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Pdl in macerie, arriva Bertolaso


Dichiarazioni a mezza bocca, indiscrezioni e complesse ricostruzioni strategiche puntano tutte nella stessa direzione: sarà Guido Bertolaso, l’indimenticato maragià della Protezione Civile, a ricostruire il partito personale di Silvio Berlusconi.
A lui verrà affidata la fondazione della nuova formazione politica, scorporata dal PdL a cui resterebbero le macerie, i debiti, le figuracce degli ultimi vent’anni e Angelino Alfano. Insomma, una specie di partito-Alitalia: una bad company sull’orlo del fallimento lasciata a se stessa e – con molti licenziamenti – una nuova compagnia con Silvio, un po’ di giovani e la famosa «società civile».
Una volta nominato Bertolaso plenipotenziario, le prossime mosse sono prevedibili. Primo: transennamento e abbandono del centro storico del partito. Secondo: costruzione di qualche casetta prefabbricata con lo spumante in frigorifero, da inaugurarsi in diretta televisiva e da consegnare ai nuovi funzionari. Terzo: campagna mediatica per dire che va tutto benissimo e che il problema è risolto.
Alla notizia che Berlusconi intende avviare i lavori per la costruzione di un nuovo partito, molti imprenditori si sono telefonati nella notte, ridendo nel letto e pensando agli appalti futuri. Rimane la questione del nome: al momento domina l’incertezza, ma si sta pensando a «L’Aquila», oppure «Salaria Sport Village», o il più evocativo «La Maddalena». Più complesso tracciare il primo organigramma del nuovo partito di Berlusconi: Bertolaso, la moglie di Bertolaso, il cognato di Bertolaso, due cugini di primo e secondo grado di Bertolaso e un po’ di imprenditori che accompagnano nottetempo Bertolaso a farsi fare i massaggi da qualche signorina. Il tutto nella più cristallina tradizione del bertolasismo italiano e nel più grande ordine: i vecchi esponenti del Pdl, considerati un peso e ormai poco presentabili televisivamente, verranno alloggiati in alberghi sulla costa o sradicati dai loro uffici.
I vecchi colonnelli di An, ancora accampati nel vecchio partito di Silvio Berlusconi, sono stati avvisati: entro qualche mese – in ogni caso prima delle politiche del 2013 – verranno costretti a lasciare le tende.

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