole, con le elezioni legislative, può far nascere questo nuovo giorno.

Per questo, le nostre organizzazioni hanno formato una Nuova Unione Popolare che assume la sua vocazione ecologica e sociale. Insieme, propongono candidati comuni in ogni circoscrizione, attorno a un programma condiviso. È quindi possibile implementare la maggioranza.

D’ora in poi, coloro che ci hanno dato il loro voto alle elezioni presidenziali potranno confermare la loro fiducia votando per i nostri candidati comuni. Molti altri vorranno unirsi a noi in questo voto. In questo modo, potranno ottenere la maggioranza dei deputati all’Assemblea Nazionale e formare un governo con me come Primo Ministro.

Francesi, se volete, la vostra scheda elettorale soddisferà molti requisiti essenziali. Ad esempio, saranno attuati il congelamento dei prezzi, l’aumento del salario minimo, le trattative generali in ogni settore con l’obiettivo di aumentare i salari, un miliardo per combattere la violenza contro le donne e sarà intrapresa la riforma del pensionamento a sessant’anni.

Il divieto di utilizzo del glifosato, degli allevamenti industriali e della macellazione di animali vivi sarà applicato. La pianificazione ecologica, la risposta alla crisi idrica e la lotta al “cibo spazzatura” saranno oggetto di impegno. All’ordine del giorno ci saranno la Sesta Repubblica e il referendum di iniziativa popolare.

Il 12 e il 19 giugno, se lo deciderete, eleggendo i deputati della Nuova Unione Popolare Ecologica e Sociale, in quel giorno la primavera del popolo sboccerà, facendo eco a quella della natura.

Un programma di governo condiviso

Il programma di governo condiviso qui presentato è il risultato di uno sforzo collettivo che coinvolge diverse organizzazioni politiche, sulla base di programmi a loro volta elaborati da migliaia di cittadini, associazioni, sindacati, ambientalisti e politici.

Sarà la tabella di marcia condivisa del governo della Nuova Unione Popolare Sociale ed Ecologica. La nostra maggioranza parlamentare sarà composta da diversi gruppi politici dell’Assemblea nazionale, riuniti in un inter-gruppo.

Servirà come forum di discussione e coordinamento permanente tra le sue diverse componenti. Questa maggioranza sosterrà congiuntamente l’azione del governo, in particolare votando i bilanci e i progetti legislativi presentati che scaturiscono dalle proposte di questo programma condiviso.

Ma nella nostra concezione della Repubblica, il ruolo dei deputati, rappresentanti del popolo, non può limitarsi a sostenere l’azione di un governo. Non vogliamo riprodurre i meccanismi della monarchia presidenziale e delle sue maggioranze. Questa logica solitaria e verticale del potere è stata portata all’estremo da Emmanuel Macron.

Dobbiamo uscirne. Difendiamo una pratica democratica delle istituzioni in cui il Parlamento è il luogo per eccellenza in cui le decisioni vengono elaborate, deliberate e prese. Ci auguriamo quindi che l’inter-gruppo possa essere un luogo di elaborazione di proposte legislative al di là di quelle previste da questo programma condiviso, oltre che un luogo di dibattito, di scambio e di decisione.

Daremo grande importanza all’iniziativa parlamentare nel lavoro legislativo dell’Assemblea.

La maggioranza parlamentare della Nuova Unione Popolare Ecologica e Sociale manterrà per tutto il suo mandato forti legami con la società attiva, in particolare con i sindacati, le associazioni, le organizzazioni non governative (ONG), i gruppi in lotta, gli intellettuali, ecc.

Il suo inter-gruppo si incontrerà regolarmente con il Parlamento della Nuova Unione Popolare Ecologica e Sociale per alimentare il dibattito parlamentare con le aspirazioni e le riflessioni di queste forze attive.

Applichiamo questo metodo generale a noi stessi. Questo quadro permetterà di combinare la diversità delle espressioni e la coerenza delle decisioni.

Abbiamo rifiutato le strutture di sintesi senza contenuto per mascherare i disaccordi quando non siamo riusciti a superarli nel breve tempo a nostra disposizione. Infatti, su alcuni punti del programma di governo condiviso – 33 su 650 – le organizzazioni politiche che sostengono questo programma faranno proposte nel dibattito parlamentare per chiarirli o qualificarli.

La loro libertà di voto sarà rispettata. Non abbiamo voluto nascondere nulla su questo tema ed è per questo che, per quanto limitati, questi punti sono riportati alla fine di ogni capitolo del programma di governo condiviso. Saranno quindi sottoposti al dibattito dell’Inter-gruppo e alla saggezza dell’Assemblea.

Capitolo 1: Progresso sociale, lavoro e pensioni

Ridurre l’orario di lavoro e creare una società del tempo scelto

Convocare una conferenza nazionale sulla riduzione dell’orario di lavoro e sulla presa in considerazione del disagio, che affronti in particolare i seguenti temi

ripristinare la settimana lavorativa effettiva a 35 ore, aumentando la retribuzione degli straordinari

il passaggio immediato a 32 ore nei lavori faticosi o notturni e la loro generalizzazione attraverso la contrattazione collettiva

la riduzione dell’orario di lavoro annuale (sesta settimana di ferie retribuite, ecc.)

Mettere in discussione l’autorizzazione a lavorare la domenica

Porre fine alla flessibilizzazione, all’annualizzazione forzata, all’intensificazione e alla suddivisione dell’orario di lavoro.

Avviare grandi progetti ecologici che creino posti di lavoro

Creare almeno un milione di posti di lavoro attraverso investimenti nel cambiamento ecologico e sociale.

Avviare un piano globale per rinnovare le nostre infrastrutture e adattarle ai cambiamenti climatici.

Accelerare la modernizzazione e l’adeguamento delle linee ad alta tensione per ridurre l’impatto ambientale.

Avviare un piano di dis-inquinamento del Mediterraneo e delle nostre superfici marittime e dei nostri fondali nell’Atlantico, nell’Oceano del Nord, nell’Oceano Indiano e nel Pacifico.

Ristrutturare tutte le reti idriche e igienico-sanitarie per limitare le perdite

Avviare il rinnovamento ferroviario e la riapertura di linee e stazioni chiuse negli ultimi 30 anni.

Investire nell’efficienza e nella sobrietà energetica, nonché in progetti energetici innovativi come le energie rinnovabili marine.

Effettuare una diagnosi nazionale delle strutture ingegneristiche (ponti, viadotti, dighe, sbarramenti) e consolidarla

Sviluppare un settore dell’eco-edilizia utilizzando materiali di origine biologica (tra cui legno, terra e paglia).

Garantire a tutti un’occupazione stabile

Riaffermare il contratto a tempo indeterminato come forma normale e generale di impiego

Stabilire una quota massima di contratti precari nelle aziende: 10% per le piccole e medie imprese (PMI), 5% per le grandi aziende.

Abrogare le ordinanze Pénicaud e la legge El Khomri e ristabilire il “principio di favore”: un contratto di società deve essere più favorevole di un contratto di filiale, che a sua volta è più favorevole di quello di legge.

Applicare la presunzione di status di lavoratore dipendente ai lavoratori delle piattaforme digitali (Uber, Deliveroo, ecc.) e a tutti i dipendenti falsamente considerati autonomi.

Proporre che ai lavoratori a contratto del servizio pubblico venga riconosciuto lo status di lavoratori a tempo indeterminato.

Regolamentare il subappalto garantendo per legge la responsabilità e gli impegni dei committenti nei confronti dei loro subappaltatori (clausole di “responsabilità sociale”, contratti di cantiere…)

Aumentare i salari e ridurre le disuguaglianze salariali in azienda

Aumentare immediatamente il salario minimo mensile a 1.500 euro netti e sostenere le PMI.

Organizzare una conferenza sociale generale sui salari e in ogni filiale, che affronti in particolare i seguenti temi

aumenti salariali, in particolare per i posti di lavoro in cui prevalgono le donne nei settori dell’assistenza, del legame e del contatto

differenziali salariali: limitazione del divario da 1 a 20 tra i salari più bassi e quelli più alti in un’azienda

Distribuzione del valore: stabilire una soglia minima per gli aumenti salariali, in modo che l’importo speso per gli aumenti salariali sia almeno pari alla crescita dei rendimenti per gli azionisti (dividendi e riacquisti di azioni).

parità professionale tra donne e uomini (stipendi, formazione, carriera, promozioni, ecc.): aumento delle sanzioni finanziarie e penali (multe, rifiuto di assegnare appalti pubblici), creazione di commissioni di controllo dei dipendenti nelle aziende

formazione, percorsi di carriera e condizioni di lavoro

Rivalutazione degli stipendi dei dipendenti pubblici e sblocco del punto di indice

Vietare i paracadute d’oro e le pensioni di reversibilità

Abolire le stock option

Ripristinare un’assicurazione di disoccupazione protettiva

Rifiutare la riforma Macron e indennizzare i disoccupati sulla base dell’ultimo stipendio con un’assicurazione calcolata dal primo giorno di lavoro.

Estensione della medicina del lavoro ai disoccupati, con visite obbligatorie oltre i sei mesi

Indennizzare i disoccupati a partire dal primo giorno di scadenza del contratto

Abolire l’obbligo di accettare una cosiddetta “offerta di lavoro ragionevole”.

Fermare la de-registrazione dei disoccupati alla prima assenza da un appuntamento e porre fine alla logica della de-registrazione con il minimo pretesto per ridurre artificialmente i dati sulla disoccupazione.

Ripristinare un regime specifico di assicurazione contro l’occupazione e la disoccupazione per i lavoratori occasionali e i lavoratori temporanei, per fornire loro una migliore copertura contro la disoccupazione tra due periodi di lavoro e per attenuare le fluttuazioni del reddito.

Fornire una sicurezza sociale professionale

Garantire la continuità dei diritti personali (alla formazione, ai congedi, ecc.) al di fuori del contratto di lavoro e trasferirli da un contratto all’altro.

Imporre alle aziende negoziati regolari sull’occupazione, la formazione e la gestione delle competenze e delle qualifiche, coinvolgendo i sindacati.

Garantire il mantenimento del reddito in caso di riqualificazione o riconversione professionale

Dare a ogni dipendente il diritto a 36 ore di formazione all’anno, liberamente utilizzabili nel campo di sua scelta.

Integrare i periodi di tirocinio e apprendistato nella sicurezza sociale professionale (anzianità, ferie, formazione).

Istituire la garanzia di occupazione

Creare una garanzia di lavoro: a qualsiasi disoccupato di lunga durata potrebbe essere offerto un lavoro utile in un settore di emergenza, retribuito almeno con il salario minimo, finanziato dallo Stato e coerente con le sue qualifiche, il suo percorso professionale e i suoi desideri, oppure seguire un corso di formazione che porti a una qualifica, interamente retribuito.

Creare comitati di garanzia del lavoro composti da rappresentanti dei disoccupati di lunga durata, dei sindacati, degli uber-lavoratori, degli attori economici e dell’integrazione e delle autorità locali.

Porre fine alla sofferenza sul lavoro

Riconoscere il burn-out come malattia professionale

Raddoppiare il personale dell’ispettorato del lavoro

Rafforzare la medicina del lavoro, integrandola nel servizio sanitario pubblico, ripristinando la visita medica obbligatoria al momento dell’assunzione e i controlli periodici durante tutta la carriera, anche nei periodi di disoccupazione, per garantire un migliore monitoraggio dei lavoratori.

Rivedere la tabella delle malattie professionali per tenere conto di tutti i rischi legati all’ambiente o alla tecnologia.

Ripristinare i comitati per la salute, la sicurezza e le condizioni di lavoro (CHSCT), aumentare le loro risorse e rendere vincolanti i loro pareri.

Ripristinare e consolidare il conto personale per la prevenzione dei lavori usuranti (C3P) con diritti associati alle postazioni di lavoro e un contributo dedicato.

Includere tutte le sostanze cancerogene identificate dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro come malattie professionali, compresi i pesticidi.

Rendere il numero di infortuni sul lavoro un criterio di selezione per l’accesso agli appalti pubblici

Rendere effettivo il diritto alla disconnessione e regolamentare il telelavoro

Riconoscimento della cittadinanza in azienda e nuovi diritti per i dipendenti

Aumentare la rappresentanza dei lavoratori negli organi decisionali delle grandi aziende ad almeno un terzo, e alla metà nelle grandi aziende, e includere altre parti interessate, come le associazioni ambientaliste o dei consumatori.

Stabilire nuovi diritti di intervento e di decisione per i lavoratori nelle aziende sulle condizioni di lavoro, sulla gestione e sugli orientamenti strategici.

Organizzare l’elezione degli amministratori della sicurezza sociale da parte degli stessi assicurati.

Creare un diritto di prelazione per consentire ai dipendenti di rilevare la propria azienda sotto forma di cooperativa.

Dare più potere ai dipendenti durante le procedure di risanamento e liquidazione delle aziende e introdurre il diritto di voto di sfiducia nei confronti dei direttori delle aziende o dei progetti strategici.

Dare ai comitati aziendali un veto sospensivo sui piani di licenziamento e nuovi diritti di controllo sulle finanze delle loro aziende.

Garantire una pensione dignitosa

Ripristinare il diritto alla pensione completa a 60 anni per tutti dopo 40 anni di contributi, con particolare attenzione alle carriere lunghe e discontinue e ai lavori difficili.

Mantenere l’equilibrio delle pensioni assoggettando i dividendi, le partecipazioni agli utili, i risparmi dei dipendenti, i riacquisti di azioni e gli straordinari ai contributi del datore di lavoro, aumentando l’aliquota contributiva di vecchiaia di 0,25 punti all’anno e creando una sovrattassa sugli stipendi elevati.

Ripristinare i fattori dolorosi rimossi da Emmanuel Macron

Aumentare tutte le pensioni per un’intera carriera almeno al livello dello SMIC rivalutato e la pensione minima di vecchiaia alla soglia di povertà.

Tenere conto del reddito di solidarietà attivo (RSA) per convalidare i quarti di pensione

Indicizzare le pensioni ai salari

Proibire al Fondo di riserva per le pensioni di investire in settori inquinanti.

I punti che saranno sottoposti alla saggezza dell’Assemblea

Il Partito Socialista e Europe Ecologie-Les Verts non sosterranno il diritto di veto sospensivo dei comitati aziendali sui piani di licenziamento e proporranno che la garanzia del posto di lavoro si basi sulla mobilitazione dei meccanismi esistenti, in particolare “Territoire zéro chômeur de longue durée”, all’interno dei comitati locali per l’occupazione solidale per una politica occupazionale garantita e sostenibile.

Il Partito Socialista non sosterrà l’abolizione di tutte le stock option e la proposta di una nuova legge per tutti i dipendenti pubblici a contratto.

Il Partito Comunista Francese proporrà di finanziare la garanzia del posto di lavoro attraverso una ridistribuzione degli aiuti pubblici alle imprese e nuovi contributi sociali e di integrare gli anni di studio nel calcolo delle rendite per la pensione.

Capitolo 2: Ecologia, biodiversità, clima, beni comuni ed energia

Attuare la Regola Verde attraverso una pianificazione ecologica basata sui cittadini

Includere nella Costituzione la regola verde, che impone di non prelevare dalla natura più di quanto essa possa ricostituire, in particolare riconoscendo uno status giuridico alla natura (possibilità di difenderla in tribunale, di tenerne conto nelle decisioni, ecc.)

Impegnarsi in una pianificazione ecologica democratica per attuare la regola verde, partendo dal livello locale e facendo leva sulla partecipazione di cittadini, sindacati, associazioni, autorità locali e settori professionali.

Organizzare la pianificazione sulla base di nuovi indicatori del progresso umano, per mettere l’economia al servizio dei bisogni e dei criteri per vivere bene (salute, istruzione, ecc.). Valutare l’impatto di ogni legge con questi indicatori (disuguaglianza di reddito, riduzione della povertà nelle condizioni di vita, impronta di carbonio, aspettativa di vita sana, ecc.)

Creare un Consiglio di Pianificazione Ecologica che sovrintenda, organizzi e attui il piano, coinvolgendo anche banche e imprese. Questo piano è costruito con i cittadini, i sindacati, le associazioni, gli enti locali e gli ordini professionali, affidandosi a organismi permanenti per valutare le esigenze locali in termini di occupazione, formazione e investimenti.

Dare allo Stato e ai suoi operatori pubblici (come Cerema, l’Ufficio Nazionale delle Foreste, l’Ufficio Francese della Biodiversità e Météo France) le risorse umane e finanziarie per svolgere il loro ruolo di pianificazione.

Aumentare le ambizioni climatiche della Francia con un obiettivo di riduzione delle emissioni del 65% entro il 2030 (invece dell’attuale 40%) e rendere pubblica una valutazione annuale.

Richiedere alle aziende di medie e grandi dimensioni di implementare una contabilità del carbonio per le emissioni dirette e indirette certificate da un ente pubblico autorizzato, iniziando dai settori che emettono più gas serra (GHG) – energia, trasporti, edilizia, industria pesante – e poi in base alle dimensioni dell’azienda, accompagnata da una traiettoria per la riduzione delle proprie emissioni

Creare un’Agenzia per la delocalizzazione nell’ambito del Consiglio per la pianificazione ecologica, incaricata di individuare i settori industriali socialmente e ambientalmente essenziali e di elaborare un piano di delocalizzazione adatto a ogni settore strategico o produzione individuato

Rendere i Territori d’Oltremare all’avanguardia nella pianificazione ecologica e nei circuiti brevi.

Introdurre uno scudo doganale attraverso una tassa chilometrica a favore della produzione locale a bassa impronta ecologica, applicare una preferenza commerciale per i prodotti d’oltremare verso la Francia e l’Europa e stabilire partenariati commerciali equilibrati con i vicini regionali.

Verso l’autosufficienza alimentare attraverso l’agricoltura contadina ecologica e le filiere agroalimentari locali

Proteggere la biodiversità eccezionale: combattere l’artificializzazione del suolo e la pesca illegale, rafforzare le risorse umane e finanziarie per la protezione della biodiversità, ecc.

Promuovere piani di autonomia energetica

Consentire l’uguaglianza delle popolazioni attraverso i servizi pubblici

Garantire l’accesso a tutti i servizi pubblici essenziali (scuola, stazione ferroviaria, ospedale, ufficio postale, ecc.) e alle strutture sportive e culturali entro 15-30 minuti (in auto o con i mezzi pubblici) da qualsiasi luogo di residenza.

Pianificare l’installazione di negozi locali con i comuni, in particolare fornendo un sostegno finanziario per l’installazione di negozi essenziali e artigiani

Sostenere il tessuto associativo locale mantenendo le sovvenzioni, generalizzando le convenzioni pluriennali e uscendo dalla logica dei bandi di concorso.

Organizzare un’assemblea generale dei quartieri popolari e un’assemblea generale delle zone rurali per costruire una reale uguaglianza territoriale, in particolare nei servizi pubblici.

Riorganizzare lo Stato e gli enti locali per servire la pianificazione ecologica

Coinvolgere pienamente i comuni e le autorità locali nelle decisioni e nell’attuazione degli investimenti di pianificazione ecologica e consentire la loro libera associazione.

Rafforzare le risorse degli enti locali aumentando le sovvenzioni, assicurandone la sostenibilità e il dinamismo nel tempo e garantendo la piena compensazione delle competenze già trasferite.

Riformare le assegnazioni e la tassazione locale per renderle più eque, in particolare aumentando le risorse per le autorità locali che concentrano le disuguaglianze sociali e ambientali (quartieri popolari, aree rurali, territori d’oltremare, ecc.)

Organizzare una conferenza sull’organizzazione degli enti locali e sul decentramento, con il compito di presentare una proposta per semplificare e chiarire il ruolo di ciascun livello.

Investire nella biforcazione ecologica e sociale della nostra economia

Lanciare un piano massiccio di 200 miliardi di euro in cinque anni per investire, sviluppare l’occupazione e la formazione, e ristabilire poli pubblici a gestione democratica nei settori dell’energia, dei trasporti e della sanità, al fine di reindustrializzare il paese attraverso piani settoriali al servizio della biforcazione ecologica

Cancellare i regali fiscali concessi senza compensazione alle maggiori aziende negli ultimi dieci anni.

Sviluppare un trasporto pubblico ecologico e ripensare la mobilità individuale

Creare un centro per il trasporto pubblico e la mobilità attorno a una SNCF riunificata e al 100% pubblica, per garantire un servizio e un accesso uguali in tutto il paese e respingere l’apertura delle linee ferroviarie alla concorrenza.

Riaprire le linee ferroviarie giornaliere, aumentare il numero di treni, mantenere le biglietterie fisiche nelle stazioni.

Avviare un piano nazionale per fornire un sostegno massiccio allo sviluppo del trasporto pubblico (metropolitana, autobus, tram, tram-treno, funivia, ecc.) nelle principali città.

Garantire tariffe accessibili e misure di viaggio gratuite mirate (giovani, persone svantaggiate, ecc.) e ridurre l’IVA sulle tariffe dei trasporti pubblici al 5,5

Sviluppare il trasporto pubblico a richiesta al di fuori delle aree ad alta densità di trasporto pubblico.

Abolire le compagnie aeree quando l’alternativa in treno è inferiore a tre ore

Incoraggiare l’uso della bicicletta: sviluppare infrastrutture e parcheggi sicuri per le biciclette, rendere obbligatori i parcheggi pubblici per le biciclette vicino alle stazioni e ai servizi pubblici e i garage privati in tutti gli edifici e le ristrutturazioni.

Sviluppare il car-sharing: sostenere le iniziative comunitarie per promuovere il car-pooling e il car-sharing.

Aumentare gli aiuti per l’acquisto di veicoli elettrici nuovi o di seconda mano, in particolare per le famiglie a basso reddito.

Rendere obbligatorio il pacchetto di mobilità sostenibile pagato ai dipendenti, in particolare per l’uso della bicicletta, con la possibilità di combinarlo con gli abbonamenti ferroviari, e semplificare e adattare le procedure di pagamento al telelavoro.

Installare flotte di auto a basse emissioni per le famiglie a basso reddito in tutto il paese.

Adottare un piano ambizioso per sviluppare il trasporto merci su rotaia, il piggybacking e il trasferimento modale (cabotaggio marittimo, fluviale e aereo).

Rinazionalizzare le autostrade annullando gli aumenti di prezzo del passato

Avviare un piano specifico per lo sviluppo del trasporto pubblico nella Francia d’oltremare, oggi quasi inesistente, sul modello del progetto del tram-treno della Riunione.

Creare un sistema di biglietto unico aperto ai giovani che consenta l’accesso a tutti i treni, i trasporti pubblici, le biciclette e le auto self-service in Francia

Pianificare la biforcazione e il rinnovamento energetico

Pianificare la transizione verso il 100% di energie rinnovabili e l’uscita dal nucleare con una doppia parola d’ordine: sobrietà ed efficienza. Abbandonare i progetti EPR (European Pressurized Reactor), pianificare lo smantellamento, la riabilitazione e la conversione dei siti nucleari e dei loro interi bacini di utenza.

Allontanarsi dall’energia basata sul carbonio: smettere di sovvenzionare i combustibili fossili, anche all’estero

Garantire le prime quantità di energia essenziali per una vita dignitosa e introdurre una tariffazione progressiva che penalizzi gli abusi e gli sprechi.

Rifiutare la liberalizzazione del mercato dell’elettricità e del gas: fermare la privatizzazione delle dighe idroelettriche, preservare il carattere nazionale della rete di distribuzione elettrica.

Creare un polo energetico pubblico che comprenda EDF ed Engie rinazionalizzate e cooperative locali.

Promuovere in tutto il Paese l’utilizzo di diverse fonti energetiche più adatte alle condizioni climatiche e geografiche (in particolare per combattere l’eccessiva metanizzazione).

Re-isolare almeno 700.000 abitazioni all’anno e porre fine alla povertà energetica: dare priorità alle ristrutturazioni complete, vietare effettivamente l’affitto di appartamenti energivori, rafforzare i programmi di individuazione degli appartamenti energetici, orientare gli aiuti alle ristrutturazioni in base al reddito delle famiglie, con un saldo zero per i più poveri e un sistema di anticipo in contanti.

Fornire i mezzi: formare e reclutare professionisti, istituire uno “sportello unico” pubblico per i proprietari di case che devono effettuare questa ristrutturazione.

Stabilire un unico contratto collettivo per i lavoratori del nucleare e porre fine al ricorso massiccio al subappalto, garantendo la loro riqualificazione professionale

Consumare in modo diverso, una Francia “a spreco zero

Vietare l’obsolescenza programmata ed estendere il periodo di garanzia legale dei prodotti.

Lotta alla sovrapproduzione di rifiuti: vietare immediatamente la plastica monouso, reintrodurre e generalizzare i depositi, sviluppare canali di riutilizzo dei materiali e di sostituzione dei materiali a base di carbonio.

Creare un servizio pubblico di riparazione e riutilizzo, basato su strutture di economia sociale e solidale, con l’introduzione di corsi di formazione per i mestieri interessati (settori elettrico, elettronico, edile, tessile, ecc.) per sviluppare l’economia circolare.

Riduzione dell’IVA sui servizi di riparazione

Rendere obbligatoria la progettazione ecologica dei prodotti per limitare l’uso di risorse non rinnovabili.

Generalizzare al più presto l’indice di durata dei prodotti (possibilità di essere riparati, durata di vita, ecc.), rendere obbligatoria la disponibilità di pezzi di ricambio e impedire l’immissione sul mercato di quelli con un punteggio di durata insufficiente.

Ridurre la pubblicità negli spazi pubblici e in televisione, vietare la pubblicità dei prodotti e dei servizi che emettono più gas a effetto serra su tutti i mezzi pubblicitari, vietare il deposito di volantini pubblicitari commerciali nelle cassette delle lettere, i pannelli pubblicitari digitali e il canvassing telefonico commerciale.

Stabilire la sovranità alimentare attraverso l’agricoltura ecologica e contadina

Creare 300.000 posti di lavoro nel settore agricolo per creare un’agricoltura di prossimità, diversificata ed ecologica.

Garantire prezzi remunerativi ai produttori fissando prezzi minimi per gli agricoltori, vietare le vendite in perdita e istituire un fondo di scorporo per rilevare i debiti agricoli di chi si converte all’agricoltura biologica al 100%.

Rivedere la PAC (Politica Agricola Comune): iniziare ad abbandonare l’attuale sistema di sussidi basati sulla superficie e riorientarli verso aziende agricole ad alta intensità di lavoro ed ecologicamente sostenibili, tenendo conto degli svantaggi naturali e dei servizi all’ambiente.

Rivedere immediatamente il Piano strategico nazionale (documento di programmazione di bilancio della PAC) per distribuire gli aiuti in modo più equo e indirizzarli verso l’agricoltura ecologica e contadina, con l’obiettivo di raggiungere il 30% della superficie agricola utile in agricoltura biologica entro il 2030 e il 100% entro il 2050.

Realizzare una riforma agraria per controllare e regolare meglio i terreni agricoli e la produzione, e approvare una legge di orientamento e programmazione agricola, in particolare per facilitare il recupero dei terreni disponibili, favorire l’insediamento di nuovi agricoltori e lo sviluppo di aziende agricole a dimensione umana

Lotta contro l’artificializzazione del suolo per evitare la scomparsa di terreni agricoli utili

Pianificare il ritiro graduale dei fertilizzanti e dei pesticidi di sintesi e vietare immediatamente quelli più pericolosi (glifosato, neonicotinoidi), se necessario con un sostegno finanziario.

Stabilire tutele ecologiche e sociali in base alle condizioni di produzione e di remunerazione del lavoro agricolo.

Regolamentare i prezzi agricoli con prezzi massimi stabiliti da un coefficiente moltiplicatore basato sui costi di produzione e limitare i margini della grande distribuzione, per consentire a tutti di nutrirsi, garantendo al contempo un reddito dignitoso agli agricoltori

Sviluppare cortocircuiti per ridurre la movimentazione delle merci e l’uso degli imballaggi

Porre fine al cibo spazzatura

Creare un Ministero della produzione alimentare

Vietare con urgenza gli additivi più controversi, limitare l’elenco degli additivi autorizzati a quelli consentiti in agricoltura biologica.

Fissare i livelli massimi di sale, zucchero e acidi grassi saturi negli alimenti trasformati e garantire l’applicazione della legge, anche nei territori d’oltremare, e rendere obbligatorio il nutri-score (l’etichettatura nutrizionale) per porre fine alla disinformazione fornita dalla grande distribuzione

Vietare la pubblicità alimentare su tutti i media (radio, audiovisivi ed elettronici) rivolti a bambini e adolescenti.

Integrare l’educazione alimentare nei programmi scolastici, dalla scuola materna alla scuola secondaria, sulla base di laboratori pratici.

Sperimentare una garanzia universale di accesso ad alimenti selezionati come primo passo verso la “sicurezza sociale dell’alimentazione”, per consentire a tutti di avere accesso agli alimenti, in particolare alla frutta e alla verdura di stagione e biologica, nei negozi pubblici o comunitari locali.

Garantire l’accesso permanente a cinque prodotti ortofrutticoli stagionali a prezzi bloccati e ridurre l’IVA sui prodotti biologici.

Aumentare gradualmente il cibo della ristorazione collettiva al 100% locale e biologico, ridurre la quota di proteine della carne e offrire un’opzione vegetariana giornaliera.

Sviluppare progetti alimentari territoriali (TAP) elaborati collettivamente con gli agricoltori, gli abitanti, i produttori e le loro organizzazioni per adattare la produzione alimentare alle esigenze locali e creare gli strumenti necessari (negozi di produttori, laboratori di trasformazione, cucina centrale, ecc.)

Socializzare i beni comuni fondamentali

Garantire la gestione pubblica di una lista di beni comuni e di servizi essenziali stabiliti da un referendum.

Creare un difensore dei beni comuni per produrre e pubblicare un rapporto annuale

Impedire che i diritti di proprietà privata prevalgano sulla protezione di acqua, aria, cibo, vita, salute ed energia.

Prevenzione e lotta all’inquinamento e ai pericoli

Aiutare le vittime dell’inquinamento e gli informatori sulla base di un fondo finanziato dalle industrie inquinanti.

Restituire allo Stato e agli enti locali le risorse umane e finanziarie per applicare il trittico “monitorare, controllare, sanzionare” e regolamentare contro il libero mercato.

Invertire l’indebolimento degli standard ambientali e dei meccanismi di partecipazione pubblica decisi durante il precedente mandato quinquennale (ad esempio, i decreti che consentono ai prefetti di derogare agli standard ambientali).

Stabilire un piano di emergenza per una rapida bonifica delle regioni inquinate da lungo tempo in Francia, con priorità alla Guadalupa e alla Martinica, vittime del clordecone, e farsi carico dello screening e del trattamento delle malattie legate al clordecone.

Gestire i rischi industriali con la creazione di un’autorità di sicurezza indipendente per i rischi industriali, aumentare il numero di ispettori delle Installazioni Classificate per la Protezione dell’Ambiente (ICPE), aumentare la soglia massima di multa per le ICPE a 500.000 euro (rispetto agli attuali 15.000 euro), perseguire sistematicamente i casi di non conformità alle norme

Rafforzare le risorse dedicate alla gestione delle crisi e dei rischi ambientali per anticipare gli effetti del cambiamento climatico.

Formare tutti i cittadini nell’ambito delle esercitazioni annuali obbligatorie di sicurezza civile nei settori della salute, del nucleare, delle inondazioni e degli incendi boschivi.

Iniziare a eliminare gradualmente le attività pericolose per la salute e l’ambiente (come i fertilizzanti a base di nitrato di ammonio) e consentire la riqualificazione dei lavoratori per attività utili.

Fare dell’acqua una questione centrale per l’umanità

Creare un alto commissario per l’acqua

Organizzare la gestione pubblica al 100% dell’acqua nel quadro di un servizio pubblico decentrato, basato su servizi pubblici locali aperti ai cittadini.

Stabilire una “regola blu” che applichi all’acqua il principio della “regola verde” (non prelevare dalla natura più di quanto essa possa reintegrare) per il suo utilizzo e per la protezione della sua qualità.

Rendere l’accesso all’acqua, ai servizi igienici e al diritto all’igiene un diritto umano fondamentale.

Reprimere i tagli illegali dell’acqua con sanzioni dissuasive

Rendere effettivo il diritto all’acqua e ai servizi igienici fornendo gratuitamente i metri cubi essenziali per una vita dignitosa e abolendo gli abbonamenti

Introdurre una tariffazione progressiva e differenziata in base all’utilizzo per combattere gli abusi e gli sprechi.

Fornire fontane d’acqua, docce e servizi igienici pubblici gratuiti in tutto il paese.

Aumentare il numero di poliziotti dell’acqua presenti in tutti i territori per controllare più rigorosamente la raccolta di acqua in bottiglia da parte delle industrie e prevenire qualsiasi inquinamento industriale o agricolo.

Raggiungere, durante il mandato, un ottimo stato ecologico e chimico di tutti i corsi d’acqua (fiumi, torrenti) e delle riserve sotterranee.

Sistematizzare al più presto l’uso del trasporto fluviale.

Garantire il diritto all’acqua nei territori d’oltremare.

Garantire l’accesso all’acqua potabile corrente a tutti gli abitanti dei Territori d’Oltremare, a qualsiasi costo.

Chiedere allo Stato di finanziare lavori urgenti per la sostituzione delle tubature, in particolare in Guadalupa, per l’approvvigionamento di acqua potabile e i servizi igienici

Adottare la régie come metodo di gestione dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari e prevedere sanzioni sostanziali quando i delegati, i concessionari e gli agricoltori non rispettano gli obblighi contrattuali, in particolare per quanto riguarda la manutenzione della rete.

Attivare un piano per la distribuzione di acqua in bottiglia in caso di carenza (piano ORSEC-acqua) e fissare un tetto massimo al prezzo dell’acqua in bottiglia in tutte le aree in cui il servizio pubblico di acqua potabile e servizi igienico-sanitari è carente.

Annullare il debito dei cittadini derivante dai problemi di fatturazione dei precedenti operatori e/o dalle fatture non pagate per servizi non resi, e interrompere la riscossione forzata di tale debito.

Garantire che né il debito esistente né gli investimenti futuri dei gestori idrici aumentino la bolletta degli utenti dell’acqua.

Difendere le foreste, i polmoni del pianeta

Aumentare le risorse umane e finanziarie dell’Ufficio nazionale delle foreste e fermare la sua privatizzazione per consentirgli di svolgere le sue missioni, compresa l’accoglienza del pubblico.

Migliorare le condizioni di lavoro dei forestali applicando rigorosamente il principio della “parità di retribuzione a parità di lavoro”, aumentando gli stipendi dei forestali e preservando il diritto al pensionamento anticipato.

Vietare il taglio della vegetazione, tranne nei casi di comprovata impasse sanitaria.

Incoraggiare la creazione di cooperative di piccoli produttori e il raggruppamento della gestione di appezzamenti forestali privati.

Aumentare la quota di foreste pubbliche, in particolare creando un diritto pubblico di prelazione, requisendo gli appezzamenti di terreno abbandonati e classificando le foreste di proprietà dello Stato nel dominio pubblico

Ricostruire l’intero settore della lavorazione del legno con l’obiettivo di diversificare le specie e sviluppare i cortocircuiti, istituendo una formazione professionale pubblica e ripristinando le segherie locali.

Regolamentare l’uso del legno nella produzione di energia e promuoverne l’uso sostenibile nell’edilizia.

Garantire la piena tracciabilità delle importazioni per bandire dagli appalti pubblici quelle legate alla deforestazione e costringere le aziende a escludere questi prodotti dalle loro forniture.

Aumentare la cooperazione internazionale per combattere le pratiche illegali che distruggono le foreste (traffico di legname, estrazione e lavaggio dell’oro).

Promuovere la diversificazione delle specie e delle età per foreste resistenti al cambiamento climatico

Rafforzare le risorse umane e materiali per combattere gli incendi boschivi

Rompere con il maltrattamento degli animali

Vietare gli allevamenti industriali

Limitare i tempi di trasporto degli animali vivi

Vietare le pratiche crudeli: galline e conigli in batteria, schiacciamento dei pulcini, mozzamento della coda, ecc.

Vietare tutti gli allevamenti di animali da pelliccia, immediatamente per gli allevamenti di visoni

Determinare nuovi standard per migliorare le condizioni di allevamento: accesso all’aria aperta, pascolo, densità, superficie minima, e organizzare progressivamente l’uscita dall’allevamento in gabbia prima della fine del periodo di cinque anni, con il necessario sostegno finanziario.

Orientare la ricerca verso metodi alternativi ed etici che permettano di smettere di sperimentare sugli animali.

Vietare la caccia e le pratiche “ricreative” che sono crudeli per gli animali (caccia al cervo, caccia con i cani da caccia, corrida, combattimenti di galli, spettacoli con animali selvatici, ecc.)

Stabilire giornate di divieto di caccia nei fine settimana, nei giorni festivi e durante le vacanze scolastiche.

Salviamo l’ecosistema e la biodiversità

Fermare l’espansione urbana: rinunciare a grandi progetti infrastrutturali inutili ed ecologicamente dannosi e a giganteschi progetti di magazzini, avvicinare le aree abitative a quelle occupazionali, pianificare lo sviluppo urbano ed economico secondo l’imperativo di mantenere la biodiversità e combattere l’artificializzazione.

Vietare la brevettazione degli organismi viventi per evitare l’appropriazione di specie animali e vegetali da parte di aziende private.

Su scala globale, rifiutare gli organismi geneticamente modificati (OGM), porre fine agli accordi commerciali internazionali le cui conseguenze si ripercuotono sul clima e sulla biodiversità e contribuiscono alla deforestazione importata.

In Francia, proteggere concretamente gli habitat e le specie: vietare i pesticidi, iniziando a vietarli nelle zone abitate, gestire l’acqua in modo sostenibile (disinquinamento e enti pubblici per l’acqua).

Proteggere i mari e gli oceani

Lavorare per la creazione di una legge internazionale sulla biodiversità marina, in particolare nelle profondità marine.

Fare della Francia il leader mondiale della ricerca e dell’istruzione marittima.

Creare una scuola superiore marittima in ogni dipartimento marittimo, sviluppare la formazione professionale in tecniche di pesca ecologiche e sostenibili.

Gestire la risorsa in modo sostenibile attraverso la pesca su piccola scala e combattere le pratiche di pesca illegali o distruttive.

Difendere una moratoria sulle trivellazioni nel Mediterraneo e sull’estrazione in alto mare, come richiesto dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).

Regolamentare il prelievo di sabbia marina per l’industria edilizia e combattere l’estrazione illegale a livello nazionale e internazionale.

Ottenere il riconoscimento internazionale dello spazio marittimo francese per garantirne la conservazione e aumentare i mezzi di sorveglianza del nostro dominio marittimo.

Classificare il 30% del territorio marittimo francese come area protetta, di cui il 10% sotto forte protezione, per farne dei veri e propri santuari.

Essere all’altezza delle responsabilità marittime della Francia

Sviluppare l’energia marina rinnovabile nel quadro del controllo pubblico degli impianti e delle reti. Nazionalizzare il ramo energia marina di Alstom, venduto a General Electric, e il ramo energia eolica offshore di Areva, venduto a Siemens.

Garantire la sostenibilità della marina mercantile francese attraverso lo sviluppo industriale e le misure sociali, fiscali ed ecologiche anti-dumping e modernizzarla, in particolare per sviluppare una propulsione meno inquinante. Rafforzare la ricerca sulla navigazione commerciale

Modernizzare le infrastrutture portuali con un approccio multimodale mare-ferrovia-fiume

Avviare la costruzione di navi strategiche sotto il controllo pubblico (energia marittima rinnovabile, sorveglianza del dominio marittimo, cavi sottomarini, ecc.)

Aumentare le risorse dell’Istituto polare Paul-Émile Victor, avviare un piano di ristrutturazione e ammodernamento delle stazioni di ricerca in Antartide e acquistare una rompighiaccio per sostenere la ricerca oceanografica.

Punti da sottoporre alla saggezza dell’Assemblea

Per quanto riguarda la transizione energetica, il Partito Comunista Francese proporrà una traiettoria che combina le energie rinnovabili con l’energia nucleare e non si assocerà all’obiettivo del 100% di energie rinnovabili e all’abbandono dei progetti EPR.

Il Partito Socialista proporrà di ottimizzare la vita delle centrali nucleari, di pianificare i lavori per prolungarne il funzionamento e di farlo sotto il controllo dell’Autorità per la sicurezza nucleare (ASN) e del Parlamento.

Il Partito Socialista e Europe Écologie-Les Verts sosterranno la creazione di un polo energetico pubblico che comprenda EDF, Enedis, RTE, GRT-Gaz e GRDF, ma non sosterranno la rinazionalizzazione di Engie.

Europe Écologie-Les Verts proporrà che il polo del trasporto pubblico e della mobilità favorisca la nascita di attori cooperativi sulle linee abbandonate dalle autorità pubbliche, al fine di rafforzare la rete di linee ferroviarie sul territorio.

Europe Écologie-Les Verts proporrà la concessione di una personalità giuridica agli animali e il riconoscimento dei loro diritti fondamentali.

Il Partito Socialista e il Partito Comunista Francese non sosterranno le proposte sulla caccia e sulla corrida.

Il Partito Socialista proporrà che l’obiettivo nel 2050 sia quello di convertire il 100% dei terreni agricoli a pratiche agro-ecologiche, non solo all’agricoltura biologica.

Inoltre, il Partito Socialista non sosterrà la regolamentazione dei prezzi agricoli attraverso i prezzi massimi, la nazionalizzazione del ramo energia marina di Alstom, del ramo energia eolica offshore di Areva e di Alcatel Submarine Network.

Capitolo 3: Condivisione della ricchezza e giustizia fiscale

Stabilire protezioni sociali ed ecologiche per produrre localmente e garantire la nostra indipendenza.

Rilocalizzare produzioni essenziali per la vita del nostro Paese

Condizionare gli aiuti alle imprese al rispetto di criteri ambientali e sociali e alla lotta contro la discriminazione all’interno dell’azienda. Consentire agli organi di rappresentanza dei dipendenti di monitorare il rispetto di questi criteri. Richiedere il rimborso degli aiuti in caso di mancato rispetto delle controparti.

Adottare misure antidumping di emergenza sulle industrie strategiche

Avviare un piano di ricostruzione industriale per porre fine alla dipendenza della Francia in settori strategici (semiconduttori, farmaci, ecc.) e per rispondere alle sfide di indipendenza sociale, ambientale ed economica (riciclaggio delle batterie, acciaio necessario per le energie rinnovabili, alluminio, ecc.)

Rivedere il Codice degli appalti pubblici per favorire le imprese sociali e solidali, ecologiche e locali.

Fare un inventario e una valutazione degli accordi già applicati e imporre il rispetto di standard sociali ed ecologici per la commercializzazione dei prodotti importati in Francia.

Richiedere un deposito di garanzia preliminare presso la Banca di Francia in cambio di investimenti stranieri nel paese.

Rivedere i vantaggi fiscali sui risparmi francesi investiti all’estero e abolirli al di fuori dell’Unione Europea, in particolare per le assicurazioni sulla vita.

Stabilire i criteri di localizzazione delle attività per gli appalti pubblici nazionali e locali e per la concessione di aiuti alle imprese.

Sostenere progetti alternativi guidati dai dipendenti a fronte di progetti di chiusura o delocalizzazione, in particolare attraverso il polo bancario pubblico.

Rinegoziare il quadro dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) e porlo sotto l’egida dell’ONU.

Estendere il dovere di diligenza delle multinazionali a livello europeo e garantire l’accesso ai mezzi di ricorso per coloro i cui diritti sono stati lesi dalle attività delle imprese e delle loro catene di approvvigionamento.

Invertire la privatizzazione e difendere la nostra base industriale

Rinazionalizzare gli aeroporti strategici, le autostrade e La Française des Jeux, organizzando la partecipazione degli utenti alle decisioni e il diritto di intervento dei dipendenti.

Estendere il diritto dello Stato di requisire fabbriche e aziende di interesse generale in caso di necessità sociale, sanitaria o ecologica.

Dichiarare una moratoria sui partenariati pubblico-privati (PPP), verificare quelli in corso

Creare una commissione speciale per fare il punto sulle agevolazioni fiscali, le privatizzazioni e l’abbandono di fiori all’occhiello come Alstom, Alcatel e EADS negli ultimi tre decenni.

Perseguire gli attacchi al patrimonio industriale francese come parte degli “interessi fondamentali della nazione”, come previsto dal Codice penale.

Vietare i licenziamenti in borsa

Vietare i licenziamenti economici da parte di aziende che pagano dividendi o ricevono aiuti pubblici.

Posticipare di due anni il rimborso dei prestiti garantiti dallo Stato (PGE)

Creare un centro bancario pubblico

Creare un polo bancario pubblico attraverso la socializzazione di alcune banche generaliste, che riorienti il credito verso la biforcazione ecologica e sociale della Francia e che finanzi le piccolissime, piccole e medie imprese secondo criteri sociali e ambientali (tassi agevolati, ecc.).

Consentire alla Banca pubblica per gli investimenti di finanziarsi a tasso zero con la BCE e di essere ammessa alle operazioni di rifinanziamento a tassi negativi.

Ripulire i flussi finanziari che attualmente sono in gran parte diretti verso gli investimenti nei combustibili fossili (tassazione, malus, divieti, ecc.).

Mettere in ginocchio la finanza e definire l’economia reale

Introdurre una tassa significativa sulle transazioni finanziarie

Banche di investimento e di deposito separate

Identificare e vietare i derivati finanziari tossici e inutili, limitare la leva finanziaria e i rendimenti esorbitanti degli azionisti.

Limitare i LBO (leveraged buyout) solo ai buyout dei dipendenti.

Riconoscere ai dipendenti il diritto di intervenire nella politica di distribuzione dei dividendi

Porre fine alla quotazione continua delle società in borsa

Modulare i diritti di voto degli azionisti in base alla durata del loro coinvolgimento nell’azienda.

Rifiutare di essere ricattati sul debito pubblico

Far sì che la Banca Centrale Europea (BCE) trasformi la quota di debito pubblico che possiede in debito perpetuo a tasso zero.

Chiedere alla BCE di riacquistare il debito pubblico in circolazione sui mercati finanziari.

Effettuare un audit cittadino del debito pubblico per determinare la parte illegittima.

Eliminare il debito Covid dai conti della Sicurezza Sociale (Caisse d’amortissement de la dette sociale)

Creare un fondo di scorporo per accollarsi gli asfissianti debiti privati delle PMI contratti durante la pandemia.

Una rivoluzione fiscale

Rendere l’imposta sul reddito e il contributo sociale generale (CSG) realmente progressivi con una scala di 14 scaglioni.

Reintrodurre e rafforzare l’imposta di solidarietà sul patrimonio (ISF), compresa una componente climatica volta a tassare i grandi inquinatori calcolata in base all’impronta di carbonio dei beni posseduti.

Rivedere l’imposta sulle società per stabilire l’uguaglianza tra le PMI e i grandi gruppi, introdurre una scala fiscale progressiva in base agli utili e al loro utilizzo, e incoraggiare gli investimenti piuttosto che la distribuzione di dividendi.

Creazione di un fondo di perequazione interaziendale per mutualizzare il contributo sociale tra piccole e grandi imprese

Abolire la flat tax e tassare i redditi da capitale almeno quanto i redditi da lavoro.

Aumentare l’imposta di successione sui patrimoni più elevati, prendendo in considerazione tutte le donazioni e le eredità ricevute nel corso della vita e creando un’eredità massima di 12 milioni di euro (cioè 100 volte la ricchezza netta mediana) e abolendo le scappatoie fiscali che consentono ai più ricchi di evitare l’imposta di successione.

Ridurre l’IVA sui beni di prima necessità, reintrodurre una “IVA di lusso”.

Valutare tutte le scappatoie fiscali ed eliminare quelle che sono ingiuste, socialmente inefficienti o dannose per l’ambiente; per le restanti scappatoie, trasformare gli “sgravi fiscali” in “crediti d’imposta” in modo che tutti possano beneficiare in egual misura di questi incentivi finanziari, indipendentemente dal loro reddito.

Introdurre un’imposta universale sulle imprese (basando la loro tassazione sull’attività effettivamente svolta in Francia) e sui redditi delle persone fisiche nei Paesi a fiscalità privilegiata per combattere l’evasione fiscale.

Ripristinare la tassa di uscita abolita da Emmanuel Macron

Tassare le aziende che hanno approfittato della crisi sanitaria e delle conseguenze della crisi ucraina e destinare le entrate agli investimenti necessari e alla svolta ecologica e sociale.

Revisionare l’imposta sugli immobili per renderla progressiva e far sì che ognuno paghi in base alla propria ricchezza totale reale.

Porre fine al quoziente coniugale, un sistema patriarcale che favorisce le disuguaglianze salariali tra donne e uomini, e sostituire l’attuale ingiusto quoziente fiscale familiare con un credito d’imposta per figlio che tutte le famiglie potrebbero ricevere

Rendere prioritaria la lotta alla frode e all’evasione fiscale: liberare le risorse umane e finanziarie necessarie e prendere iniziative in collaborazione con tutti i Paesi che hanno deciso di intraprendere questa lotta.

Porre fine all’accordo giudiziario di interesse pubblico che consente alle aziende di negoziare la propria sanzione finanziaria in caso di frode fiscale.

Aumentare i procedimenti giudiziari e inasprire le sanzioni contro i criminali dei colletti bianchi condannati per frode fiscale e aumentare il personale dell’amministrazione fiscale.

Generalizzare l’economia sociale, solidale e cooperativa

Garantire l’accesso ai finanziamenti e agli appalti pubblici per l’ESS

Incoraggiare lo sviluppo di società cooperative di interesse collettivo (SCIC) e di società cooperative e partecipative (SCOP) per sviluppare servizi comuni la cui responsabilità sia condivisa tra cittadini e utenti, dipendenti, partner pubblici e privati.

Restituire potere e risorse alle associazioni di cittadini e agli attori dell’educazione popolare e porre fine alla pratica del finanziamento tramite bandi di concorso.

Sviluppare cooperative di attività e lavoro (CAE) per contrastare lo status di lavoratore autonomo e sviluppare forme di lavoro comune

Sradicare la povertà

Introdurre una garanzia di dignità che non lasci nessun individuo al di sotto della soglia di povertà (1063 euro al mese per una persona sola).

Congelare immediatamente i prezzi dei beni di prima necessità (benzina, cibo, energia) e stabilire un quadro sostenibile per i prezzi dei prodotti alimentari di base.

Raggiungere l’obiettivo di zero senzatetto: raddoppiare il numero di posti di accoglienza (attualmente stimato in 100.000) e semplificare il sistema.

Automatizzare il pagamento dell’assistenza e delle prestazioni sociali per combattere il mancato utilizzo.

Ristrutturare i prestiti delle famiglie sovraindebitate, garantire a tutti l’accesso effettivo ai servizi bancari di base e fissare un tetto alle spese bancarie.

Garantire che la protezione periodica sia gratuita

Costruire l’autonomia dei giovani

Creare un assegno di autonomia per i giovani al di sopra della soglia di povertà (1063 euro per una persona sola).

Presentare una proposta per un “lavoro per i giovani” di cinque anni nel settore pubblico e non commerciale.

Aumentare le indennità di stage e negoziare con le sedi dei datori di lavoro le posizioni aperte agli stage, per porre fine alla pratica dei contratti a tempo determinato mascherati.

Organizzare, nel primo anno del mandato, un dibattito sull’introduzione di una coscrizione civica per donne e uomini di età inferiore ai 25 anni, retribuiti con il salario minimo per compiti di interesse generale. L’arruolamento potrebbe includere un controllo sanitario, una valutazione delle capacità di scrittura, lettura e aritmetica, con un aggiornamento se necessario, oltre a una formazione gratuita alla guida e al conseguimento della patente di guida per ogni giovane. Il dibattito sfocerà in una proposta di legge presentata all’Assemblea nazionale.

Garantire il diritto all’alloggio

Vietare gli sfratti per finita locazione senza una proposta di rehousing pubblico.

Istituire una garanzia universale per l’affitto che crei una rete di sicurezza contro gli affitti non pagati sia per gli inquilini che per i proprietari.

Regolamentare gli affitti ovunque nel Paese e ridurli nelle grandi città, adottare uno scudo abitativo che limiti la quota di reddito spesa per l’abitazione

Costruire 200.000 unità abitative pubbliche all’anno per cinque anni secondo gli standard ecologici più ambiziosi.

Aumentare la soglia minima di alloggi sociali per comune (legge SRU) al 30%, aumentare le sanzioni contro i comuni che non rispettano la legge e ordinare ai prefetti di subentrare sistematicamente ai sindaci inadempienti.

Imporre un’imposta progressiva sulle transazioni immobiliari ad alto contenuto speculativo per finanziare la lotta contro gli alloggi di scarsa qualità.

Rendere obbligatoria la ristrutturazione degli “appartamenti energivori” prima che vengano affittati

Lotta contro gli alloggi inadeguati e malsani: rendere obbligatorio in tutta la Francia il “permesso di locazione” (autorizzazione preventiva rilasciata dalle autorità pubbliche), lanciare un grande piano di ristrutturazione degli alloggi, utilizzare il diritto di prelazione e garantire una sistemazione dignitosa e rapida per le persone mal alloggiate.

Ripristinare i sussidi pubblici per gli alloggi a basso costo, evitare gli aumenti degli affitti in caso di riaffitto e garantire un alloggio a canone costante nel contesto della riabilitazione o della ricostruzione.

Utilizzare il diritto di requisizione e le sovrattasse per combattere gli alloggi sfitti e rimetterli in affitto.

Imporre che il 100% dei nuovi edifici sia accessibile, come previsto dalla legge sulla disabilità del 2005.

Combattere la speculazione edilizia limitando gli affitti a breve termine (come AirBnB) ai proprietari-occupanti e per un periodo limitato.

Avviare un piano di emergenza per la prevenzione e l’eliminazione delle cimici dei letti, con la creazione di servizi pubblici locali dedicati.

Rivedere i piani di prevenzione del rischio di alluvione per tenere conto delle nuove minacce e creare un fondo per aiutare a trasferire gli edifici minacciati dalle inondazioni e dall’innalzamento dei mari.

Rivalutare le prestazioni abitative personali (APL) in linea con l’inflazione, invertire le riforme del quinquennio di Macron e in particolare il taglio di 5 euro, e rafforzare le risorse dedicate al sostegno per combattere il mancato utilizzo.

Mettere la tecnologia digitale al servizio dell’interesse generale

Garantire il diritto a un accesso minimo e gratuito a Internet e alla copertura digitale dell’intero Paese ad altissima velocità e a costi accessibili entro il 2025.

Costituzionalizzare il diritto alla crittografia dei dati e delle comunicazioni

Sistematizzare la pubblicazione delle informazioni pubbliche detenute dalle autorità locali come dati aperti (democrazia aperta)

Garantire il mantenimento di sportelli, personale e moduli cartacei nonostante la de-materializzazione dei servizi pubblici e la trasformazione digitale delle amministrazioni, e mettere in campo un servizio pubblico locale per supportare il 20% dei francesi che hanno difficoltà con le tecnologie digitali (analfabetismo).

Garantire la sovranità digitale

Garantire la neutralità della rete, vale a dire un accesso uguale per tutti e un trattamento equo.

Mettere le infrastrutture digitali e di telecomunicazione sotto il controllo pubblico

Creare un’agenzia pubblica per il software open source responsabile di pianificare il suo sviluppo strategico area per area, identificando le lacune e finanziando i progetti chiave.

Generalizzare l’uso del software open source nelle amministrazioni pubbliche e nell’istruzione nazionale.

Consentire a tutti i cittadini e alle aziende l’accesso ai servizi e ai software online ospitati su server francesi in base alla legge francese.

Abrogazione della legge “Lotta contro la manipolazione delle informazioni”

Garantire l’hosting dei dati dei servizi pubblici francesi e delle aziende essenziali su server francesi situati in Francia

Difendere la governance globale di Internet istituendo un’agenzia dedicata presso le Nazioni Unite.

Rafforzare l’eccellenza francese nel mondo virtuale, sostenere le creazioni francesi

Creare un centro nazionale per i videogiochi e sviluppare un programma di formazione pubblica in questo campo.

Creare una missione nazionale per padroneggiare l’intelligenza artificiale

Creare una fonderia francese per microprocessori

Nazionalizzare le reti sottomarine Alcatel

Ridurre l’impatto ecologico della tecnologia digitale (normative sull’obsolescenza programmata, politiche di incentivazione sul low-code, indice di carbonio sul Web, indicazione dell’impronta ambientale basata sull’analisi del ciclo di vita, ecc.)

Ridurre la produzione di calore e il consumo di elettricità dei data center e assoggettarli a permessi di costruzione.

Rilanciare il progetto fiscale GAFAM per aumentare il contributo dei grandi gruppi al finanziamento della creazione di contenuti online.

Punti da sottoporre alla saggezza dell’Assemblea

Europe Ecologie-Les Verts e il Partito Socialista sosterranno la costituzione di un polo bancario pubblico, ma non intendono nazionalizzare le banche generaliste e proporranno che le proposte relative all’hosting dei dati siano applicate a livello europeo anziché francese.

Il Partito Socialista proporrà di attuare una politica pubblica di prevenzione degli sfratti attraverso il rafforzamento dei sussidi abitativi per gli inquilini, l’indennizzo dei proprietari per il tempo necessario a trovare alternative allo sfratto, il rafforzamento del supporto amministrativo e legale e la ricostituzione e semplificazione del fondo di solidarietà abitativa e del fondo di compensazione dei proprietari.

Europe Écologie-Les Verts non è favorevole a un’imposta universale basata sulla nazionalità, ma vorrebbe rendere progressiva la tassazione del reddito francese per i francesi all’estero, al fine di combattere la discriminazione fiscale subita da alcuni di loro e l’evasione fiscale.

Il Partito Comunista Francese proporrà di sostituire il CSG con contributi sociali piuttosto che renderlo progressivo, oltre a mantenere il principio del quoziente fiscale familiare e a non sostenere la creazione di posti di lavoro giovanili di durata limitata.

Europe Écologie-Les Verts ritiene che la lotta contro il dumping e per il rispetto degli standard sociali ed ecologici siano battaglie che devono essere combattute in via prioritaria a livello europeo.

Capitolo 4: Servizi pubblici: sanità, istruzione, cultura, sport

Mettere la salute al primo posto e ricostruire le strutture sanitarie pubbliche, in particolare gli ospedali.

Ricostruire il servizio ospedaliero pubblico

Introdurre la “Sicurezza sociale al 100%”, rimborsando il 100% dell’assistenza sanitaria prescritta e integrando l’assistenza sanitaria complementare nella Sicurezza sociale.

Riaprire i servizi pubblici di emergenza, i reparti di maternità e gli EHPAD per garantire un servizio sanitario locale entro 30 minuti da ogni cittadino francese.

Uscire dal T2A (activity-based pricing) e dalla politica delle cifre che pone gli ospedali in una situazione di conflitto di interessi con la Sicurezza Sociale.

Avviare un piano pluriennale di assunzioni e pre-assunzioni di professionisti dell’assistenza e del settore medico-sociale (medici, infermieri, assistenti infermieristici e personale amministrativo), migliorare i posti di lavoro e i redditi e aumentare la capacità delle strutture sanitarie pubbliche, in particolare degli ospedali.

Utilizzare tutte le leve per combattere i deserti medici: creare centri sanitari pubblici multidisciplinari e assumere medici stipendiati, aumentare le risorse delle facoltà di medicina per consentire una vera e propria abolizione del numerus clausus, mobilitare la medicina privata e ospedaliera, le cooperative mediche, la contrattazione selettiva, l’obbligo temporaneo di stabilirsi, ecc.

Sviluppare la salute ambientale: fare del Piano Nazionale di Salute Ambientale (PNSE) uno strumento per eliminare le malattie croniche legate all’inquinamento atmosferico, al cibo spazzatura e all’esposizione all’inquinamento in ambito professionale (pesticidi, radioattività, amianto, sostanze chimiche).

Porre fine all’epidemia di HIV in Francia entro il 2030 attraverso un grande piano nazionale di screening e trattamento.

Fare della salute mentale una delle cause principali del quinquennio: aumentare le risorse dei centri medico-psicologici (CMP) e delle strutture dedicate alle disabilità mentali, e aumentare il numero di posti nelle scuole di medicina in ambito psichiatrico.

Proteggere la ricerca sanitaria dalla finanza

Organizzarsi per affrontare le pandemie

Adottare un piano di prevenzione e adattamento alla pandemia che rispetti le libertà fondamentali, basato su una società mobile, sulla sovranità, sulla pianificazione sanitaria e su politiche di “sensibilizzazione” che promuovano l’accesso alle vaccinazioni.

Abrogare le leggi sull’emergenza sanitaria e sul pass sanitario e sostituirle con un nuovo sistema di gestione delle crisi sanitarie discusso in parlamento.

Prevedere l’abolizione dei brevetti sui farmaci e sulle attrezzature necessarie per una risposta sanitaria urgente, e rendere obbligatoria la condivisione di conoscenze, competenze e tecnologie in vista di una produzione di massa ed equamente distribuita di beni medici essenziali

Requisire temporaneamente le aziende indispensabili per la produzione di attrezzature sanitarie (maschere, test, depuratori) e di materiale di soccorso.

Garantire la nostra sovranità sanitaria sviluppando canali di produzione di farmaci e attrezzature mediche.

Istituire un centro pubblico per i farmaci che dovrebbe

Garantire la delocalizzazione della produzione di farmaci e vaccini necessari per la sovranità sanitaria.

Garantire l’approvvigionamento di una riserva strategica

Garantire il controllo dei prezzi di tutti i prodotti sanitari e comunicare i loro costi reali.

Consentire la trasparenza sul finanziamento della ricerca e dello sviluppo

Implementare la condizionalità degli aiuti ricevuti dalle aziende private per la ricerca sui vaccini e sui farmaci.

produrre e distribuire massicciamente vaccini e trattamenti autorizzati dalla legge

Porre fine all’abbandono dei territori d’oltremare.

Avviare un piano pluriennale di investimenti e sviluppo dei servizi pubblici (trasporti, istruzione, sanità, alloggi, cultura), la cui possibilità è stata delineata nelle proposte dei movimenti sociali, in particolare in Guyana e Mayotte

Garantire la continuità territoriale (servizio pubblico a tariffe regolamentate) e l’apertura intra-territoriale (in particolare nella Guyana, senza distruggere la foresta primaria) ed extra-territoriale.

Garantire a tutti l’istruzione scolastica e l’assistenza sanitaria pubblica gratuita.

Sostenere l’insegnamento delle lingue e delle culture d’oltremare e integrare l’insegnamento della storia d’oltremare nei programmi scolastici nazionali, in Francia e all’estero.

Stabilire un quadro di prezzi per i beni di prima necessità per combattere l’alto costo della vita

Porre fine alle discriminazioni nei confronti della popolazione locale nell’assunzione di dipendenti pubblici.

Elaborare piani d’azione con le assemblee locali per combattere la disoccupazione giovanile, in particolare incoraggiando la delocalizzazione dell’economia

Offrire sessioni di formazione (storia, geografia, cultura e questioni locali) per i dipendenti pubblici non provenienti da oltreoceano

Avviare un piano specifico per la protezione dell’infanzia nella Francia d’oltremare: dotare ogni autorità locale di strutture adeguate per la protezione dell’infanzia e per l’assistenza materno-infantile, reclutare personale e formarlo alle problematiche locali.

Sviluppare un servizio pubblico di arte e cultura

Aumentare il budget per l’arte, la cultura e la creazione all’1% del PIL all’anno.

Ripristinare un ambizioso servizio culturale pubblico per gli attori culturali e il pubblico

Riprendere un grande lavoro culturale per porre fine alle disuguaglianze territoriali in termini di creazione, insegnamento, distribuzione e strutture di memoria artistica e culturale.

Estendere l’ingresso gratuito a tutti i musei e monumenti pubblici e ridurre i prezzi sia nel settore pubblico che in quello privato (cinema, sale da concerto, ecc.).

Creare una mediateca pubblica online gratuita che contenga opere di pubblico dominio e una proposta di opere recenti programmate temporaneamente sulla base di Gallica.

Sostenere la creazione e l’appropriazione da parte di tutti di opere e pratiche culturali, rivalutando l’educazione artistica nelle scuole, i conservatori, l’educazione popolare e il posto della cultura nei consigli di fabbrica.

Invertire gli eccessivi privilegi fiscali legati alla sponsorizzazione culturale

Migliorare il sistema dei lavoratori intermittenti nell’industria dello spettacolo sulla base delle rivendicazioni comuni del movimento 2021 delle occupazioni teatrali ed estenderlo ad altre professioni discontinue basate sulla cultura e sugli eventi, come le “comparse” nell’industria alberghiera e della ristorazione e le guide turistiche

Creare un Centro nazionale per gli artisti e gli autori che organizzi elezioni professionali al fine di progettare uno schema di protezione sociale adatto a queste professioni.

Armonizzare lo status del personale docente artistico e riorganizzare il settore della ricerca artistica attraverso l’istruzione superiore.

Avviare un piano di formazione e reclutamento per le professioni culturali locali, in particolare per i giovani.

Investire nella ricerca e nella scienza

Aumentare il finanziamento della ricerca pubblica all’1,5% del PIL entro il 2027.

Finanziare piani generali per i temi di ricerca nei settori del futuro

Aumentare il livello di investimenti pubblici nella ricerca

Costruire uno stato di protezione per i giovani ricercatori

Sviluppare università più aperte alla società, con servizi dedicati che organizzino il collegamento tra i ricercatori e il pubblico, in uno spirito di diffusione della conoscenza e di riflessione dei cittadini sul suo utilizzo.

Organizzare il dialogo tra scienza e società: dibattiti tra cittadini, trasmissione di programmi scientifici su canali pubblici.

Creare un servizio pubblico per la pubblicazione scientifica con licenze aperte per consentire ai cittadini e alle università di accedere gratuitamente agli articoli dei ricercatori senza arricchire le riviste e le banche dati private

Rafforzare i grandi istituti di ricerca pubblici (CNRS, Inserm, Inra, ecc.), che sono i garanti della ricerca di interesse generale, e abolire l’Agenzia Nazionale della Ricerca.

Partecipare alla nascita di riviste scientifiche ad accesso aperto in lingua francese

Sostituire il Consiglio superiore di valutazione della ricerca e dell’istruzione superiore con una valutazione delle unità di formazione e di ricerca effettuata in consultazione con i vari attori della ricerca nell’ambito del Consiglio nazionale dell’istruzione superiore e della ricerca (CNESER) e del Consiglio nazionale delle università (CNU).

Promuovere una carta etica internazionale per l’uso delle tecnologie.

Garantire l’autonomia della ricerca di base e la sostenibilità dei finanziamenti alla ricerca ponendo fine agli inviti sistematici a presentare proposte.

Liberare lo sport e i corpi dal denaro

Legge per la creazione di un’associazione sportiva in tutte le scuole primarie, al fine di rendere libera e accessibile la pratica di un’attività fisica supervisionata da insegnanti ed educatori.

Passare a quattro ore di educazione fisica nel programma scolastico.

Aumentare la tassazione sulle trasmissioni sportive in televisione per contribuire al finanziamento dello sport amatoriale.

Democratizzare la gestione delle federazioni sportive e garantire la sovranità dei membri sulla propria federazione, incoraggiando forme di organizzazione più cooperative (tipo SCIC).

Rimborsare lo sport sanitario, o “sport su prescrizione”, grazie alla previdenza sociale

Generalizzare l’attività fisica adattata nelle strutture medico-sociali

Rendere effettivo per tutti il diritto di imparare a nuotare nelle scuole

Promuovere lo sport femminile, stabilire la parità nella trasmissione dei principali eventi sportivi e renderli accessibili sui canali pubblici.

Migliorare l’accesso alle strutture sportive per le persone con disabilità e aumentare la visibilità degli eventi sportivi per disabili.

Riconoscere la specificità delle persone sorde e ipoudenti nelle competizioni sportive olimpiche.

Ridistribuire e rafforzare i consulenti tecnici e sportivi (CTS) in tutto il Paese.

Attuare un piano di emergenza nazionale per la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi.

Promuovere attività sportive gratuite per le popolazioni più povere, con lo Stato che copre il 50% delle licenze in base a criteri sociali.

Organizzare la reale attuazione, monitorata e valutata, di un piano di azione, formazione e sensibilizzazione sulla violenza sessuale, le molestie e la LGBT-fobia nello sport.

Riattivare il Forum nazionale di sostegno

Sradicare l’analfabetismo e sviluppare l’alfabetizzazione

Sradicare l’analfabetismo per chi ha terminato la scuola e per gli adulti entro il 2027

Sviluppare strutture di alfabetizzazione e corsi di lingua francese per i non francofoni.

Lanciare un piano per combattere l’analfabetismo nelle carceri

Finanziare programmi di sostegno associativo

Identificare le persone affette da analfabetismo attraverso azioni nazionali e annuali e offrire loro corsi di aggiornamento gratuiti.

Creare un servizio pubblico per la prima infanzia

Creare un servizio pubblico per la prima infanzia e aprire 500.000 posti in asili nido e strutture adeguate per l’infanzia in cinque anni, garantendo l’uguaglianza territoriale e la possibilità per ogni famiglia di accedere ai servizi per l’infanzia.

Pianificare la creazione di asili nido (pubblici e di aziende pubbliche) e scuole materne con un numero ridotto di bambini, garantendo l’accesso a uno spazio esterno con vegetazione reale

Aumentare le risorse umane e materiali per migliorare le condizioni di lavoro nelle strutture esistenti.

Passare alla gratuità degli asili nido pubblici, a partire dalla generalizzazione della tariffazione progressiva.

Ricostruire una scuola globale per l’uguaglianza e l’emancipazione

Garantire che l’istruzione pubblica sia veramente gratuita, compresi i trasporti e le attività extrascolastiche, e fornire agli alunni libri di testo gratuiti e forniture non di marca, per assicurare una reale uguaglianza di condizioni tra gli alunni e lottare contro l’intrusione commerciale nella scuola

Passare alla gratuità delle mense scolastiche in collaborazione con le autorità locali

Garantire l’uguaglianza nelle scuole:

Ridurre ovunque le dimensioni delle classi per fare meglio della media europea, che attualmente è di 19 alunni per classe, dando priorità alle classi pre-primarie, alle scuole superiori professionali e agli istituti di istruzione prioritaria.

Consentire la scolarizzazione a partire dall’età di 2 anni per i genitori che lo desiderano.

Obiettivo “zero abbandoni”: rafforzare i sistemi di recupero scolastico offrendo un adeguato supporto di gruppo e individuale. Ripristino dei RASED nell’istruzione primaria

Stabilire una nuova mappa scolastica che includa le scuole pubbliche e una mappa dell’istruzione prioritaria che risponda ai bisogni educativi e metta fine alla segregazione scolastica, in consultazione con le autorità locali, i sindacati e le associazioni dei genitori.

Modulare il finanziamento delle scuole pubbliche convenzionate in base al rispetto della carta scolastica e degli obblighi di diversità scolastica.

Estendere l’obbligo scolastico a 18 anni, offrendo, se necessario, una garanzia di autonomia a partire dai 16 anni.

Garantire la varietà delle lingue moderne insegnate e il loro apprendimento fin dal primo anno di scuola.

Aumentare il numero di classi per i nuovi arrivati

Rivalutazione del personale educativo nazionale e aumento delle risorse:

Recuperare e porre fine al congelamento del punto indice, rivalutare le griglie salariali impegnandosi in trattative con i sindacati.

Adottare un piano di reclutamento pluriennale per tutti i concorsi, con un sistema di pre-reclutamento per la professione di insegnante che incoraggi l’accesso di giovani provenienti da tutti gli ambienti sociali, e creare scuole professionali per l’insegnamento.

Aumentare il numero di collaboratori scolastici ovunque e riconoscere il loro ruolo pedagogico (assistenti educativi, assistenti didattici).

Porre fine alle valutazioni e ai controlli permanenti affermando la libertà pedagogica, ridefinire il rapporto tra la gerarchia e il personale per porre fine alla gestione dall’alto verso il basso che è la causa di molte sofferenze sul lavoro

Creare un vero e proprio servizio pubblico a sostegno degli alunni con disabilità, con un nuovo corpo di funzionari pubblici, formando e dando un incarico agli attuali AESH (assistenti per gli alunni con disabilità)

Creare un supporto amministrativo e didattico per i direttori scolastici e migliorare lo sgravio didattico per tutti i direttori delle scuole materne ed elementari.

Rafforzare la medicina scolastica garantendo il numero di personale per ogni scuola.

Ripristinare il quadro nazionale del servizio di istruzione pubblica:

Garantire la natura unitaria del servizio di istruzione pubblica nazionale in termini di contenuti didattici, metodi di reclutamento e status del personale.

Ristabilire il diploma di maturità nazionale, abrogare le controriforme Blanquer del liceo e della via professionale

Abrogare la legge Carle, che obbliga i municipi a finanziare le scuole pubbliche di altre città.

Vietare le sovvenzioni extralegali degli enti locali alle scuole pubbliche.

Fare della scuola la leva del cambiamento ecologico e democratico:

Integrare la questione ecologica nei programmi dalla scuola materna alle superiori e introdurre nuove lezioni pratiche (riparazione, costruzione, cucina, giardinaggio, ecc.).

Aumentare il cibo nelle mense scolastiche al 100% biologico e locale, ridurre la quota di proteine della carne a favore di quelle vegetali e imporre un’opzione vegetariana giornaliera.

Costruire nuovi stabilimenti e ristrutturare gli edifici esistenti tenendo conto delle questioni sanitarie e ambientali (in particolare la rimozione dell’amianto).

Estendere il diritto di riunione e di associazione per gli studenti delle scuole superiori.

Rafforzare l’educazione all’uguaglianza, contro il sessismo e la discriminazione, nei programmi scolastici.

Rafforzare la prevenzione del bullismo nelle scuole e la lotta alle dipendenze

Formulare un progetto di “scuola globale”: rendere coerenti le attività scolastiche ed extrascolastiche

Qualificare tutti

Aumentare il numero di scuole superiori pubbliche professionali e agricole e le relative classi.

Creare centri politecnici professionali, combinando corsi di formazione pubblica che vanno dal certificato di idoneità professionale (CAP) al certificato di tecnico superiore (BTS).

Ristabilire un quadro per la creazione di centri di formazione per apprendisti (CFA) sotto l’autorità delle regioni.

Vietare i diplomi professionali privati, garantire il riconoscimento dei diplomi e della formazione che porta alle qualifiche nei contratti collettivi

Reintrodurre il diploma di maturità professionale quadriennale e rafforzarne l’istruzione generale.

Proteggere i corsi brevi nell’istruzione superiore e incoraggiare il proseguimento degli studi dopo la maturità professionale o tecnologica (BTS, DUT, licenze professionali, ecc.).

Strutturare i corsi professionali in modo da soddisfare le esigenze lavorative del cambiamento ecologico e sociale.

Ripristinare e sviluppare le risorse umane e finanziarie per la formazione nelle scuole pubbliche di agricoltura.

Consentire l’accesso gratuito ai posti in pensione per gli studenti e gli apprendisti di età inferiore ai 18 anni, sulla base di una valutazione dei mezzi, e per coloro che sono più lontani dai luoghi di apprendimento.

Ripristinare un servizio di orientamento pubblico nazionale con il coinvolgimento delle regioni.

Riservare la tassa sull’apprendistato alle istituzioni pubbliche

Revisione dell’istruzione superiore

Abolire il processo di selezione all’università, peggiorato dal Parcoursup.

Creare nuovi posti per soddisfare le esigenze, soprattutto nel primo anno e nei corsi brevi dell’istruzione superiore.

Rendere gratuita l’istruzione superiore, dal baccellierato al dottorato

Abrogare l’aumento delle tasse universitarie deciso da Macron per gli studenti stranieri

Ripristinare i mezzi necessari all’istruzione superiore e alla ricerca, basandoli su finanziamenti permanenti e su un aumento permanente del bilancio delle università e dei centri di ricerca.

Assumere 30.000 dipendenti statutari nell’istruzione superiore e nella ricerca in cinque anni e aggiornare tutto il personale, compreso quello tecnico e amministrativo.

Porre fine alla precarietà del personale dell’istruzione superiore, dando un incarico di ruolo a coloro che hanno missioni permanenti e abrogando la legge sulla programmazione della ricerca per gli anni dal 2021 al 2030.

Sostituire le leggi sulla libertà e la responsabilità delle università (LRU) e Fioraso per porre fine alla concorrenza tra le università, per ristabilire il quadro nazionale dei diplomi, del reclutamento e di una vera democrazia universitaria.

Istituire un servizio sanitario universitario con personale sufficiente a fornire un accesso gratuito alla salute, alla prevenzione e al supporto psicologico.

Allineare le risorse assegnate ai diversi corsi di studio (classi preparatorie, scuole post-diploma legate alla formazione sanitaria e sociale, grandes écoles pubbliche, ecc.)

Proibire la natura a scopo di lucro delle scuole private di istruzione superiore.

Avviare un grande piano per il patrimonio immobiliare dell’università, che comprenda la costruzione e la ristrutturazione di laboratori, anfiteatri e luoghi per la vita sociale, civile e studentesca.

Costruire 15.000 unità abitative aggiuntive per studenti all’anno e ristrutturare e adeguare le unità esistenti agli standard di sicurezza e ambientali.

I punti che saranno sottoposti alla saggezza dell’Assemblea

Il Partito Socialista e Europe Ecologie-Les Verts sosterranno il rimborso al 100% delle cure prescritte, ma proporranno che ciò avvenga senza integrare l’assicurazione sanitaria complementare nel sistema di sicurezza sociale. Il Partito Comunista Francese vuole che l’assicurazione sanitaria complementare possa concentrarsi sulla prevenzione e sulla gestione dei centri sanitari.

Essi sosterranno la ratifica della Carta europea delle lingue regionali e minoritarie, la co-ufficializzazione delle lingue regionali e l’insegnamento bilingue e immersivo delle lingue regionali, nonché il pieno riconoscimento del ruolo di servizio pubblico delle reti associative.

Europe Écologie-Les Verts difende una riforma dell’Agenzia Nazionale della Ricerca basata su una logica di cooperazione piuttosto che di competizione tra gli istituti di ricerca, comprese le università, e sul rafforzamento della quota di crediti ricorrenti abbandonata a favore di bandi per progetti.

Il Partito Socialista non sosterrà il divieto di sovvenzioni extra-legali da parte degli enti locali all’istruzione privata, in particolare per le attività extra-curriculari, così come l’abrogazione delle leggi sulla libertà e responsabilità delle università (LRU) e Fioraso e il principio dell’autonomia universitaria.

Capitolo 5: Sesta Repubblica e democrazia

Consentire l’intervento dei cittadini

Democratizzare il suffragio: dare il diritto di voto a 16 anni, riconoscere il voto in bianco, istituire il diritto di voto per i residenti stranieri alle elezioni locali.

Riconoscere un diritto di petizione digitale, supervisionato dalla Commissione nazionale per l’informatica e le libertà civili (CNIL), che consenta di inserire una proposta di legge all’ordine del giorno delle assemblee e di abbassare le soglie di ammissibilità.

Introdurre una procedura di sponsorizzazione dei cittadini per le elezioni presidenziali, in alternativa alle 500 sponsorizzazioni dei rappresentanti eletti.

Presentare sistematicamente all’Ufficio di presidenza dell’Assemblea nazionale le proposte avanzate dai cittadini nell’ambito di convegni o assemblee di cittadini creati a tale scopo.

Rendere obbligatorio il ricorso al referendum in caso di modifica della Costituzione.

Riconoscere alla Corsica lo status garantito dall’articolo 74 della Costituzione.

Difendere il comune come livello di base della democrazia e della cittadinanza.

Rendere effettivo il principio di non cumulo dei mandati e delle indennità (un solo mandato esecutivo allo stesso tempo, tranne che per le intercomunalità, due mandati consecutivi al massimo)

Annullare le condanne inflitte a cittadini, sindacalisti, attivisti ambientali, politici, associazioni e Gilet Gialli che hanno esercitato il loro diritto di manifestare attraverso una legge di amnistia.

Per facilitare l’entrata e l’uscita dal mandato, istituire uno statuto per gli eletti con garanzie di formazione e di occupazione per un’assemblea più rappresentativa del popolo.

Imporre e far rispettare la parità nelle coppie governo, parlamento e autorità locali

Passare alla Sesta Repubblica e porre fine alla monarchia presidenziale

Passare a una Sesta Repubblica che sia un regime parlamentare stabile, con una nuova costituzione adottata tramite referendum.

Chiedere all’Assemblea nazionale di elaborare le modalità per la transizione alla Sesta Repubblica (Assemblea costituente, Convenzione dei cittadini, elezioni, sorteggio, forum dei cittadini, ecc.)

Eleggere l’Assemblea Nazionale con il sistema della rappresentanza proporzionale e rivedere il calendario elettorale per dissociare le elezioni legislative da quelle presidenziali.

Consentire al Parlamento di controllare realmente l’azione dell’esecutivo, in particolare abolendo le procedure che limitano i diritti del Parlamento, come i voti bloccati, l’articolo 49.3 della Costituzione e le riserve di voto.

Rafforzare i poteri di controllo del Parlamento, in particolare per quanto riguarda le operazioni esterne.

Proporre la modifica dell’articolo 1 della Costituzione: “La Francia è una Repubblica indivisibile, laica, democratica, sociale ed ecologica”.

Attuare un piano di separazione tra finanza e Stato

Combattere l’influenza delle lobby nel dibattito parlamentare: vietare i loro regali ai parlamentari, ai membri del governo e ai loro uffici e rendere obbligatoria la pubblicazione degli incontri dei principali decisori pubblici con i rappresentanti degli interessi.

Prevedere sanzioni di ineleggibilità per chiunque sia stato condannato per corruzione.

Inasprire le norme contro i conflitti di interesse e proibire il “pantouflage”: qualsiasi alto funzionario che voglia lavorare nel lucroso settore privato dovrà dimettersi dalla funzione pubblica e rimborsare i costi della sua formazione se non ha prestato servizio per almeno dieci anni, ed estendere a dieci anni i periodi di divieto di esercitare una funzione privata dopo averla esercitata come funzionario nello stesso settore.

Abolire il monopolio dell’azione penale da parte delle sole autorità fiscali in tutti i casi di frode: la magistratura deve essere libera di indagare, anche contro il parere del ministro

Organizzare elezioni professionali per i dirigenti aziendali, i cui risultati determineranno la rappresentatività di ciascuna organizzazione, come avviene per i sindacati dei lavoratori.

Intraprendere una riforma globale del finanziamento della vita politica

Smettere di subappaltare la progettazione e la valutazione delle politiche pubbliche a società di consulenza private.

Abolire la riforma Macron dei corpi prefettizi e diplomatici

Garantire la libertà di coscienza e la laicità

Difendere la Repubblica indivisibile, laica, universale, democratica, sociale ed ecologica.

Proteggere la libertà di coscienza e di espressione, combattere il comunitarismo e l’uso politico delle religioni.

Rifiutare l’attribuzione del titolo di canonico di Latran al Presidente della Repubblica

Vietare la presenza a cerimonie religiose di ministri, prefetti e sindaci nell’esercizio delle loro funzioni, tranne nei casi in cui queste persone desiderino esprimere la solidarietà della Repubblica nei confronti di una religione a seguito di un evento di natura eccezionale per la sua portata o gravità.

Abrogare il concordato Alsazia-Mosella e i vari statuti specifici in vigore nei Territori d’Oltremare e rifiutare i finanziamenti pubblici per la costruzione di nuovi edifici religiosi, dedicati ad attività religiose o stabilimenti confessionali.

Ripristinare e aumentare le risorse e l’autonomia della Missione interministeriale di vigilanza e lotta contro le aberrazioni settarie (Miviludes).

Avviare un vasto piano di formazione per i dipendenti pubblici sulla laicità e sui principi giuridici della legge del 1905 e rafforzare l’insegnamento della laicità nell’educazione nazionale.

Garantire la possibilità di accesso effettivo alle scuole pubbliche laiche per ogni comune del Paese.

Democratizzare i media e adottare una legge anti-concentrazione

Adottare una legge anti-concentrazione nei media e avviare la loro democratizzazione

Creare un Consiglio Nazionale dei Media, che includa l’attuale ARCOM (Autorità di Regolamentazione per la Comunicazione Audiovisiva e Digitale), con la partecipazione di rappresentanti dei professionisti e degli utenti del settore, incaricato di monitorare il rispetto della legge anti-concentrazione e di garantire il pluralismo e la qualità.

Trasformare il “Consiglio per l’etica dei media” in un vero e proprio potere cittadino.

Proteggere il settore da interessi finanziari e politici rafforzando lo status giuridico delle redazioni, introducendo un codice etico nel contratto collettivo e dando alle redazioni il diritto di approvare l’ingresso di un nuovo azionista.

Promuovere cooperative di giornalisti, operatori dei media e lettori/spettatori/ascoltatori e assegnare frequenze a media e associazioni locali.

Strumenti di distribuzione in pool (stampanti, server, distribuzione)

Riservare gli aiuti pubblici alla stampa solo ai mezzi di informazione, subordinandoli al rispetto del diritto sociale e dei contratti collettivi, alla parità di retribuzione tra uomini e donne e alla creazione di cellule di denuncia delle violenze sessiste e sessuali.

Escludere dal finanziamento pubblico i media che sono stati condannati per incitamento all’odio o per aver offeso la dignità delle persone.

Far convalidare dal Parlamento i presidenti di France Télévisions e Radio France e inserire nel mandato di Radio France e France Télévisions l’obbligo di coprire le notizie d’oltremare negli orari di ascolto standard.

Garantire la protezione delle fonti e degli informatori, senza costringerli a riferire prima al proprio datore di lavoro.

Mantenere il canone come finanziamento dedicato, stanziato e dinamico, rendendolo progressivo per una maggiore giustizia fiscale e portandolo a un budget paragonabile a quello di altri paesi europei.

Vietare i sondaggi nei giorni precedenti le elezioni, istituire una commissione parlamentare d’inchiesta sui sondaggi (metodologia, pubblicazione, finanziamento).

Punti da sottoporre alla saggezza dell’Assemblea

Europe Écologie-Les Verts è favorevole al suffragio universale diretto e alle elezioni proporzionali per le intercomunalità e i dipartimenti.

La France insoumise proporrà di abrogare il concordato Alsazia-Mosella e i vari statuti specifici in vigore nei territori d’oltremare. Il Partito Comunista Francese proporrà che questa uscita avvenga attraverso un processo negoziale. Il Partito socialista proporrà di realizzare una missione parlamentare di informazione su questo tema, nell’ambito di un piano d’azione per la promozione e la difesa della laicità.

Il Partito socialista proporrà che l’Assemblea nazionale sia eletta su base prevalentemente proporzionale e che la legge sull’amnistia si applichi solo a coloro che hanno esercitato il diritto di manifestare senza violenza e nel rispetto della legge.

Il Partito Comunista Francese non sosterrà il diritto di voto a 16 anni. Non è favorevole a concedere alla Corsica lo status previsto dall’articolo 74 della Costituzione.

Capitolo 6: Sicurezza e giustizia

Garantire un migliore accesso alla giustizia per tutti

Aumentare le risorse del sistema giudiziario, assumere e formare più dipendenti pubblici: magistrati, cancellieri, agenti della protezione giudiziaria dei giovani e dell’amministrazione penitenziaria.

Aumentare l’assistenza legale e garantire il ritorno dei tribunali locali

Porre fine alla graduale scomparsa delle giurie popolari, abolire i tribunali penali senza giurie e sperimentare le giurie nei tribunali correzionali.

Rafforzare i diritti della difesa, inserire il diritto alla difesa nella Costituzione, rafforzare il ruolo dell’avvocato.

Garantire la gratuità delle procedure più comuni (ad esempio, il divorzio).

Sviluppare una politica della giustizia efficace

Presentare regolarmente al Parlamento, per la discussione e la votazione, un testo che definisca l’orientamento della politica criminale.

Rafforzare l’indipendenza della magistratura, in particolare della procura, dall’esecutivo: vietare i feedback individuali, tranne quando richiedono l’intervento diretto dell’esecutivo in questioni di ordine pubblico (ad esempio il terrorismo), allineare lo status dei procuratori e le loro regole di nomina a quelle dei giudici.

Rispettare la dignità e i diritti delle persone private della libertà: porre fine al sovraffollamento delle carceri, rinnovare tutte le strutture carcerarie e di detenzione, sviluppare pene alternative, garantire che i detenuti abbiano i mezzi per reintegrarsi, in particolare aumentando le risorse e il personale dei servizi di integrazione carceraria e di libertà vigilata (SPIP).

Lotta alla criminalità finanziaria: raddoppiare il personale dei servizi che lottano contro la criminalità finanziaria, eliminare realmente il blocco di Bercy, dare più risorse umane alle brigate incaricate della criminalità finanziaria, aumentare il numero di giudici inquirenti e abolire l’accordo giudiziario di interesse pubblico.

Lotta contro l’impunità degli aggressori sessuali e la correzione degli stupri considerandoli sistematicamente come crimini.

Fornire i mezzi per un’efficace giustizia penale ambientale, punire l’inquinamento industriale e applicare rigorosamente il principio “chi inquina paga”.

Abolire la Corte di giustizia della Repubblica

Rafforzare le risorse della Commissione nazionale per la tecnologia dell’informazione e le libertà civili per garantire la rigorosa applicazione del regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR).

Dare più mezzi al Difensore dei diritti

Attuare una nuova strategia antiterrorismo

Facilitare il perseguimento di società o associazioni per attività illegali o evasione fiscale che consentono il finanziamento del terrorismo, introdurre come pena principale la perdita dei diritti civili delle persone fisiche che vi partecipano e requisire le società che collaborano con gli attentatori.

Rafforzare le risorse umane dei servizi di intelligence tornando alla fusione della DST (Direction de la Surveillance du Territoire) e della RG (Renseignements Généraux) e dare priorità all’infiltrazione umana.

Valutare i risultati delle leggi in vigore, in particolare le leggi sulla sicurezza interna e l’antiterrorismo, e abrogare lo stato di emergenza permanente, le leggi sul separatismo e le leggi sulla sicurezza globale che minano le nostre libertà individuali.

Lotta al reclutamento e programmi di sostegno per la cura dei sospetti terroristi

Garantire il controllo giudiziario delle operazioni antiterrorismo

Rafforzare le risorse umane della piattaforma PHAROS incaricata di prevenire e monitorare la violenza su Internet.

Riorganizzare la polizia per garantire il diritto alla sicurezza

Ripristinare la polizia locale: riorganizzare le missioni della polizia nazionale per garantire un legame con la popolazione, riassegnare il personale delle BAC (brigate anticrimine) e delle BRAV-M (brigate per la repressione delle azioni violente motorizzate) dopo alcuni mesi di formazione, distribuire il personale in modo da garantire l’uguaglianza tra i territori, di concerto con i comuni.

Rafforzare le risorse della polizia giudiziaria, raddoppiare il numero di poliziotti tecnici e scientifici.

Costruire nuovi centri di attività di polizia per garantire la presenza della polizia di comunità.

Estendere a due anni la formazione iniziale dei peacekeepers e rivederne i contenuti, riaprire le scuole nazionali per le attività di polizia.

Rafforzare la formazione obbligatoria in servizio per gli agenti di polizia: diversificare i corsi di formazione (giustizia, associazioni, ecc.), fornire una maggiore formazione sul trattamento delle vittime (in particolare della violenza sessuale e di genere).

Abolire i bonus basati sui risultati, che incoraggiano la politica dei numeri.

Aumentare il numero di personale addetto alla criminalità finanziaria, al traffico di esseri umani e allo smantellamento delle reti mafiose, e raddoppiare il numero di poliziotti tecnici e scientifici.

Vietare per legge l’uso delle tecnologie di riconoscimento facciale negli spazi e negli stabilimenti pubblici, nonché la loro sperimentazione, e supervisionare rigorosamente il loro uso in ambito privato.

Abrogare la legge sulla sicurezza globale e rafforzare la prevenzione, in particolare le risorse umane della prevenzione specializzata.

Incoraggiare la de-escalation nell’ambito dell’attività di polizia: vietare le armi mutilanti, le tecniche di immobilizzazione letale e la tecnica del “nasse”, e stabilire un nuovo codice etico della polizia basato sul codice etico del 1986.

Creare una commissione d’inchiesta sulle violenze della polizia che hanno causato la morte o la mutilazione di cittadini, per stabilire la piena responsabilità.

Abolire l’Ispettorato Generale della Polizia Nazionale (IGPN) e l’Ispettorato Generale della Gendarmeria Nazionale (IGGN) e sostituirli con un’autorità indipendente che comprenda magistrati, accademici e cittadini.

Rafforzare la polizia ambientale creando unità ambientali all’interno delle procure e trasformando gli agenti di polizia rurale in guardie ambientali.

Migliorare le condizioni di lavoro degli agenti di polizia e dei gendarmi, in particolare i locali e le attrezzature, il sostegno psicologico e amministrativo, garantire il loro effettivo diritto al congedo, porre fine ai “bonus eccezionali” al posto degli stipendi.

Cambiare la strategia sulle dipendenze e sulle droghe

Legalizzare e regolamentare la produzione, la vendita e il consumo di cannabis attraverso un monopolio statale, in condizioni che consentano di combattere la dipendenza.

Destinare le entrate derivanti dalle tasse sulla cannabis a programmi di lotta alla dipendenza, in particolare nelle scuole, e a una politica di prevenzione, riduzione dei danni e aiuto alla disintossicazione.

Affrontare le cause della dipendenza, per avviare una politica di riduzione del rischio piuttosto che continuare una politica di repressione dei consumatori.

Aumentare le forze di polizia e doganali a fini investigativi e di tracciamento

Lottare contro gli organizzatori del traffico di sigarette e puntare a una gioventù “zero tabacco”.

Protezione dei bambini

Garantire il rispetto della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza per quanto riguarda la protezione dei bambini, i bambini stranieri, il divieto della cosiddetta violenza educativa e il sostegno alla genitorialità.

Garantire il rispetto dei principi dell’ordinanza del febbraio 1945 sui minori in conflitto con la legge e introdurre un codice dei minori che combini il diritto civile e penale in consultazione con i professionisti del settore.

Aumentare massicciamente le risorse finanziarie e umane per la protezione dell’infanzia, per garantire l’uguaglianza tra tutti i bambini della Repubblica e un sostegno educativo di qualità.

Liberare risorse per costruire altre case che permettano di separare i bambini per fasce d’età, di preservare i fratelli, di preservare le giovani vittime di violenza sessuale (centri di resilienza), di fornire assistenza d’emergenza ad hoc, di prendere in considerazione una dimensione di assistenza psichiatrica.

Rendere automatica la copertura di un contratto per giovani adulti per tutti i bambini provenienti dal sistema di assistenza all’infanzia (ASE).

Combattere realmente la violenza sessuale contro i bambini aumentando il numero di agenti di polizia specializzati nella lotta contro la cyber-pornografia, formando i professionisti a contatto con i bambini e finanziando un’assistenza adeguata, nonché proteggendo e sostenendo le voci dei bambini.

Rafforzare le risorse dell’autorità giudiziaria dedicate al trattamento delle segnalazioni di contenuti illegali su piattaforme private e al monitoraggio della loro effettiva rimozione.

Punti da sottoporre alla saggezza dell’Assemblea

Il Partito Socialista rifiuta l’uso della terminologia “violenza della polizia” e non sosterrà quindi la creazione di una commissione d’inchiesta sulla violenza della polizia che ha portato alla morte o alla mutilazione di cittadini, al fine di stabilire tutte le responsabilità.

Il Partito Socialista e il Partito Comunista Francese proporranno l’organizzazione di un dibattito pubblico nel primo anno di legislatura sulla questione della legalizzazione della cannabis.

Capitolo 7: Uguaglianza e lotta alla discriminazione

Raggiungere la parità tra donne e uomini

Adottare una legge per combattere il sessismo e la violenza contro le donne e stanziare il miliardo di budget contro la violenza sulle donne richiesto dalle associazioni, in particolare in termini di formazione e alloggi

Imporre e far rispettare la parità tra donne e uomini nella gestione delle istituzioni politiche, amministrative, economiche, sindacali e associative.

Rafforzare la pianificazione familiare e le associazioni che lavorano per l’uguaglianza

Lotta contro il lavoro part-time forzato, di cui l’80% è svolto da donne

Estendere la durata del congedo parentale e renderlo uguale per entrambi i genitori allineandolo verso l’alto.

Rimborsare il costo del trattamento ormonale per la menopausa

Sostenere la ricerca medica sulle malattie ginecologiche (endometriosi, PCOS, ecc.) per migliorarne l’assistenza e il trattamento.

Implementare un piano per combattere le molestie sessiste e le aggressioni sessuali.

Rafforzare la rete di centri per l’aborto aprendo un centro per ogni ospedale e abolire la clausola della doppia coscienza per i medici.

Lotta agli stereotipi di genere nelle scuole

Abolire la prostituzione e garantire la dignità della persona, e rafforzare i mezzi dedicati alla lotta contro la tratta e la violenza legata alla prostituzione.

Garantire nuovi diritti

Costituzionalizzare la non commercializzazione del corpo umano e il diritto fondamentale all’autodeterminazione in ogni circostanza.

Aggiungere alla Costituzione il diritto alla contraccezione e all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG), il diritto a morire con dignità (anche con assistenza) e la garanzia di accesso alle cure palliative.

Autorizzare la modifica libera e gratuita dello stato civile davanti a un ufficiale di stato civile

Stabilire la filiazione per riconoscimento come principio di default, rimborsare la procreazione medicalmente assistita (PMA), renderla accessibile alle persone trans e rifiutare la maternità surrogata (GPA), e rendere l’interesse superiore del bambino il principio primario in tutte le circostanze

Attuare un piano per sradicare la violenza contro le persone LGBTQIA+.

Combattere il razzismo, l’antisemitismo e la discriminazione

Attuare un piano d’azione completo contro tutte le forme di discriminazione (occupazione, alloggio, istruzione, salute, ecc.).

Garantire il pieno diritto di nascita a tutti i bambini nati in Francia e facilitare l’accesso alla cittadinanza francese.

Creare una Commissione per l’uguaglianza con un Osservatorio sulla discriminazione e unità specializzate all’interno dei servizi pubblici e delle corti d’appello.

Introdurre una ricevuta per il controllo dell’identità da parte delle forze dell’ordine per combattere il riconoscimento facciale, accompagnata da formazione, monitoraggio e sanzioni.

Istituire il 4 febbraio come giorno festivo in memoria delle vittime della schiavitù e delle loro lotte, oltre al giorno di commemorazione specifico in ogni territorio d’oltremare.

Aprire gli archivi sulle guerre di decolonizzazione

Abrogare la legge contro il “separatismo” e la legge su “asilo e immigrazione” e applicare la legge che rende ineleggibili tutti i condannati per incitamento all’odio razziale.

Affrontare collettivamente la perdita di autonomia individuale

Costruire un servizio pubblico per la dipendenza, per aiutare gli anziani a rimanere a casa propria

Sviluppare una rete pubblica di case di riposo con tariffe armonizzate e accessibili

Creare 10.000 posti all’anno negli EHPAD pubblici per cinque anni, ripensare il modello di finanziamento e aumentare le risorse materiali e umane.

Formare, qualificare e reclutare il personale necessario in numero sufficiente: almeno 210.000 unità di personale medico-sociale e sanitario per poter rispettare un rapporto minimo di personale “al capezzale” dei residenti.

Rivalutare i posti di lavoro e i redditi di tutti i professionisti che lavorano in casa e negli istituti per anziani, rivedendo le tabelle retributive e le qualifiche.

Eliminare gli ostacoli all’autonomia delle persone con disabilità

Garantire l’autonomia finanziaria delle persone con disabilità aumentando l’AAH (assegno per adulti disabili) al livello del salario minimo e rendendolo indipendente dal reddito del coniuge.

Aumentare il numero di corsi completi di lingua dei segni bilingue francese/francese (LSF) (dalla scuola materna alle superiori) per consentire un accesso reale alla conoscenza e alla formazione dei bambini sordi e ipoudenti.

Continuare a finanziare l’integrazione professionale delle persone con disabilità.

Obiettivo di accessibilità universale: tolleranza zero contro gli ostacoli, cioè gli ostacoli agli spostamenti o alla vita quotidiana, permettere ai prefetti di sostituirsi ai sindaci per imporre lavori e chiudere gli edifici privati che non rispettano la legge, imporre un piano per rendere accessibili i trasporti, generalizzare le traduzioni in francese “di facile lettura e comprensione” (FALC), marcatori visivi e sensoriali

Lotta alla discriminazione delle persone con disabilità

Punti da sottoporre alla saggezza dell’Assemblea

Constatando la mancanza di una reale efficacia sulle reti delle politiche in atto (penalizzazione del cliente), Europe Écologie-Les Verts vuole agire in via prioritaria, non con la repressione, ma con l’ascolto e l’accompagnamento delle persone in prostituzione. Europe Écologie-Les Verts auspica un dibattito aperto sulla GPA (maternità surrogata).

Capitolo 8: Unione Europea e Internazionale

Condividiamo l’obiettivo comune di porre fine al corso liberale e produttivista dell’Unione Europea e di costruire un nuovo progetto al servizio della biforcazione ecologica, democratica e solidale, anche se le nostre storie con la costruzione europea sono diverse.

France Insoumise e il Partito Comunista Francese sono gli eredi del no della sinistra al Trattato Costituzionale Europeo del 2005, il Partito Socialista è legato alla costruzione europea e alle sue realizzazioni, di cui è protagonista, e Europe Écologie-Les Verts è storicamente a favore della costruzione di un’Europa federale.

Insieme, vogliamo spostare le politiche europee verso la giustizia sociale, l’ecologia, il progresso umano e lo sviluppo dei servizi pubblici.

Per raggiungere questo obiettivo, proponiamo di

  • Rafforzare la lotta per il clima: puntare a una riduzione del 65% delle emissioni di gas serra entro il 2030, innalzare gli obiettivi europei per la produzione di energia rinnovabile, istituire il 30% di aree protette, eliminare gas e nucleare dalla tassonomia, adottare un nuovo trattato ambientale che includa il reato di ecocidio.

  • Trasformare la Politica Agricola Comune a favore dell’agroecologia e dell’agricoltura contadina e delocalizzata, il ritiro dei fertilizzanti e dei pesticidi di sintesi, la transizione degli allevamenti industriali verso pratiche sostenibili e rispettose del benessere degli animali. Un’agricoltura remunerativa per gli agricoltori e ricca di posti di lavoro, sostenuta da una regolamentazione dei mercati e che dia a tutti accesso a cibo di qualità.

  • Estendere i diritti sociali: armonizzare i diritti sociali e i salari minimi europei verso l’alto per combattere il dumping sociale, migliorare le condizioni di lavoro e convergere verso i migliori standard sociali, lottare contro le delocalizzazioni, difendere il principio “uguale lavoro, uguale retribuzione e uguali contributi sociali” tornando indietro rispetto all’attuale organizzazione del lavoro distaccato, imporre una presunzione di status di lavoratore dipendente per i lavoratori delle piattaforme, sviluppare un piano europeo per combattere la povertà, in particolare tra i bambini e gli anziani.

  • Salute: incoraggiare e aiutare gli Stati membri a garantire l’accesso universale ai servizi sanitari, compresi quelli per la salute mentale, in particolare combattendo i deserti medici, delocalizzando la produzione di farmaci in Europa ed eliminando i brevetti su vaccini e medicinali.

  • Un’economia al servizio del clima e dei cittadini: porre fine al Patto di Stabilità e Crescita e abrogare le regole di bilancio del 3% di deficit e del 60% di debito, modificare le missioni e gli statuti della BCE per consentirle di concedere prestiti direttamente agli Stati e porla sotto controllo democratico per renderla uno strumento politico al servizio dell’interesse generale con obiettivi ecologici e sociali e non più solo sull’inflazione.

  • Investire insieme nella biforcazione ecologica e solidale: creare nuove risorse proprie (tassa sulle transazioni finanziarie estese, tassa sul chilometro, paraffina, ecc.), rafforzare gli investimenti europei e dedicare almeno il 50% del bilancio europeo al clima e alla biodiversità, garantendo che il resto del bilancio non li danneggi.

  • Sradicare l’evasione fiscale: porre fine all’unanimità in materia fiscale per eliminare il potere di veto dei paradisi fiscali, introdurre un’aliquota minima d’imposta sulle società del 25%, stilare un elenco europeo credibile di paradisi fiscali e imporre loro sanzioni, per porre fine alla concorrenza fiscale all’interno dell’UE.

  • Stabilire tutele sociali ed ecologiche: rifiutare tutti i nuovi accordi di libero scambio, stabilire una nuova cooperazione basata su clausole sociali, ambientali e sanitarie vincolanti e controllabili, attuare una tassazione sociale ed ecologica alle frontiere, integrare criteri di produzione locale negli appalti pubblici europei per proteggere la nostra economia e promuovere nuovi standard sociali e ambientali.

  • Accogliere gli esuli con dignità: porre fine al regolamento Dublino III e rinegoziare il Patto per l’asilo e la migrazione, le cui basi sono molto squilibrate, promuovere la creazione di canali di migrazione legali e sicuri, creare un corpo di soccorso in mare e porre fine alla violazione dei diritti fondamentali da parte di Frontex.

  • Conquistare l’uguaglianza: applicare la clausola dell'”europeo più favorito” per armonizzare i diritti delle donne in Europa dall’alto verso il basso, includere il diritto all’aborto e tutti gli altri diritti sessuali e riproduttivi nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e renderla direttamente applicabile, rafforzare la lotta contro tutte le forme di discriminazione, siano esse legate all’origine, al sesso, alla disabilità, all’orientamento sessuale o all’identità di genere, e difendere i diritti delle minoranze.

  • Rafforzare la democrazia: sospendere i finanziamenti europei agli Stati membri che non rispettano lo stato di diritto o le libertà fondamentali, difendere un regolamento europeo sull’indipendenza dei media, fornire un quadro più rigoroso per le lobby, concedere al Parlamento europeo poteri di bilancio e un diritto d’iniziativa, creare un’iniziativa popolare europea vincolante (un RIC [referendum d’iniziativa popolare] europeo) e istituire spazi permanenti di dibattito che consentano di tenere conto dei contributi degli attori della società civile, delle associazioni, dei sindacati e delle autorità locali.

Siamo lucidi. Alcune di queste battaglie richiedono la rinegoziazione degli attuali trattati e regole europee. Infatti, se alcune norme europee sono punti di appoggio, oggi tutti possono constatare quanto altre, e non ultime, non siano al passo con gli imperativi dell’emergenza ecologica e sociale e costituiscano seri ostacoli all’attuazione del nostro programma:

  • I trattati di libero scambio si oppongono al raggiungimento dei nostri obiettivi ecologici, alimentano il dumping sociale e favoriscono le delocalizzazioni.

  • L’attuale quadro di concorrenza europea “libera e non distorta”, come formalizzato nei trattati europei e nelle regole che ne derivano, è incompatibile con la rilocalizzazione della produzione e con la conservazione e lo sviluppo dei servizi pubblici e dei beni comuni.

  • L’attuale Politica Agricola Comune promuove un modello produttivo e industriale che è contrario a un’agricoltura contadina, biologica e rispettosa del benessere degli animali.

  • Lo statuto della Banca Centrale Europea e le regole di austerità del semestre europeo costringono gli Stati a mettersi nelle mani dei mercati finanziari e a ridurre gli investimenti nella biforcazione ecologica e nello Stato sociale.

  • La libera circolazione dei capitali ci impedisce di controllare un settore finanziario sempre più aggressivo e dannoso.

Di conseguenza, dovremo essere pronti a infrangere alcune regole. A causa delle nostre storie, parliamo di disobbedienza per alcuni e di deroga transitoria per altri, ma abbiamo lo stesso obiettivo: poter applicare pienamente il programma di governo condiviso e rispettare così il mandato conferitoci dai francesi.

Non si tratta di un obiettivo politico in sé, ma di uno strumento: molti Stati lo hanno già utilizzato, come la Germania per evitare l’apertura alla concorrenza del settore idrico, una coalizione di Stati per vietare gli OGM o la Spagna per intervenire di fronte all’impennata dei prezzi dell’energia. Questo può essere fatto solo nel rispetto dello Stato di diritto. In questo senso, ci opponiamo di petto alla deriva autoritaria di Polonia e Ungheria, che attaccano i diritti e le libertà fondamentali con un obiettivo autoritario e reazionario.

Intendiamo :

  • Utilizzare i margini di manovra esistenti: utilizzare le clausole di salvaguardia, negoziare con la Commissione i necessari adattamenti della legge e le deroghe caso per caso nell’applicazione del nostro programma.

  • Se necessario, interrompere l’applicazione di norme incompatibili con gli impegni ecologici e sociali contenuti nel nostro programma: ad esempio, le parti del diritto della concorrenza che ci impediscono di rinazionalizzare aziende strategiche per la transizione ecologica e di creare poli pubblici, come EDF o le autostrade, o di sviluppare alimenti biologici e locali nelle mense, le norme di bilancio che limitano la nostra capacità di investire nella biforcazione ecologica

  • Sfruttare le contraddizioni tra le norme europee e i nostri impegni internazionali sul clima o sul lavoro per far prevalere gli standard più esigenti: introdurremo un principio di non regressione per la società e un principio di non nocività per l’ambiente.

Lavoreremo attivamente per cambiare le regole incompatibili con il nostro programma: questo è uno spazio di negoziazione, di bilanciamento dei poteri, di cooperazione a geometria variabile. Di fronte alle emergenze, alcune regole hanno dovuto evolversi: la BCE ha creato il suo programma di riacquisto del debito pubblico in risposta alla crisi finanziaria del 2008; di fronte alla pandemia, alcune regole come quelle di bilancio o quelle sugli aiuti di Stato sono state sospese dalla Commissione europea e dimostrano la necessità di flessibilità.

Il contesto di messa in discussione delle regole europee di fronte alle emergenze gioca a nostro favore. Il nostro obiettivo sarà quello di trascinare con noi altri Stati per contribuire come governo a riorientare le politiche europee e a modificare in modo duraturo le norme e i trattati europei che sono incompatibili con la nostra ambizione sociale ed ecologica legittimata dal popolo. E un Paese come la Francia ha gli argomenti, gli strumenti e il peso politico per difendere un nuovo orizzonte comune in Europa:

  • Condurre le battaglie all’interno del Consiglio dell’Unione Europea: formare alleanze per ottenere maggioranze su testi che favoriscono il progresso sociale ed ecologico, formare minoranze di blocco su testi contrari, opporsi al nostro diritto di veto sugli accordi di libero scambio.

  • Ricorrere alle cooperazioni rafforzate: andare avanti con alcuni se c’è un blocco a 27. Questo sta già accadendo: una coalizione di 11 Stati sta lavorando a una tassa sulle transazioni finanziarie. 14 Stati hanno adottato un testo sul divorzio internazionale per aggirare il veto della Svezia.

  • Costruire la cooperazione con i Paesi terzi che lo desiderano: questo viene già fatto per programmi come Erasmus o partenariati industriali come Airbus e potrebbe essere ampliato con accordi su questioni fiscali o ambientali.

  • Innescare la mobilitazione dei cittadini costruendo alleanze e convergenze con le forze politiche che condividono questi obiettivi e con la società civile in Europa.

Queste battaglie saranno necessarie ma non sufficienti. Per essere all’altezza dell’emergenza ecologica e sociale, le istituzioni e le regole europee devono cambiare in profondità. Proponiamo di dare una scossa di democrazia convocando una Convenzione europea per la revisione e la riscrittura dei trattati europei, costruita con i parlamenti nazionali e il Parlamento europeo, associando le forze vive e i movimenti popolari del continente. Questi nuovi testi dovrebbero essere sottoposti all’approvazione del popolo tramite referendum.

Assumere il posto nel mondo di una Francia indipendente

Rifiutare lo “scontro di civiltà“, svolgere un’azione internazionale al servizio della pace, promuovere una concezione universale e non deviante dei diritti umani.

Reinvestire completamente nell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).

Fermare l’erosione della rete diplomatica francese

Offrire asilo agli informatori, nuovi combattenti per la libertà nell’interesse umano generale, come Edward Snowden e Julian Assange.

Difendere la sovranità e la libertà dell’Ucraina e del popolo ucraino, nonché l’integrità dei suoi confini, in un contesto internazionale di tensione e di guerra sul continente europeo e di fronte ai crimini di guerra decisi da Vladimir Putin

Costruire una difesa indipendente, repubblicana e popolare.

Redigere un libro bianco, adottare una nuova legge di programmazione militare e attuare il nostro adattamento al cambiamento climatico.

Fermare la privatizzazione dell’industria degli armamenti e delle missioni di difesa nazionale.

Dare priorità all’acquisizione di materiale militare francese nell’esercito e nei programmi europei a cui la Francia partecipa.

Mobilitare lo spazio digitale e la realtà spaziale per installare sistemi difensivi e non letali contro le aggressioni e per la pace.

Dare ai nostri servizi di intelligence la capacità di anticipare i rischi, compresi quelli per la salute, legati al cambiamento climatico.

Adattare le attrezzature militari e l’equipaggiamento dei nostri soldati alla nuova situazione climatica.

Avviare un piano di adeguamento delle infrastrutture militari vulnerabili.

Semplificare il risarcimento e il riconoscimento delle lesioni psicologiche nell’esercito francese

assoggettare le esportazioni di armi ai principi del diritto internazionale e ai partenariati politici democraticamente definiti dalla Francia, e rafforzare l’indipendenza della delegazione parlamentare dedicata al controllo delle esportazioni di armi

Lotta al mercenarismo e alla privatizzazione della guerra, in particolare all’uso di compagnie militari private.

Rafforzare e democratizzare le Nazioni Unite

Riaffermare che l’ONU è l’unico organismo legittimo per la sicurezza collettiva su scala globale.

Chiedere la trasparenza nelle deliberazioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e la sua riforma per una più equa rappresentanza dei continenti, in particolare dell’Africa.

Lavorare per rafforzare le agenzie delle Nazioni Unite che dipendono dai contributi volontari e aumentare il sostegno finanziario della Francia.

Creare un’Organizzazione Mondiale dell’Ambiente e difendere l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dagli interessi dell’industria farmaceutica.

Riformare l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) per promuovere la sovranità alimentare, la regolamentazione del mercato e la biforcazione ecologica dell’agricoltura.

Costruire soluzioni politiche con gli Stati e le popolazioni interessate, sotto l’egida delle Nazioni Unite, ovunque la pace non sia garantita (Vicino Oriente, Medio Oriente, Africa saheliana, Kashmir, Caucaso, Golfo Arabico, Corno d’Africa, ecc.)

Difendere il diritto internazionale e il rispetto delle risoluzioni dell’ONU attraverso il seggio della Francia nel Consiglio di Sicurezza.

Sostenere l’idea di creare una forza d’intervento e di sicurezza ecologica sotto l’egida dell’ONU e un trattato di non proliferazione dei combustibili fossili volto a vietare tutte le esplorazioni e i nuovi sfruttamenti di petrolio, gas e carbone all’estero.

Rilanciare i processi multilaterali di disarmo nucleare e convenzionale nel quadro della Conferenza delle Nazioni Unite sul disarmo e la partecipazione della Francia come membro osservatore al Trattato per la messa al bando delle armi nucleari (NWT).

Rifondare la cooperazione economica

Portare al Fondo Monetario Internazionale (FMI), alla Banca Mondiale e all’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) proposte di rottura con il neoliberismo internazionale e di democratizzazione, e reinvestire la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD).

Integrare il rispetto delle regole fondamentali dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro negli accordi commerciali.

Lavorare per l’adozione di un trattato delle Nazioni Unite che obblighi le multinazionali a rispettare gli standard sociali e ambientali.

Lavorare per un regolamento collettivo dei debiti pubblici, indipendente dai meccanismi di mercato, nel quadro della risoluzione votata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2015

Proporre una COP globale per la giustizia sociale e fiscale sotto l’egida delle Nazioni Unite.

Estendere le protezioni del diritto internazionale ai beni comuni globali.

Riconoscere il crimine di ecocidio

Sostenere la creazione di un tribunale internazionale per la giustizia climatica e ambientale.

Creare un tribunale internazionale di giustizia economica per giudicare i crimini finanziari transnazionali.

Espandere le licenze obbligatorie ed eliminare i brevetti sui vaccini e altri strumenti medici per combattere le pandemie.

Sostenere attivamente i negoziati in corso su un trattato internazionale per la lotta alla plastica.

Fare della questione dell’acqua, della sua protezione e del suo accesso per tutti una questione prioritaria nella politica internazionale e di cooperazione della Francia.

Svolgere un ruolo attivo nei negoziati per un trattato internazionale di protezione dei fondali marini profondi.

Difendere la gestione dei poli artico e antartico come beni comuni dell’umanità, protetti da attività economiche che potrebbero distruggere i loro ecosistemi attraverso il saccheggio delle loro risorse sottomarine, come minerali o idrocarburi.

Attuare una politica migratoria umanista e realistica

Rafforzare l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e organizzare una conferenza annuale sulla migrazione.

Opporsi ad accordi commerciali iniqui per evitare che i migranti debbano lasciare i loro paesi.

Affrontare le conseguenze del cambiamento climatico attraverso il trasferimento di tecnologie e l’assistenza finanziaria e materiale.

Fermare la violazione dei diritti fondamentali da parte di Frontex

Assumere il nostro dovere di accoglienza e umanità nei confronti dei rifugiati

Facilitare l’accesso ai visti, regolarizzare la situazione di lavoratori, studenti e genitori di alunni, e stabilire un permesso di soggiorno decennale come permesso di soggiorno di riferimento.

Garantire l’accesso effettivo all’assistenza sanitaria per tutti di fronte alla strumentalizzazione politica dell’aiuto medico statale (AME)

Contribuire alla creazione di uno status di “disagio ambientale” che fornisce una protezione temporanea che può diventare permanente a seconda della gravità del disastro che ha portato alla migrazione.

Porre fine al regolamento di Dublino e rinegoziare gli accordi di Le Touquet, porre fine agli accordi abusivi per le popolazioni interessate e alla strumentalizzazione degli aiuti allo sviluppo.

Prendersi cura dei migranti attraverso strutture di accoglienza e alloggio sufficienti in tutto il paese, porre fine al reato di solidarietà, creare un centro unico di accoglienza

Garantire pienamente il diritto di asilo

Costruire politiche internazionali a partire dai Territori d’Oltremare

Rendere i Territori d’Oltremare poli regionali di co-sviluppo: trasferimento di tecnologia ai paesi vicini, aiuti logistici e scientifici, istituzione di corsi di formazione di alto livello a beneficio sia degli studenti dei Territori d’Oltremare che di quelli dei paesi vicini, cooperazione militare per il mantenimento della pace.

Aderire alle cooperazioni regionali, nel rispetto degli interessi strategici della Francia: la Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi (CELAC) per le Antille e la Guyana francese, l’Unione Africana per Mayotte, aderire alla Comunità per lo Sviluppo dell’Africa Meridionale (SADC) e partecipare attivamente all’Associazione degli Stati dell’Oceano Indiano (IORA) per la Riunione

Cancellare definitivamente il progetto Montagne d’Or in Guyana

Costruire il futuro della Nuova Caledonia in dialogo con tutte le parti interessate e attraverso la consultazione democratica della popolazione.

Costruire la solidarietà e la cooperazione alterglobale

Dedicare lo 0,7% del reddito nazionale lordo agli aiuti pubblici allo sviluppo.

Riformare gli “aiuti allo sviluppo” forniti dall’Agenzia francese per lo sviluppo (AFD) in modo che non servano gli interessi dei regimi oligarchici e delle aziende interessate ai “partenariati pubblico-privati”. Decidere la sua allocazione con le società civili locali, con l’obiettivo di rafforzare i diritti umani e la sovranità popolare e di combattere il cambiamento climatico.

Agire per la pace e rispettare l’indipendenza degli Stati e la sovranità dei popoli.

Rilanciare il co-sviluppo e la cooperazione, in particolare nella lotta al cambiamento climatico.

Sostenere la ristrutturazione dei debiti sovrani dei paesi poveri, cancellare il debito COVID.

Unire il bacino del Mediterraneo occidentale attorno a obiettivi comuni di progresso

Organizzare una rete di scuole e università professionali del Mediterraneo.

Creare una forza di intervento e di sicurezza civile nel Mediterraneo per combattere gli incendi e per il salvataggio in mare in caso di disastri naturali.

Creare una struttura comune per la lotta all’inquinamento e la gestione del disinquinamento dell’ecosistema del Mar Mediterraneo.

Estendere al Mediterraneo gli standard ambientali applicabili nel Mar Baltico, soprattutto per quanto riguarda la limitazione delle emissioni del traffico marittimo.

Costruire un rapporto con l’Africa basato sulla sovranità del popolo

Organizzare un dibattito seguito da una votazione in Parlamento sugli obiettivi e l’azione dell’esercito francese nel Sahel e nel Mali.

Rafforzare la solidarietà con il Sahel e condizionare gli aiuti al rispetto dei diritti umani, democratici, sociali ed ecologici per rispondere meglio ai bisogni immediati delle popolazioni, coordinando meglio gli aiuti internazionali e tenendo conto delle dinamiche sociali locali.

Rivedere gli accordi di difesa firmati con i Paesi africani in modo che siano conclusi nell’interesse del popolo e impediscano qualsiasi interferenza negli affari interni dei Paesi africani.

Consentire ai paesi africani della zona CFA (la cui parte occidentale è diventata la zona ECO) di avere una moneta di cui hanno la sovranità e di cui possono definire i contorni.

Cancellare i debiti “odiosi” di alcuni paesi africani, cioè quelli contratti da dittature con l’unico scopo di arricchire il clan al potere o di intraprendere azioni contrarie all’interesse generale.

Creare una commissione d’inchiesta indipendente per stabilire la fondatezza o meno delle accuse di errore all’esercito francese.

Dare vita a una Francofonia dei popoli

Difendere l’uso del francese nelle istituzioni internazionali

Creare un Erasmus francofono

Sviluppare contenuti educativi e diplomi comuni tra i paesi francofoni.

Rafforzare i media audiovisivi francofoni

Rafforzare l’Assemblea parlamentare della Francofonia (APF)

Partecipare alla creazione di una rivista scientifica francofona leader a livello mondiale.

Creare un’università francofona che offra un curriculum comune per l’accesso a tutte le professioni legate al settore aerospaziale.

Ricreare spazi di espressione culturale francofona (ad esempio, palcoscenici nazionali).

Rafforzare la rete di istituti e alleanze francesi

Rilanciare la scoperta dello spazio

Lottare contro la corsa agli armamenti spaziali e garantire la sovranità della Francia di fronte alle nuove minacce.

Proporre un nuovo trattato internazionale per la non appropriazione delle risorse spaziali e la smilitarizzazione dello spazio.

Proporre un programma internazionale per il disinquinamento dell’orbita geostazionaria e nuove regole internazionali per l’occupazione delle orbite basse.

Invertire la privatizzazione di Arianespace e proteggere l’industria dei lanci satellitari, nonché rafforzare le risorse del Centro nazionale di studi spaziali.

Fornire alla Francia i mezzi per neutralizzare le azioni ostili dallo spazio.

Vietare i viaggi spaziali commerciali e privati, un lusso ultra-inquinante riservato a una minoranza.

Garantire l’uso di Galileo da parte del pubblico rendendo obbligatoria la doppia compatibilità Galileo-GPS.

Punti da sottoporre alla saggezza dell’Assemblea

Secondo le istituzioni della Quinta Repubblica, poiché il Presidente negozia e firma i trattati, nessun governo può prendere decisioni di questa natura senza di lui. È anche chiaro che l’interesse nazionale richiede che la Francia parli al mondo con una sola voce. Tuttavia, il dibattito deve svolgersi con esso. Le posizioni sono le seguenti.

La France insoumise proporrà il ritiro immediato della Francia dal comando integrato della NATO e poi, per gradi, dall’organizzazione stessa. Rifiuterà qualsiasi inclusione del nostro Paese in un’alleanza militare permanente nella regione indo-pacifica e altrove, così come qualsiasi intervento militare senza un mandato delle Nazioni Unite. Difenderà l’idea di avviare la formazione di un nuovo accordo antiglobalizzazione.

Il Partito Comunista Francese sosterrà il ritiro della Francia dal comando integrato della NATO e il suo scioglimento. Proporrà alla Francia di avviare una conferenza paneuropea per uno spazio comune di pace e sicurezza collettiva in Europa, basata sull’atto finale della conferenza di Helsinki e sulla Carta di Parigi del 1990. Difenderà il mantenimento dell’energia nucleare nella tassonomia europea.

France Insoumise e il Partito Comunista Francese proporranno di decidere, dopo un dibattito in Parlamento, un calendario per il ritiro delle operazioni militari francesi nel Sahel stabilito con le nazioni sovrane interessate.

Europe Ecologie-Les Verts e il Partito Socialista sosterranno il rafforzamento della cooperazione militare a livello dell’UE, la creazione di un comando militare operativo europeo, nonché l’intensificazione delle forniture di armi all’Ucraina e l’attuazione di un embargo totale e immediato sulle importazioni russe di petrolio, carbone, combustibile nucleare e gas.

Il Partito Socialista sosterrà la permanenza della Francia nella NATO.

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