Titola l’Ansa, benemerita agenzia di stampa nazionale (detta anche “la voce della verità”; ae lo dice l’Ansa qualsiasi giornale riprende la notizia come assolutamente certa): “Bce: garanzie fornite da banche a 2.000 miliardi di euro, è record”
Non è necessario sforzarsi troppo nemmeno per chi è a digiuno di economia: se ci sono “garanzie record” vuol dire che la situazione (delle banche) è ottima, sicura, “garantita”.
Peccato che, leggendo il resto – come sarebbe sempre opportuno fare, pena il ritrovarsi in testa delle convinzioni infondate – “la gran parte dei titoli è costituita da bond difficili da valutare e altri titoli”. Della serie: probabilmente queste “garanzie” non valgono un tubo o altro organo a vostra scelta.
Eppure la Bce (Banca Centrale Europea) era stata molto corretta nel diramare l’informazione (il virgolettato viene di lì), spiegando che “quasi un quarto di questi attivi è costituito da ‘asset-backed securities’ (Abs), mentre altre quote rilevanti sono costituite da bond non garantiti (21%) e prestiti ad hoc difficili da rimettere sul mercato (18%)”.Il 64% di queste garanzie è insomma poco più che carta straccia. Al momento, certo. Ai posteri il compito di verificare se valgono davvero qualcosa oltre il materiale – infimo – di cui sono composte.
La domanda quindi è: ma quanto li pagano, all’Ansa, per confondere le idee alla gente?
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