Nelle prossime settimane l’Assemblea capitolina sarà chiamata a discutere il bilancio previsionale 2015 di Roma Capitale, licenziato dalla Giunta il 30 dicembre.
Un bilancio che, se approvato, metterà in ginocchio la città con tagli dei servizi, aumento delle tariffe, privatizzazioni e svendita del patrimonio pubblico, per la gioia di pochi speculatori privati. Mai come questa volta i numeri nascondono un disegno politico ben chiaro.
Una manovra economica figlia di una serie di politiche di austerità e di un “Piano di rientro”, compresso da 3 anni ad 1 anno, che scaricano il peso dei tagli sempre sulle fasce sociali più deboli, mettendo in vendita beni e servizi della collettività, senza peraltro intaccare il famoso “debito” del Comune, ma solo per coprire le spese correnti e ritrovarci, tra qualche anno, più poveri di prima.
E’ allora necessario invertire completamente questa prospettiva suicida, puntando a rinegoziare un debito che arricchisce le banche e strangola i cittadini, tassando i grandi patrimoni privati, mettendo in discussione il patto di stabilità interno e gestendo anche la spesa pubblica in modo più trasparente e solidale.
Le soluzioni alternative alla messa sul mercato dell’intera città ci sono ed è possibile praticarle.
Per farlo è però necessario unire intelligenze e percorsi nel respingere il bilancio previsionale 2015 così come attualmente formulato, con la capacità di costruire insieme un’alternativa e una nuova possibilità per la città.
Per questo realtà sociali, movimenti, associazioni e singoli cittadini stanno dando vita ad una serie di iniziative per arrivare al 14 marzo in una larga assemblea pubblica, con l’intenzione di lanciare una mobilitazione cittadina per fine marzo, che faccia emergere la voce e le proposte dei cittadini e delle cittadine che non intendono soccombere alle ragioni del profitto.
Non ci suiciderete!
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